La terribile sensazione che ho provato svegliandomi e guardando i risultati italiani delle elezioni europee è stata che il mio paese fosse improvvisamente pieno di sconosciuti. Come è possibile che la maggioranza degli italiani riconfermi un governo che è stato il più inefficiente della storia, che ha fatto polemiche su tutto ogni santo giorno e che sembra essere completamente indifferente al problema incombente su come approvare il prossimo bilancio senza scontrarsi con l’Unione Europea o spremere come limoni i cittadini italiani? E di chi è il dibattito irresponsabile sulla finanza italiana che ha portato ora ad uno spread (una differenza di valore) di 290 punti con i tedeschi?

Cosa è più incredibile, è stato premiato Salvini che ha trascorso nel suo ufficio da Ministro degli Interni 17 giorni in tutto in un anno (non un ministero marginale: dovrebbe allora essere abolito?) mentre ha passato tutti gli altri giorni facendo campagna elettorale? Bene, gli italiani hanno raddoppiato i voti per lui dal 17% al 34% mentre hanno dimezzato quelli per i suoi partner di governo pasticcioni, i 5 Stelle (il cui leader Di Maio è arrivato a ricoprire la carica di Vice Premier con un solo altro lavoro nel suo curriculum: Steward presso lo Stadio di Napoli). Cosa ha fatto Salvini in concreto, oltre ad aver chiuso i porti agli immigrati, aver mostrato rosari, bibbie e crocefissi in manifestazioni ed aver mimato il body language di Mussolini?

Poi, naturalmente, ci si rende conto che Salvini non è solo e che probabilmente la mia generazione, che si rispecchia nei valori sanciti dalla Costituzione (solidarietà, giustizia sociale, equità, pace e cooperazione internazionale) non è capace di capire il nuovo tempo. Il 31 ottobre 2017 il Corriere del Trentino pubblicò un’intervista nella quale avevo dichiarato che avevamo bisogno dei populisti al governo in Europa il prima possibile, così sarebbe diventato presto evidente che anche se le denunce erano giuste, loro non avrebbero avuto soluzioni ai problemi. E quando l’intervistatore aveva osservato che le prossime elezioni sarebbero state quelle italiane, avevo risposto che come italiano ero triste ma come europeo ero felice, perché il populismo italiano avrebbe fallito miseramente.

Bene, secondo una logica normale, loro hanno fallito. Il caotico governo ha realizzato pochi punti del suo programma e l’Italia è il paese europeo con la crescita vicina allo 0%. Ma la maggioranza della popolazione italiana ha visto le cose diversamente, quindi questo apre una domanda cruciale. Coloro che stanno lottando per la democrazia (si veda la progressiva eliminazione polacca e ungherese del “check and balance”, di tribunali, di sistemi di insegnamento ecc.), coloro che stanno lottando per la trasparenza e per l’affidabilità (si pensi al rifiuto di Trump di rendere pubblica la sua dichiarazione delle tasse), che stanno lottando per la giustizia sociale (oggi solo 80 miliardari possiedono quanto 2.3 miliardi di persone), per la pace ( la corsa agli armamenti ha raggiunto la cifra senza precedenti di 1.7 trilioni di dollari nel 2018), e così via, capiscono veramente perché stiamo diventando una minoranza in molti paesi e a livello mondiale? Guardando alla molto probabile rielezione di Trump, alla vittoria di Le Pen su Macron, siamo sicuri che stiamo capendo la nuova politica e che possiamo dare una risposta concreta? Anche perché la marea è impressionante. Solo quelli che sono al potere, Trump, Orban, Kaczynski, Erdogan, Putin, Salvini, Bolsonaro, Duterte oscurano quelli che stanno aspettando (Le Pen, Geert Wilders, Jussi Halla-Aho e così via).

Naturalmente tutti questi rispondono a realtà differenti. Se definiamo nazionalista la nuova ondata allora dobbiamo aggiungere anche Modi, Abe, Xi, la grande maggioranza dei cittadini mondiali…

Ma almeno in Europa loro chiamano se stessi sovranisti. Questo rende più facile capirli, visto che di base condividono un buon numero di punti: a) nazionalismo tinto di razzismo; b) xenofobia alla quale aggiungono altre minoranze e LGBT; c) uso di una superiorità morale per dipingere l’avversario come un nemico del popolo che loro invece rappresentano; d) lotta contro qualsiasi trattato o struttura internazionale che abbia eliminato il sovranismo del loro paese; e) un eco di Trump: prima il mio paese.

Quindi la lotta non è tra sinistra e destra ma è tra coloro che sono per la loro nazione e coloro che vengono associati alla globalizzazione. Questa è, comunque, una manipolazione grossolana. Le nazioni sono la base sulla quale costruiamo le relazioni internazionali e sono la base per la nostra identità.

Il nazionalismo è un estremismo costruito su un concetto di per sé legittimo. E il principio su cui furono costruite le Nazioni Unite, per esempio, era il concetto di sviluppo, che è esattamente l’opposto della globalizzazione, che invece è il concetto e la strategia per eliminare la sovranità nazionale in modo da impiegare al massimo i capitali e gli investimenti a flusso libero e supportare il sistema transnazionale.

