Finale Ligure è un Comune di circa 11.000 abitanti in provincia di Savona, incastonato tra mare e monti e qui i temi legati all’accoglienza erano più temuti che sentiti. La cittadina infatti, inserita in una cornice paesaggistica tra le più belle d’Italia, vive tutto l’anno di turismo e la comunità non vedeva di buon occhio l’arrivo di migranti.

Era il 2016 quando il sindaco Ugo Frascherelli con non poco coraggio decideva di affrontare il tema delle migrazioni, ritenendolo un obbligo civile “per offrire a questi ospiti stranieri non soltanto un’opportunità di salvezza da zone di crisi, ma anche un’istruzione, delle qualifiche professionali e delle regole”. A Finale si scatena il putiferio, la stampa locale evidenzia la notizia, la “paura dell’invasione” si diffonde tra i cittadini e la polemica si monta come la panna di ora in ora. Ma si tira dritto e non avendo case disponibili da adibire all’accoglienza, tutte destinate al turismo, si decide di recuperare un antico convento nel centro del paese, oggi noto come Casa Mandela, che in poco tempo viene ristrutturato e arredato con materiale recuperato qua e là tra le scuole o grazie a donazioni spontanee. E così, nelle sale un tempo occupate dalle suore di clausura, oggi sono allestite le camere per 30 migranti e Finale aderisce al sistema SPRAR, ora SIPROIMI.

In questo paese di Riviera, 360 giorni l’anno visitato da turisti di tutto il mondo, c’è una forte partecipazione cittadina e grazie alla Consulta del Volontariato a cui partecipano tutte le associazioni locali, si progetta, coordina e soprattutto si realizzano numerose attività. L’associazione VITA NOVA, associata a ReCoSol, collabora con il Comune per l’accoglienza di fine progetto, procurando alloggi, occupazioni e borse lavoro per i migranti. Promuove inoltre progetti agricoli e attività culturali finalizzate all’inclusione sociale. A Finalborgo, il centro storico di Finale poco distante dalla costa, l’associazione Noi per Voi grazie al contributo comunale apre un locale sociale destinato a tutti coloro che ne hanno bisogno, persone sole, pensionati, migranti e chiunque voglia, per mangiare, conversare, confrontarsi. Due volte alla settimana eroga pasti caldi gratuiti. E’ diventato in poco tempo un punto di riferimento per uscire dall’emarginazione della solitudine o della condizione sociale, frequentato da tutti. Qui si sta insieme, ci si ascolta. Nel maggio 2018, sempre a Finalborgo, ha iniziato la propria attività il Bistrot Sociale Nonunomeno allestito all’interno del meraviglioso Complesso Monumentale di Santa Caterina, affidato in concessione all’Associazione ANFFAS Onlus di Albenga, in partenariato con la Cooperativa Sociale Jobel di Sanremo (IM), che ne cura la gestione quinquennale. All’interno del magnifico chiostro, questo progetto mette insieme persone portatrici di disabilità con migranti accolti che svolgono tirocini formativi nel settore della ristorazione. Il Comune ha ristrutturato e messo a norma i locali e la cucina e ora Nonunomeno gestisce un bar bistrot di altissima qualità a prezzi popolari, inutile dirlo, frequentatissimo. All’interno del progetto è stata inserita anche una psicologa che sostiene le persone partecipanti nel loro percorso personale e di integrazione sociale, cura le ferite profonde dell’anima, i traumi subiti.

Finale Ligure, Comune Recosol dal 2018, è la dimostrazione di come il fenomeno migratorio non sia un problema, anche in un Comune con una florida economia , dove il rischio spopolamento non esiste, ma può essere una grande opportunità. La comunità è maturata in questi anni e da quando per la prima volta ha sentito parlare di accoglienza a Finale, molti dei progetti realizzati e in fase di realizzazione sono nati proprio grazie a questa apertura, questa nuova capacità di confrontarsi con le comunità in movimento. “Avanti il prossimo” potrebbe essere lo slogan per promuovere Finale, ma non ne ha bisogno. Nel 2019 Ugo Frascherelli è stato riconfermato sindaco.

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