6 Dicembre, Madrid.Nel giorno della Costituzione, festa nazionale in Spagna,  mezzo milione di persone hanno sfilato chiedendo GIUSTIZIA CLIMATICA, criticando l’inadeguatezza dei politici di fronte all’emergenza globale.

 Il corteo che si era dato appuntamento al Museo del Prado alle ore 18, ha raggiunto  alle ore 20  Nuevos Ministerios, per avvicinarsi simbolicamente alla zona della Feria de Madrid, dove si tiene il vertice dell’Onu sul Clima.  La Marcia si è chiusa con la lettura del  Manifesto  “Il mondo si è svegliato di fronte all’emergenza climatica”.

Madrid, le haut-parleur mondial contre le changement climatique

L’attore  Javier Bardem, durante la lettura del Manifesto, a titolo personale ha definito  “molto stupidi” sia  Il presidente USA Trump -per essersi ritirato dagli Accordi di Parigi – sia il Sindaco  di Madrid che consente ai veicoli contaminanti di circolare in città. Due esempi di politici non all’altezza del momento storico.

E’ seguito l’intervento di Greta Thumberg che in mattinata aveva partecipato alla manifestazione dei FFF nell’area Blu della COP25. Greta continua a definirsi un piccolo pezzo di un grande movimento, ad accusare il “tradimento” dei politici e ad annunciare un cambiamento in corso inarrestabile.

Foto di Iago Soler Castiñeira

In contemporanea,  altre manifestazioni in altre capitali del mondo. Tra queste Santiago de Cile, arrivata al 50esimo giorno di mobilitazione popolare in nome della “giustizia sociale”  oltre che  climatica. La Corte Interamericana per i Diritti Umani ha nuovamente condannato il governo cileno per l’uso della repressione e si e’ dichiarata preoccupata per il crescente numero di denunce. La gente protesta  per la  selvaggia politica di  privatizzazioni (acqua, salute, educazione) che continua ad arricchire le imprese private e a impoverire il popolo sempre più deprivato dei  suoi legittimi diritti.   Il governo non ascolta, non dialoga e continua  con la dura repressione dei carabineros.

A Madrid, insieme ai numerosi attivisti di ONG e associazioni ecologiste ed ambientaliste di tutto il mondo, arrivati   per la COP25:  insegnanti, sindacalisti, famiglie coi loro bambini al grido “curiamo il pianeta, altrimenti moriamo”. Tanti, tantissimi giovani. E poi tante Femministe appassionate e creative nell’esprimere la loro volontà di contribuire alla giustizia climatica nel pieno rispetto dei diritti umani e dei popoli. Assieme ad altri slogan, ripetutamente cantato  l’inno delle femministe cilene  che accusa lo Stato che reprime :  “El estado opresor es un macho violador”.

Ben rappresentati nella Marcia pure i  Popoli indigeni coi i loro coloratissimi costumi. Auspichiamo che lo loro ancestrale saggezza – collegata a una visione del mondo in  l’essere umano è  una parte della “ comunità dei viventi” assieme agli animali e alle piante –  sappia farci sentire (così come loro lo sentono) il grido di dolore della nostra  “madre terra” troppo a lungo violentata da un modello di sviluppo militarizzato e predatorio.

L’Agenda 2030 Onu per lo Sviluppo Sostenibile dipende per i 2/3 dal raggiungimento degli obiettivi climatico-ambientali e tra questi c’è la Pace.

 Giovanna Pagani WILPF Italia