Quello dello sviluppo era un concetto basato sull’idea che alla fine, prendendovi parte tutti, tutti sarebbero stati di più, quello della globalizzazione invece che tutti avrebbero avuto di più. Un mondo in cui il costo della pubblicità pro capite supera quello per l’istruzione e in cui il sistema finanziario raggiunge volumi 40 volte superiori a quelli della produzione di beni e servizi, è un mondo chiaramente contro il concetto di sviluppo.

Avere paradisi fiscali con almeno 40 trilioni di dollari, le cui tasse, se pagate alle nazioni, sarebbero più del costo totale di tutti I programmi a lungo termine delle Nazioni Unite, chiaramente non è in linea con il sovranismo. E ricordiamoci anche che prima della crisi economica del 2008, causata da un sistema bancario corrotto, non c’erano partiti sovranisti in vista da nessuna parte, eccetto Le Pen in Francia. Il nuovo sistema politico non ha ancora combattuto duramente contro il drammatico potere della finanza: il primo anno di governo, Trump aveva nel suo gabinetto la più grande partecipazione di banchieri nella storia americana (più tardi sostituita da militari).

Ma non abbiamo spazio per un dibattito concettuale. Portiamo solo l’attenzione al fatto che gli elettori sembrano aver raggiunto un punto in cui trascurano l’elemento più essenziale dell’azione politica: non fidarti di quelli che ti hanno mentito, a prescindere da qualsiasi orientamento politico. Prenderò solo tre esempi: Italia, Gran Bretagna e Lituania.

Come già detto, l’Italia è in stagnazione, con nessuna crescita all’orizzonte. Il governo ha già provato ad ignorare il limite imposto dalla Commissione Europea, per cui il deficit non deve oltrepassare il 3% del deficit di bilancio. Questo infatti è quanto era stato imposto dal Consiglio dei Ministri. Vale la pena ricordare che il Consiglio, formato dai governi, è quello che prende le decisioni la cui ratifica viene poi lasciata alla Commissione. Il Parlamento Europeo fu creato per introdurre il principio estremamente necessario del “check and balance” (controllo e bilanciamento reciproco). Ma i politici di tutte le parti presentarono opportunamente misure e leggi impopolari che approvarono nella riunione del Consiglio come se fossero provenute dalla Commissione.

Salvini e Di Maio hanno dovuto fare una penosa ritrattazione e tagliare il deficit del bilancio italiano dopo aver provato a forzare la Commissione ad accettare un bilancio squilibrato. Ora Salvini dichiara che, al fianco degli altri sovranisti europei, costringerà la Commissione a cambiare le regole, ad accettare il prossimo bilancio italiano, ignorando non tanto l’economia ma la matematica.

C’è stato poco tempo fa un dibattito in TV tra la recentemente nominata Vice-Ministro dell’Economia Laura Castelli, una giovane laureata in amministrazione aziendale, e Carlo Padoan, un rispettato economista, professore universitario, membro del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Centrale Europea, della Commissione Europea e della Banca Mondiale. Quando Castelli ha detto che non teme l’aumento dello spread tra Italia e Germania perché questo non ha impatto sull’economia reale e sulla crescita degli interessi dell’enorme debito italiano, Padoan spaventato ha provato a correggerla. Dopo un po’ il moderatore ha provato a cambiare argomento, osservando che Padoan è un’autorità mondiale in questo campo. La risposta di Castelli è stata emblematica della sfiducia che i nuovi politici hanno nei confronti delle élites: Perché? Siccome ha studiato di più questo significa che ne sa più di me?

Bene, sembra che gli italiani si fidano di Castelli più di Padoan. Dopo le elezioni, Salvini ha annunciato che stanzierà 30 milioni di euro per la riduzione delle tasse, un palese regalo al settore degli affari del Nord Italia. Questo significa trovare almeno 80 miliardi di euro di entrate per il prossimo bilancio. Tutto ciò è ovviamente impossibile senza un aumento delle tasse ed un serio taglio alle spese correnti. Come sempre l’istruzione, la ricerca e la sanità verranno colpite, a meno che l’Unione Europea non sia d’accordo a mettere da parte la regola del 3%.

Bene, ecco una previsione facile: Salvini scoprirà che i suoi compagni di viaggio, i sovranisti di Austria, di Olanda, dei paesi del Nord, dei paesi dell’Europa Centrale e dell’Est, senza dimenticare la Germania, non saranno d’accordo nel mettere i propri soldi per salvare il bilancio italiano. Basterà per dimostrare agli italiani che vivere nella mitologia invece che nella realtà non aiuta?

