Per la prima volta oggi, 22 agosto 2019, l’ONU commemorerà le vittime della violenze religiosa (qui il link alla pagina), per “riaffermare il nostro fermo sostegno alle vittime di violenze basate sulla religione e sul credo”, ha dichiarato il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres. “Vogliamo dimostrare questo sostegno facendo tutto ciò che è in nostro potere per prevenire gli attacchi e chiedendo che i responsabili vengano puniti”. Tale giornata era stata approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite lo scorso maggio, in seguito ai crescenti episodi di violenza legati a questioni religiose.

Cristian Nani, direttore di Open Doors Italia, fa sapere: “Come dichiarato a più livelli, Open Doors accoglie con favore l’istituzione di questa giornata di commemorazione delle vittime di atti di violenza basati sulla religione o sul credo: è sicuramente un passo utile per far crescere l’attenzione sul tema della libertà religiosa in un periodo in cui si acuisce l’intolleranza in questo ambito”.

Le ultime ricerche del Pew Research Center mostrano come le ostilità sociali che coinvolgono la religione siano aumentate dal 2007 a oggi. Tra i Paesi che ottengono un punteggio “molto alto” si vedono il Bangladesh, la Repubblica Centrafricana, l’Egitto, l’India, l’Iraq, Israele, la Nigeria, il Pakistan, la Siria e lo Yemen.

Tali Paesi compaiono anche nella World Watch List di Porte Aperte/Open Doors, il report annuale che presenta la mappa dei 50 Paesi al mondo dove è più difficile vivere come cristiani. La sua edizione del 2019 riporta che, tra il 1 novembre 2017 e il 31 ottobre 2018, sono stati più di 4.100 i cristiani uccisi per motivi legati alla loro fede, di cui 3.700 nella sola Nigeria settentrionale e centrale, contro i 2.800 registrati nei 12 mesi precedenti.

“Da giugno 2019 ad oggi”, continua Cristian Nani, “almeno 150 cristiani sono stati arrestati in Eritrea per motivi legati alla loro fede, e questo è solo un esempio di come la violenza di cui stiamo parlando si traduca anche in privazione della libertà fisica per coloro che professano una certa fede. Per un giorno alziamo gli occhi verso coloro che non godono della libertà di esprimere la propria fede e con coraggio prendiamo posizione in loro favore. Per quanto riguarda Open Doors, continueremo a mostrare al mondo, dati alla mano, le violenze a cui sono sottoposti i cristiani in molti paesi, mobilitando l’opinione pubblica in generale e i cristiani in particolare ad agire in loro favore”.

Fonte: CS di Open Doors Italia