In un momento difficile come quello che tutte e tutti noi stanno affrontando a causa della diffusione del Coronavirus su scala globale, numerose aziende hanno iniziato ad offrire il loro aiuto per poter fronteggiare questa crisi nel modo migliore possibile.
Tra i numerosi contributi che abbiamo avuto l’opportunità di apprezzare vi sono anche quelli dell’azienda automobilistica Fiat Chrysler Automobiles (FCA). Il gruppo italo-americano, infatti, rientra nella lista di enti attraverso i quali la famiglia Agnelli ha donato 10 milioni di euro al Dipartimento della Protezione Civile e a La Stampa – Specchio dei Tempi, acquistando inoltre materiale sanitario e iniziando a produrre mascherine nei propri stabilimenti asiatici, con il fine di aiutare il sistema sanitario nazionale nella risposta emergenziale alla diffusione del COVID-19 [1].
Un secondo contributo che ha riscosso un particolare successo mediatico è stata la diffusione di un video dal titolo “Inno alle strade” [2], accompagnato dall’hashtag #noicisiamo, il cui obiettivo sembra quello di voler lanciare un messaggio di impegno sociale da parte dell’azienda, richiamando e valorizzando “la bellezza italiana, ricca di solidarietà, etica e orgoglio”.
Come dimostrato da numerosi studi, la diffusione del COVID-19 è conseguenza di un fenomeno conosciuto come spillover, “salto di specie” [3], a sua volta influenzato dall’impatto delle attività umane sugli ecosistemi naturali [ibidem]. Allo stesso tempo è oramai noto come la crisi climatica e il collasso degli ecosistemi possano potenzialmente favorire la diffusione di patogeni e l’insorgere di nuove epidemie [4]. Inoltre, studi recenti sembrano suggerire come l’inquinamento dell’aria sia direttamente collegato ad un maggior numero di morti da COVID-19 [5; 6]
Analizzando la lista delle grandi società che in questi anni si sono opposte, o hanno tentato di sabotare le iniziative per ridurre le emissioni di gas serra, le case automobilistiche risultano essere tra i principali oppositori delle politiche ambientali volte a contrastare la crisi climatica ed ecologica [7]. Negli ultimi anni, secondo uno studio dell’European Environmental Agency (EEA) le emissioni climalteranti prodotte dalle automobili in Europa hanno continuato ad aumentare [8]. A tal proposito, secondo una recente indagine del The Guardian [7], dal 2015 – anno dagli Accordi di Parigi – FCA è stata definita come l’azienda automobilistica più ostile alle normative riguardo la limitazione del riscaldamento globale a 1.5 ° C, come richiesto ripetutamente dalla comunità scientifica [9].
In particolare:
  •  Nel 2017, l’Agenzia americana per la protezione ambientale (EPA) ha inoltrato a FCA una notifica di violazione del Clean Air Act. L’azienda automobilistica non avrebbe dichiarato l’installazione di un software illegale per il controllo delle emissioni di ossido d’azoto (NOx), consentendo a oltre 100 mila veicoli diesel di superare i test governativi sulle emissioni e di inquinare oltre i limiti legali su strada. Notoriamente, l’inquinamento da NOx contribuisce ai livelli atmosferici elevati di biossido di azoto, dell’ozono a livello del suolo e delle concentrazioni di particolato fine. L’esposizione a questi inquinanti è stata più volte correlata ad una serie di gravi conseguenze sulla salute, tra cui un aumento degli episodi di asma e altre malattie respiratorie. Inoltre, l’esposizione all’ozono e al particolato è associata a problematiche respiratorie o cardiovascolari potenzialmente letali. Nello specifico, bambini, anziani e persone con malattie respiratorie preesistenti risultano essere particolarmente a rischio [10].
  • Per lo stesso motivo a settembre 2019, uno dei dirigenti manager di FCA è stato arrestato con l’accusa di cospirazione, frode, violazione della legge federale e dichiarazione del falso sul sistema di monitoraggio delle emissioni [11]
  • Nel 2018, FCA è stata l’azienda automobilistica che ha registrato le emissioni più alte per veicolo (305m tons CO2eq) [12]
  • Nel 2019, FCA ha supportato e sostenuto Donald Trump nella battaglia contro la California per privarla della propria autonomia sulla regolamentazione (ovvero vincoli più severi) delle emissioni inquinanti delle autovetture [13].
Accogliamo con enorme piacere l’impegno mostrato dell’azienda italo-statunitense per proteggere la vita di fronte alla rapida diffusione del Coronavirus. Tuttavia, alla luce dell’enorme impatto ambientale di FCA su scala globale, ci aspettiamo che l’impegno a proteggere la vita venga esteso all’intero sistema produttivo aziendale.
Con l’azione digitale che avrà luogo domani, Extinction Rebellion Italy chiede che FCA si impegni immediatamente a non anteporre i propri profitti alla sicurezza delle future generazioni e ad azzerare le proprie emissioni per far fronte ad una delle minacce più grandi che l’umanità intera si trova a dover combattere: il collasso degli ecosistemi.
Con Amore e Rabbia,
Extinction Rebellion Italia