L’Italia ha vissuto nelle ultime settimane quelli che vengono definiti “eventi metereologici estremi”: gravi alluvioni, frane, trombe d’aria, tempeste di vento e allagamenti hanno riguardato Liguria, Basso Piemonte, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia, e in particolare negli ultimi giorni sono state colpite le città d’arte di Venezia, dove l’acqua marina ha invaso per 70 cm la basilica di San Marco e ogni abitazione o pubblico esercizio è stato inondato, e  Matera, dove si sono viste le strade fra i sassi trasformate in fiumi con ingenti danni.

Dopo anni in cui i cambiamenti climatici hanno già fatto milioni di vittime nel Sud del mondo, noi cittadini del Nord del mondo stiamo iniziando a percepire in modo netto come anche le nostre case, aziende e famiglie corrano un rischio molto reale. Nel basso Piemonte l’alluvione del 21 ottobre ha fatto due vittime, in Sicilia diverse persone hanno perso la casa e un fiume di fango ha travolto e ucciso una persona il 26 ottobre e purtroppo anche ieri, 12 novembre, nell’isola di Pellestrina, un uomo è morto fulminato a causa di un cortocircuito provocato dalla marea che gli è entrata in casa. Extinction Rebellion Italia esprime piena solidarietà con i parenti delle vittime e con tutti coloro che hanno perso i mezzi di sussistenza. Stiamo osservando, in tempo reale, la distruzione delle vite delle persone nel mondo e in Italia. A meno che non vengano prese misure per arrestare la perdita di biodiversità e ridurre le emissioni di gas serra a zero netto entro il 2025, queste tragedie peggioreranno.

Le previsioni scientifiche sull’innalzamento del livello del mare entro il 2100 vanno da meno di 1 metro a un massimo di 5. Il gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (IPCC) suggerisce un aumento di meno di 2 metri [1] ma le sue valutazioni passate hanno quasi sempre sottovalutato la velocità con cui si stanno avverando le previsioni più drammatiche. Ad esempio il tasso di scioglimento delle calotte glaciali della Groenlandia registrato questo agosto non era previsto fino al 2070. Al suo apice, il ghiaccio si è sciolto a una velocità di 140.000 tonnellate al secondo – una cifra totale equivalente a 200 fiumi della portata del Tamigi.

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Altre proiezioni scientifico – matematiche sul rischio di inondazione per le zone costiere nel 2050 e nel 2100, che considerano anche lo scenario peggiore di mancata riduzione delle emissioni climalteranti, hanno stimato che l’innalzamento potrebbe essere di gran lunga superiore. Le nuove mappe di rischio elaborate con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, hanno ottenuto dati molto più precisi del passato rispetto all’elevazione del suolo, riuscendo a distinguere, ad esempio, nelle mappe satellitari, la differenza fra le cime degli alberi e il suolo.

Queste mappe, consultabili online, vedono sotto il livello del mare gran parte della costa del nord-est italiano, fino a Monfalcone a Nord, e fino a Cesenatico a Sud: tutta questa zona, e non solo Venezia e la sua laguna, saranno sommerse entro il 2050.[2]

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Inoltre se non si agirà per una riduzione urgente, globale ed ambiziosa dei gas climalteranti, e dunque si superasse la temuta soglia dell’aumento di +1,5°C medi annui rispetto ai livelli pre-industriali, per l’Italia sarebbe un cataclisma: verrebbe sommersa anche la Versilia da Carrara a Pisa, Grosseto e Orbetello, la costa laziale da Civitavecchia ad Anzio, la pianura Pontina tra Terracina a Sezze, la piana intorno a Caserta, in Sardegna le bonifiche di Oristano e gli stagni presso Cagliari, in Puglia l’area a sud di Manfredonia…

Se le emissioni climalteranti continueranno ad aumentare, nel nostro Paese saranno 540.000 mila le persone colpite da inondazioni annuali da qui al 2050 [3].

Le inondazioni non sono solo un problema esistenziale ma anche una questione politica, che ha un impatto drammatico sulle nostre comunità, specialmente le più povere e vulnerabili, e Extinction Rebellion chiede al governo di impegnarsi ad agire ora in maniera drastica sull’emergenza ecologica e climatica.

Il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa in merito ha dichiarato ieri: “è tempo di agire subito contro i cambiamenti climatici, con scelte di politica economica coraggiose che questo governo sta già mettendo in campo con il Decreto Clima, le misure previste nella Legge di Bilancio e nel Collegato Ambientale, il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima, in un’ottica più ampia di azioni efficaci di contrasto e adattamento ai cambiamenti climatici”. Costa ha ricordato poi che nell’ultimo rapporto dell’Ipcc: “gli scienziati ci avevano detto che la tropicalizzazione dei fenomeni meteorologici era uno degli effetti più evidenti. E il Mediterraneo lo sta subendo. È il momento di lavorare tutti insieme, per arginarne gli effetti e contrastare il climate change. Per questo, bisogna avere il coraggio di osare e di andare oltre i propri steccati.”[4]

Extinction Rebellion concorda nella valutazione della gravità del collasso climatico ed ecologico che stiamo vivendo ma, proprio su questa base, esige dal governo interventi maggiormente risolutivi del cosiddetto “Decreto Clima” o del Collegato Ambientale. Sono necessari provvedimenti di carattere emergenziale per affrontare quella che si configura come una vera emergenza nazionale, che prevedano vincoli legislativi ed ingenti risorse pubbliche per consentire il raggiungimento dello zero netto di emissioni entro il 2025, per tutto il Paese.

