« Vi sono ragionevoli motivi per ritenere che, a partire dal 18 ottobre, i Carabineros (de Chile) cileni ed i militari dell’esercito dello stesso Paese abbiano commesso un gran numero di gravi violazioni dei diritti umani, tra cui l’uso eccessivo o inutile della forza, commettendo omicidi e lesioni, torturando e maltrattando, anche violenze sessuali e detenzioni arbitrarie ».

Lo afferma un nuovo rapporto dell’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani.

Si tratta delle violenze poliziesche seguite alle manifestazioni popolari di protesta scoppiate in Cile lo scorso ottobre.

« La maggior parte di coloro che esercitavano il diritto di manifestare in questo periodo lo ha fatto pacificamente. Tuttavia, le forze di sicurezza e le loro installazioni sono state oggetto di numerosi attacchi. Ci sono stati anche saccheggi e distruzione di proprietà durante e al di fuori delle manifestazioni » secondo il menzionato rapporto.

Gli indizi sull’uso eccessivo della forza, in mano alla Commissione d’inchiesta dell’ONU :

  • 26 morti in relazione alle manifestazioni;
  • 28.210 persone fermate e detenute spesso arbitrariamente, in maggioranza giovani senza precedenti penali, di cui 1.615 arrestate definitivamente e le altre rilasciate;
  • 3.449 persone ferite, di cui poco più di metà per ferite da arma da fuoco e il restante per violenze fisiche o per disturbi da inalazione da gas lacrimogeno;
  • 350 persone circa con lesioni agli occhi o al viso per l’uso in modo inappropriato e indiscriminato di armi non-letali (proiettili di gomma sparati ad altezza d’uomo, gas lacrimogeni o gli stessi proiettili dei gas);
  • 633 casi di presunta tortura o maltrattamento;
  • 166 casi di violenza sessuale, in alcuni casi avvenuti nelle caserme dei carabinieros, o direttamente sulle camionette delle forze dell’ordine.

« Il controllo dei manifestanti da parte dei carabinieros – continua il rapporto – è stato effettuato in modo fondamentalmente repressivo ».

Le forze dell’ordine hanno colpito chiunque, alla cieca: « i carabinieros non sono riusciti a distinguere i dimostranti pacifici da quelli violenti », precisa la relazione.

« C’è stato un uso inutile e sproporzionato di armi non-letali, in particolare le armi antisommossa, durante manifestazioni pacifiche o al di fuori del contesto di scontri violenti tra dimostranti e forze di sicurezza. Di conseguenza, un gran numero di persone sono rimaste ferite, compresi gli astanti e le persone che non hanno commesso atti di violenza, ma che hanno protestato pacificamente », si legge ancora.

Per il futuro, l’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) « raccomanda che il Cile ponga immediatamente fine all’uso indiscriminato delle armi antisommossa e chiede che l’uso dei gas lacrimogeni sia limitato alle situazioni in cui è strettamente necessario, ma mai alle istituzioni educative o sanitarie ».

« Gli agenti di polizia dovrebbero ricevere chiare istruzioni sull’uso appropriato dei gas lacrimogeni, compresa la garanzia che le cartucce di gas siano sempre sparate ad angolo retto e mai orizzontalmente, in conformità con gli standard internazionali », prosegue il rapporto.

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, l’ex presidente cilena Michelle Bachelet (Partito Socialista) ha raccomandato di attivare le nuove procedure e la dovuta formazione formazione dei carabinieros « entro tre mesi ».

« Dovremmo guardare al futuro in modo costruttivo, riconoscendo ciò che è successo e imparando le lezioni », ha concluso la Bachelet.

La rivolta popolare è scoppiata per la classica ultima goccia d’acqua nel bicchiere stracolmo, che quindi é traboccato.

Il 4 ottobre 2019, il gruppo di esperti dei trasporti pubblici ha annunciato un aumento di 30 peso (circa 0,04 dollari) della tariffa del servizio Metro di Santiago. Tre giorni dopo, un gruppo di studenti è entrato in una stazione della metropolitana del centro di Santiago ed ha superato le barriere.

Da quel piccolo ma significativo gesto di disobbedienza civile è scaturita la scintilla che ha infiammato l’intero Paese.

Il troppo storpia, ne tengano conto tutti i governanti che gestiscono il “potere”: è sempre l’ultima goccia che fa traboccare il vaso già colmo fino all’orlo ! ATTENZIONE, il potere non si autoconvinca o non si illuda che è per sempre !

Note:

  • Il rapporto dell’ONU (in spagnolo);
  • In Cile, nel 2017, mentre il 50% più povero delle famiglie possedeva il 2,1% della ricchezza netta del paese, il 10% più ricco aveva due terzi (66,5%) e l’1% più ricco rappresentava il 26,5%. Per molti cileni l’accesso a beni e servizi ha significato assumere un debito consistente, anche per coprire elementi del paniere sociale di base come cibo, salute, istruzione, alloggio e trasporti;
  • Per approfondire: articolo di Marianella Kloka su Pressenza: “Lezioni dal Cile” (15 novembre 2019).