La cattiva notizia è che una vasta area alpina di 25 chilometri quadrati in Piemonte rischia di essere inghiottita da un nuovo comprensorio sciistico che comporta la costruzione di seggiovie, funivie, stazioni in cemento, nuove strade di accesso e parcheggi.

La buona notizia è che il Comitato Tutela Alpe Devero composto da numerose associazioni e privati, ha raccolto con una petizione più di 88.000 firme contro il progetto e attraverso il crowdfunding ha recuperato in pochi giorni i fondi necessari per un ricorso al TAR contro la Giunta Regionale Piemonte che a fine maggio di quest’anno ha dato via libera al miglioramento della strada di accesso alla stazione sciistica San Domenico, inserito nel quadro degli interventi del Piano Strategico “Avvicinare le Montagne”.

Questo progetto denominato “Avvicinare le Montagne”, lanciato da una società privata, prevede il collegamento tra la stazione sciistica San Domenico in Val Divedro e l’Alpe Devero in Valle Antigorio (Domodossola) tramite una funivia di 60 posti, con grandi piloni e due enormi stazioni, la costruzione di seggiovie, cannoni per la neve artificiale e nuove piste da sci e slittini scavate con le ruspe.

L’Alpe Devero è un meraviglioso ambiente alpino di montagne aspre e dolci, di larici, laghi, pascoli e orizzonti sconfinati. E’ un ambiente ospitale e accessibile a tutti. Ristoratori e pastori offrono accoglienza e prodotti tradizionali con un modello sostenibile. La zona è frequentata sia d’estate che d’inverno da chi ama le montagne selvagge.

Che senso ha, in un’epoca di riscaldamento globale e sempre meno neve sacrificare una zona montana di incomparabile bellezza per permettere la pratica dello sci al massimo qualche settimana all’anno, lasciando per i restanti undici mesi un paesaggio devastato?

La pratica dello sci dovrà evolversi verso forme più compatibili e rispettose dell’ambiente, come lo scialpinismo e lo sci di fondo, lasciandosi alle spalle gli invasivi mega-impianti di risalita, l’eliski con rumorosi elicotteri e l’innevamento artificiale delle piste, tutte pratiche che divorano enormi quantità di acqua ed energia e inghiottono le bellezze e il silenzio delle montagne.