Una petroliera iraniana, la Salina, è attraccata al Complesso cinese per la raffinazione di Jinxi vicino a Pechino questa settimana, sfidando apparentemente le sanzioni statunitensi sulle esportazioni di Teheran, riporta il Washington Times, citando i dati da TankersTrackers.com.

Bourse & Bazaar, il sito web che segue gli sviluppi economici in Iran, sempre citato dal media nordamericano, ha riportato i registri di riferimento delle spedizioni che mostravano una nave Suezmax di medie dimensioni appartenente alla National Iranian Tanker Company che lascia il terminal iraniano il 2 maggio e arriva il 20 giugno vicino al porto di Jinzhou nei pressi di Pechino.

Si prevede che molte altre petroliere portino le spedizioni petrolifere in Cina nelle prossime settimane.

La Cina non ha ancora commentato i resoconti dei media.

Si dice che la petroliera iraniana abbia imbarcato il suo carico di petrolio in Cina il 2 maggio, giorno in cui scadevano le esenzioni per i paesi che ancora comprano petrolio dall’Iran.

In precedenza, ad aprile, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva annunciato che non ci sarebbe stata un’estensione delle esenzioni dalle sanzioni per la Cina, l’India, il Giappone, la Corea del Sud, Italia e la Turchia, dopo di che avrebbero potuto affrontare le sanzioni statunitensi, come parte della sua massima campagna di pressione sul Teheran.

La Cina è stata per lungo tempo uno dei maggiori clienti petroliferi dell’Iran e Pechino ha continuato a sostenere l’accordo nucleare del 2015 con Teheran dal il presidente Trump si è ritirato.