L’accordo raggiunto stanotte a Khartoum per la creazione di un governo di transizione ” è solo l’inizio di un pacifico percorso verso un Sudan democratico. Noi dell’Associazione dei professionisti sudanesi siamo consapevoli delle sfide che ci attendono, ma continueremo a monitorare la situazione, affinché le istanze dei cittadini siano finalmente accolte”. Cosi’ all’agenzia ‘Dire’ Sara Abdelgalil, portavoce
della Sudanese Professionals Association (Spa), una delle  associazioni che in Sudan guidano le proteste da dicembre.
Occasione dell’intervista è l’intesa tra militari e civili per la creazione di un governo di transizione incaricato di organizzare nuove elezioni, dopo tre decenni di governo ininterrotto dell’ex presidente Omar Al-Bashir. Il nuovo testo, siglato al termine di una nottata di concertazioni a Khartoum alla presenza di mediatori dell’Unione Africana e del governo etiopico, definisce la composizione dell’esecutivo provvisorio, ma Abdelgalil chiarisce: “E’ solo un primo passo. Venerdì dovrà essere siglata la dichiarazione costituzionale, dopo la quale
saranno anche definiti i nomi che comporranno il nuovo esecutivo”.
Cinque militari, sei civili, di cui cinque provenienti dall’ombrello che raduna le forze di opposizione: l’Alleanza per la libertà e il cambiamento. Nessun incarico per l’Spa, che tuttavia “resta impegnato nella sua opera di monitoraggio attento del processo di transizione, e dell’effettiva condivisione del potere”, come chiarisce la portavoce, che aggiunge: “Il lavoro da fare è ancora tanto”.
L’esercito e’ tuttavia accusato di aver represso con violenza molte manifestazioni, causando la morte di decine di persone. Dei
militari, allora, ci si può fidare? “E’ una domanda difficile. I  militari dovrebbero proteggere i cittadini ed evitare di occupare posizioni di governo” risponde la responsabile. Per questo, prosegue Abdelgalil, “l’Spa presenterà le proprie raccomandazioni in vista della dichiarazione costituzionale che dovrebbe vedere la luce venerdì: chiediamo un’inchiesta indipendente (sulle uccisioni degli ultimi mesi, in particolare quella del 3 giugno, ndr.), la transizione del potere nelle mani di un governo di civili e un Paese in cui la giustizia funzioni”.
Oltre a questa azione di monitoraggio e consulenza, l’Spa “continuerà a organizzare dibattiti pubblici per raccogliere le opinioni dei cittadini, per capire cosa vogliono davvero”.
Perche’ l’inizio di una nuova era per il Sudan, secondo Abdelgalil, passa per “la libertà di assemblea ed espressione”.