Deniz Pinaroglu, richiedente di asilo politico, cittadino della Repubblica di Turchia, è ormai al ventunesimo giorno del suo sciopero della fame. Dissidente politico, si trova nel Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) a Torino ed il 20 settembre ha ricevuto la visita di Jessica Costanzo, membro della Camera dei Deputati.

La visita ha avuto una durata di circa quattro ore. Costanzo prima di svolgere un colloquio insieme a Pinaroglu ed il suo interprete ha visitato alcune parti del Centro con i dirigenti della struttura. Le prime impressioni della deputata sono queste: “Si tratta di un posto totalmente da rivedere e rivalutare dal punto di vista funzionale. Siamo di fronte ad un luogo che formalmente non sarebbe un carcere ma di fatto ne ha tutte le caratteristiche. Le persone che vi sono trattenute si trovano in questo luogo solo perché sono prive di un documento che permetta loro di soggiornare e/o lavorare in Italia, ma sono trattate come se avessero commesso un reato. E’ un luogo dove c’è poco da fare oltre mangiare, bere, dormire, guardare la televisione ed a volte giocare a pallone. Le camerate sono isolate tra di loro con delle grate alte e le persone hanno poca e limitata possibilità di incontrare gli altri trattenuti. Credo che possa essere utile attivare dei corsi di lingua e di formazione per tenere impegnate queste persone durante la loro attesa e per valorizzare le loro conoscenze. Penso che restare in attesa a lungo in un posto del genere non sia facilmente sopportabile”.

Jessica Costanzo ha fatto anche una serie di osservazioni sulle condizioni precarie dei lavoratori all’interno del CPR. “Secondo le dichiarazioni delle persone che ci lavorano si tratta di un posto in cui l’orario del lavoro è molto più lungo del dovuto. Inoltre a causa agli ultimi tagli effettuati con i cambiamenti legislativi ci sono sempre meno persone impegnate ad offrire i servizi. Tra questi c’è anche quello di consegna pasti. Secondo la direttrice dell’azienda che gestisce il centro, con meno personale a disposizione non si riesce a garantire un pasto caldo. Questo è uno dei punti che si trova anche tra le richieste delle persone trattenute nel CPR, come del resto ci sono molte altre problematiche di cui si lamentano sia i migranti sia i dirigenti”.

Per questo secondo la deputata Jessica Costanzo, ci vuole maggiore attenzione anche da parte dei dirigenti del CPR alle richieste di Pinaroglu e di altri immigrati che protestano, altrimenti c’è rischio che la direzione passi per quella che sminuisce le richieste delle persone trattenute anche se sono evidentemente richieste condivise da tutti.

La deputata eletta nel collegio plurinominale Piemonte 1 – 02 attira l’attenzione anche sul groviglio burocratico con il quale le persone trattenute devono fare i conti. “E’ assolutamente necessario velocizzare tutto l’iter burocratico. Arrivare a una conclusione definitiva in modo più rapido permetterebbe a ogni individuo di avere maggiori possibilità di ricostruire la propria vita futura con consapevolezza e chiarezza”.

Infatti questo punto sollevato da Costanzo è anche una delle richieste di Deniz Pinaroglu. “Accelerare il processo burocratico che si svolge qui dentro il Cpr e impedire/evitare che le persone trascorrano i migliori anni della loro vita tra 4 mura”. Pinaroglu, il 21 settembre ha dichiarato pubblicamente una serie di richieste che vanno oltre la sua condizione. Dunque la lotta del dissidente politico ha ormai assunto una forma condivisibile da tutte le persone trattenute dentro e da tutti coloro che solidarizzano con loro da fuori.

“E’ molto impressionante il coraggio, il bagaglio culturale e la conoscenza intellettuale di questa persona. Deniz non ha paura di dichiarare le sue idee. Persone come lui devono essere incoraggiate, mentre invece nella società di oggi vengono emarginate e penalizzate”, ha dichiarato Jessica Costanzo, membro della Camera dei Deputati il 20 settembre, al termine della sua visita a Deniz Pinaroglu, al diciannovesimo giorno del suo sciopero della fame.

