Il 28 e 29 novembre alla Scuola Holden e al Circolo dei lettori di Torino per parlare di conflitti e di «Corridoi umanitari» con nuove narrazioni e attenzione ai linguaggi.

«Un quinto del pianeta è in guerra. Guerre asimmetriche, spesso combattute non da eserciti statali ma da milizie. A chi le gestisce non interessa vincerle, piuttosto prolungarle, perché solo così continua a fare profitti. Ci guadagna vendendo armi, con il contrabbando dei beni di prima necessità, trafficando in esseri umani. Chi ne fa le spese è la popolazione civile che cerca un po’ di pace altrove, migrando.»

Danilo de Biasio
direttore del Festival dei Diritti Umani

Con gli appuntamenti previsti il 28 e il 29 novembre a Torino, termina l’edizione 2019 del Festival dei Diritti Umani.

Partito da Milano con tappe itineranti a Bologna, Firenze, Roma, ha come obiettivo quello di alzare lo sguardo sui conflitti in corso e indicare possibili vie d’uscita. Tra queste, seppur parziali, i «Corridoi umanitari» che permetterebbero (già lo fanno) a migliaia di profughi di fuggire dalle guerre e dalle violazioni dei diritti umani senza rischiare la vita nel viaggio.

Insieme alla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) e il settimanale delle chiese battiste, metodiste e valdesi Riforma e il Circolo Articolo 21 Piemonte, il Festival dei Diritti Umani propone, per la prima volta a Torino, due giornate di riflessione con incontri pensati per studenti, per giornalisti e per un pubblico generalista.

Il 28 novembre si comincia al Liceo «Arimondi-Eula» di Savigliano (scuola vincitrice quest’anno del concorso promosso da Articolo21 e dal Miur: Rileggiamo l’articolo 3 della Costituzione) con la testimonianza del «disegnatore sociale» Francesco Piobbichi e il fotoreportage di Stefano Stranges e la conduzione di Federica Tourn.

Sempre il 28 dalle 18 il Festival si sposta alla Scuola Holden dove la pluripremiata giornalista Francesca Mannocchi racconterà il suo nuovo libro sulla Libia pensato insieme all’illustratore Gianluca Costantini.

Seguiranno le testimonianze narrative di: Mauro Berruto, Christian Elia, Luigi Farrauto, Francesco Piobbichi.

La serata terminerà con la proiezione di «Our war» il documentario sul Rojava nato in collaborazione con Possibile Film di Benedetta Argentieri, Bruno Chiaravalloti e Claudio Jampaglia.

Si prosegue il 29 alle 9,30 al Circolo dei lettori con un approfondimento sul linguaggio giornalistico con i vertici del giornalismo piemontese Stefano Tallia (segretario Ass. Stampa Subalpina) e Alberto Sinigaglia (presidente Odg Piemonte) e la Garante dei lettori de La Stampa Anna Masera, il portavoce del Circolo Articolo 21 Piemonte Gian Mario Gillio, la scrittrice esperta di linguaggi e collaboratrice di Riforma.it e Radio Beckwith, Esperance H. Ripanti, il coordinatore di Riforma.it Claudio Geymonat e l’assessore ai Diritti del Comune di Torino Marco Giusta.

Nello stesso incontro si parlerà anche di «Corridoi umanitari» con il coordinatore del progetto rifugiati e migranti della FCEI, Mediterranean Hope, Paolo Naso che insieme all’avvocato e presidente dell’Asgi, Lorenzo Trucco, la vicepresidente del Senato della Repubblica, Anna Rossomando, la responsabile per il Nord Italia della Comunità di Sant’Egidio, Daniela Sironi e Danilo De Biasio, direttore del Festival dei Diritti Umani, affronteranno il tema oltre gli stereotipi e i luoghi comuni.

Insieme alla preziosa collaborazione della Scuola Holden, della Fondazione Circolo dei lettori, della FCEI e del Settimanale Riforma, del Circolo Articolo 21 Piemonte, dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, dell’Associazione Stampa Subalpina un particolare ringraziamento va al Comune di Torino (e all’assessore ai Diritti Marco Giusta) e all’UNHCR (e alla sua portavoce Carlotta Sami) per aver concesso il patrocinio all’iniziativa.

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