I migranti erano fermi in mare dal 28 agosto, l’ultima evacuazione aveva portato a terra tre persone stremate

La svolta arriva intorno alle 13 del 2 settembre. “Ci hanno appena comunicato che tra poco la Guardia Costiera farà sbarcare “per motivi sanitari” le ultime 31 persone rimaste a bordo della Mare Jonio. La loro odissea è finita e all’orizzonte si intravede un po’ di umanità. Benvenuti in Europa!”. Con questo messaggio della ong Mediterranea Saving Humans ha termine l’odissea dei migranti fermi in mare dallo scorso 28 agosto, cui i divieti del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, avevano impedito l’accesso in Italia.

La situazione in mattinata

E’ ancora in mezzo al mare la Mare Jonio, nave della ong Mediterranea Saving humans per cui i porti italiani sono chiusi.

Delle 34 persone a bordo, tre sono state portate a terra, a Lampedusa, a causa delle precarie condizioni di salute. Una donna, in particolare, è stata trasbordata in barella su un mezzo della Guardia Costiera perché non più in grado di camminare.

LEGGI ANCHE Migranti, Mediterranea: “L’incubo non è finito, siamo ancora in mezzo al mare”

“Qui #MareJonio. Oggi evacuazione medica d’urgenza di una donna e due uomini. Questo è il #DecretoSicurezzabis: non fa scendere i naufraghi sulle loro gambe, ma aspetta che stiano così male da dover scendere in barella. È questo lo Stato che vogliamo?”, ha scritto Cecilia Strada su Twitter.

Dei 31 rimasti a bordo, alcuni hanno smesso di bere e mangiare. Lo rende noto Mediterranea Saving humans in un comunicato.

“Abbiamo inviato una richiesta di revoca del divieto di ingresso in acque territoriali ai ministri che l’hanno firmato e siamo tornati a chiedere un porto sicuro di sbarco prima possibile, come è nostro diritto, e soprattutto diritto dei naufraghi, avere”, fanno sapere dalla Mare Jonio.

Il Decreto Sicurezza Bis, “illegittimo e incostituzionale, si basa sulla presunzione del pericolo di ingresso delle persone rispetto alla sicurezza dello Stato. Abbiamo allegato alla richiesta le loro storie. Rappresentano un insieme di sofferenze e diritti negati, sono davvero questi i nemici di cui avere paura? A bordo è sempre più dura, anche se si resiste insieme. Alcune delle persone soccorse hanno smesso di bere e di mangiare. Ieri si è dovuta imbarcare e rimanere a bordo una psichiatra per dare tutta l’assistenza possibile. L’equipaggio continua prendersi cura, ora dopo ora, di ognuna di loro, mentre è previsto un peggioramento importante delle condizioni meteomarine che metterà ulteriormente a repentaglio la sicurezza di tutti”, proseguono.

“A chi serve questo spettacolo della cattiveria? Devono sbarcare tutti in barella? Fateli scendere sulle loro gambe. E basta”, è la conclusione.

L’articolo originale può essere letto qui