Deniz sostiene di aver perso almeno 6 chili sin dall’inizio dello sciopero della fame. Ormai il mal di pancia insieme al mal di testa lo accompagnano nella sua azione nonviolenta alla quale non vuole rinunciare. Secondo Deniz sin dall’inizio gli è stata negata la vitamina B1 anche se secondo l’infermeria non è così. Per chiarire questo punto, essenziale per evitare i possibili danni sulla sua salute, Deniz vuole essere visitato da un medico indipendente presso una struttura ospedaliera statale.

Qui sotto pubblichiamo, senza modifiche, l’ultimo appello di Deniz Pinaroglu:

“Il diciannovesimo giorno del mio sciopero della fame, un’amica parlamentare mi ha visitato. Ha detto che stava seguendo il mio caso e stava tentando di accelerare l’iter burocratico. Abbiamo parlato dei problemi di questo posto e le ho inoltrato le mie richieste, che sono le seguenti:

  1. Monitoraggio regolare, nel Cpr, da parte degli individui/ong indipendenti e impegnate nel salvaguardare i diritti umani,
  2. Nominare professionisti che prendono sul serio il proprio lavoro e portare le cause al tribunale della città per discutere i casi delle persone trattenute nel Cpr, non giudici pensionati,
  3. Nell’infermeria, all’interno del Cpr, devono lavorare le persone che rispettano l’etica professionale e le visite effettuate devono essere registrate in un sistema ospedaliero sulla rete senza subire modifiche,
  4. Diversificazione dei pasti e migliorare e rispettare le condizioni igieniche con delle ispezioni periodiche,
  5. Accelerare il processo burocratico che si svolge qui dentro il Cpr e impedire/evitare che le persone trascorrano i migliori anni della loro vita tra 4 mura,
  6. Formazione linguistica e di diverse attività formative per le persone che rimarranno qui a lungo,
  7. Chiudere questi e campi simili a lungo termine.

La mia richiesta personale: appena possibile, uscire di qui senza perdere la salute, ricostruire la mia vita.

Ringrazio; La deputata Jessica Costanzo per il suo interessamento e la sensibilità per la situazione,

Al mio caro Murat Cinar, che è stato con me sin dall’inizio del processo ed è stato il mio interprete, ai miei avvocati Federico Milano e Gianluca Vitale

“La famiglia” della nostra famiglia Mika Sims e Zeynep Koçak

Alla cara Ezel Alcu, che ha portato la mia situazione alla stampa italiana, correndo il rischio di perdere il lavoro.

Engin Aslan da cui ho ricevuto informazioni sul mio caso, parliamo al telefono quasi ogni giorno.

I miei angeli custodi a Güleycan Demir, Naciye Demir, Naat Naat, Yeşim Pınaroğlu, Seçil Pınaroğlu, Nazlı Bayram.

Ai compagni/attivisti della Göçmen Dayanışma Ağı – Migrant Solidarity Network che si sono riuniti per trovare soluzioni ai problemi degli immigrati in solidarietà e lotta,

Al caro Luca De Simoni e #BlackPost, #LinformazioneNero #subianco, che hanno fatto sentire la mia voce in Italia,

Ad Alda e agli amici che compongono #Lasciatecientrare, il cui lavoro e solidarietà sono sempre stati al mio fianco,

Non sono stato in grado di scrivere i nomi di alcuni che erano con me prima e dopo lo sciopero della fame per proteggere la loro incolumità; Dalla Grecia verso l’Italia, dalla Polonia alla Turchia, dalla Svizzera dalla Germania, dalla Francia all’Inghilterra per combattere spalla a spalla per superare i confini, i miei compagni che hanno dedicato la loro vita alla lotta contro l’ingiustizia, ai miei cari heval ed a tutti miei amici…

Sto continuando con lo sciopero della fame.

Per la libertà,

Con solidarietà e in lotta…”