Molte persone in Italia hanno vissuto esperienze che hanno cambiato la loro vita in questi mesi, e questa sorte riguarderà migliaia di altri residenti nelle zone costiere e non solo, che saranno colpite da inondazioni, alluvioni ed esondazioni nei prossimi anni: Extinction Rebellion chiede che essi, e tutti i cittadini, vengano coinvolti nelle scelte che riguardano la loro stessa sopravvivenza, permanenza sul territorio, incolumità. Dunque continueremo a fare pressione affinché si mettano in atto azioni concrete correlate alla gravità di questa emergenza nazionale e globale, e affinché il governo costituisca, e sia guidato, dalle decisioni di un’assemblea dei cittadini sulle misure da attuare e sulla giustizia climatica ed ecologica.

Note per gli editori:

  • Il riscaldamento globale contribuisce all’innalzamento del livello del mare in due modi. Inizialmente, il livello del mare è aumentato a causa dell’espansione termica. Ora stiamo sperimentando aumenti del livello del mare causati dallo scioglimento dei ghiacci. Il ghiaccio marino galleggiante non provoca significativi aumenti del livello del mare allo stesso modo in cui lo scioglimento del ghiaccio in una bevanda non aumenta il livello di liquido nel bicchiere. Lo scioglimento del ghiaccio sulla terra, tuttavia, porta ad un aumento dei livelli del mare. Se tutto il ghiaccio della Groenlandia, che attualmente si sta sciogliendo a un ritmo allarmante, si sciogliesse nel mare, aumenterebbe il livello medio del mare di 7 metri. Lo scioglimento del ghiaccio antartico dal crollo delle scogliere di ghiaccio sta alimentando l’innalzamento del livello del mare e c’è abbastanza acqua immagazzinata in tale ghiaccio per aumentare eventualmente il livello del mare tra 20 e 60 metri.
  • L’innalzamento del livello del mare aumenterà la frequenza di eventi estremi legati ad esempio ad alte maree e a tempeste. Le indicazioni che emergono dal report IPCC ci dicono che, con qualsiasi livello di aumento della temperatura, eventi che nel passato hanno avuto luogo una volta in cento anni, in molte regioni si presenteranno una volta ogni anno entro metà del secolo, aumentando così i rischi per molte città costiere e piccole isole. Il Report mostra che, in assenza di importanti investimenti in adattamento, queste popolazioni saranno esposte a crescenti rischi di alluvione. (IPCC)
  • Le alluvioni si generano da eventi meteorologici intensi, la cui portata dipende dal carico di vapore acqueo che precipita poi in forma di pioggia. Nel caso ad esempio della Liguria e del Basso Piemonte, la maggior umidità si origina dal vicino Mediterraneo, noto climate hotspot, ovvero una delle regioni più sensibili al riscaldamento a livello globale. Per l’Italia, uno studio condotto nel 2004 dall’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del CNR ha già evidenziato un aumento significativo dell’intensità delle precipitazioni negli ultimi 100 anni nelle regioni del nord-ovest (+17% per le precipitazioni autunnali, +10% su base annuale), nord-est (+17% estive, +13% autunnali, +12% annuali) e centro-est (+9% autunnali). https://www.scienzainrete.it/articolo/cosa-c%E2%80%99entrano-le-alluvioni-italia-con-l%E2%80%99emergenza-climatica-globale/simona-re/2019-11-11

[1] https://ipccitalia.cmcc.it/i-punti-essenziali-di-ocean-and-criosphere-in-a-changing-climate-il-rapporto-speciale-ipcc/

[2]Fonte della mappa relativa alla proiezione aggiornata al 29 ottobre: https://coastal.climatecentral.org/map/9/12.8736/44.8759/?theme=sea_level_rise&map_type=coastal_dem_comparison&elevation_model=coastal_dem&forecast_year=2050&pathway=rcp45&percentile=p50&return_level=return_level_1&slr_model=kopp_2014
Le proiezioni sono basate sul rapporto Flooded Future di Climate Central: https://climatecentral.org/pdfs/2019CoastalDEMReport.pdf

Lo studio si basa su un nuovo modello matematico messo a punto da Climate Central. Questi dati presentano nuove stime più accurate del rischio inondazioni a livello nazionale che possono essere utili anche alle autorità locali per contestualizzare gli impatti climatici e prendere decisioni più consapevoli.

[3] Dati estrapolati dallo studio di Climate Central, pubblicato sulla rivista di qualità peer reviewed Nature Communications il 29 ottobre 2019 https://www.nature.com/articles/s41467-019-12808-z

[4] Dichiarazione completa del ministro Sergio Costa:http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/clima/2019/11/13/venezia-costa-occorrono-scelte-coraggiose-sul-clima_13a3f1b1-cc5b-4b06-b31b-88b8bd61529c.html

Interessante l’analisi di Elisabetta Ambrosi su ilfattoquotidiano.it https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/11/13/venezia-sottacqua-non-e-fantascienza-ma-una-realta-con-cui-fare-i-conti-e-non-solo-in-bilancio/5561906/


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