Salvini ha vinto usando la paura dell’immigrazione. Bene, secondo le Nazioni Unite la popolazione italiana sta decrescendo dal 2015. L’anno scorso ha perso 160.000 persone e le proiezioni dicono che perderà 1.8 milioni di persone entro il 2025. L’Italia ora ha 5 milioni di stranieri, cifra che include 500.000 studenti, nati italiani da genitori stranieri. Si stima che gli stranieri illegali siano 670.000, contro cui Salvini non ha fatto un’azione reale: la sua carta vincente elettorale è stata chiudere i porti agli immigrati. Già sotto il precedente governo l’immigrazione era tanto bassa da contare solo 119.000 persone nel 2017 e 20.120 persone a metà settembre del 2018. Gli immigrati sono il 7.5% della popolazione italiana totale, che nel 2018 è stata stimata essere di 59.9 milioni (di cui il 71.8% urbana). Secondo le statistiche ufficiali, l’Italia ha 1.673 morti al giorno e 1.353 nascite… e il 22% della popolazione è over 65, con solo il 13.5% sotto i 15 anni.

Gli immigrati africani e arabi sono l’1.5% della popolazione italiana, e di questi il 2.5% sono europei. Ancora, secondo un sondaggio, gli italiani pensano che gli immigrati siano tra il 15 e il 25% della popolazione. E si crede che la grande maggioranza sia musulmana, quando invece è ortodossa.

E’ ovvio che senza immigrazione l’economia italiana e il sistema pensionistico non sopravvivono. Ma dire questa cosa è inaccettabile per loro… E non aiuta dire che in Giappone, il paese in cui identità e cultura vengono difese come intoccabili, la popolazione sempre più vecchia e il calo di produzione ha obbligato Abe ad accettare 230.000 immigrati quest’anno.

Il secondo esempio è la Gran Bretagna, casa del padre dei parlamenti, considerato un paese politicamente civilizzato. Bene, tutti conosciamo la saga della Brexit. Ma la cosa impressionante è che nelle recenti elezioni europee Nigel Farange ha ottenuto più voti del partito conservatore e di quello Laburista messi insieme. Lui ha creato il partito della Brexit appena 6 mesi fa, è stato fondamentale nel forzare il famoso referendum per la Brexit del 2016. Quel referendum era basato su informazioni molto chiaramente false e Farange lo ha ammesso dopo aver vinto. Tra le notizie false, una inventata da Farange era che 76 milioni di Turchi stavano per entrare a far parte dell’Europa e avrebbero invaso la Gran Bretagna: la Turchia non ha possibilità di entrare nell’Unione Europea. Boris Johnson aveva dichiarato che ogni settimana la Gran Bretagna dava all’Unione Europea 350 milioni di euro che invece avrebbero dovuto andare a rinforzare il Sistema Sanitario del paese: un’altra immagine che era talmente falsa che è stato portato in tribunale per questo. Gli inglesi hanno dato a Farange il 31.6% dei voti (Laburisti il 14.1% e i Conservatori il 9.1%) e Boris Johnson è in pole position per diventare il prossimo Primo Ministro. Naturalmente ci sono molte spiegazioni per questo ma tutte escludono qualsiasi considerazione della eleggibilità di bugiardi comprovati.

Il terzo esempio è la Lituania che ha avuto le elezioni politiche nazionali appena prima delle Europee. La Lituania contava 3.7 milioni di abitanti dopo la fine della Unione Sovietica. Nel 2018 quella cifra era più bassa di 2 milioni di persone per via dell’emigrazione costante, soprattutto di giovani. Il partito dei Farmers e quello dei Greens Union hanno brandito la bandiera dell’anti- immigrazione e hanno vinto facilmente.

Lo scorso anno l’”invasione” era infatti di 54.000 persone, di cui il 69% erano lituani che tornavano in patria. Degli immigrati reali, tutti sostanzialmente dall’Europa dell’Est e Centrale, gli arabo-africani erano appena 208, di cui 120 hanno già lasciato il paese. Come giustificazione per i lituani possiamo addurre che loro hanno avuto una storia di invasioni, repressioni e resistenza e l’identità è un sentimento forte, come dappertutto in Europa dell’Est e Centrale.

Ad ogni modo, la Germania dell’Est è il cuore del partito estremista Alternative fur Deutschland (AfD)ed ha pochi immigrati, al contrario della Germania Ovest dove l’AfD ha ottenuto ben poco. Ma da nessuna prospettiva logica è possibile credere che questi sentimenti e non la realtà possano giocare un ruolo tanto importante. Certo, ci sono molte domande difficili. Guardiamo all’Ucraina, dove il 73% degli elettori hanno votato un comico non testato, Volodymyr Zelensky. Questo prova che i sentimenti sono di fatto realtà. Ma poi perché negli Sati Uniti, culla del femminismo, il 43% degli elettori di Trump erano donne, che hanno eletto un evidente campione di misoginia e un famoso donnaiolo?

In altre parole, la realtà non è più un fattore per le elezioni. Altri fattori come i sentimenti sono più importanti. E siccome non abbiamo spazio per presentare una analisi seria su questo, mi si lasci solo proporre qualche considerazione su cui riflettere.

1) Gli storici concordano che l’avidità e la paura sono probabilmente i più importanti elementi del cambiamento. Se è così, ricordiamoci che con la caduta del Muro di Berlino nel 1989, e la dichiarazione di morte delle ideologie, i vincitori indicarono la globalizzazione come la strada a cui non c’erano alternative (TINA, Margaret Thatcher). Questo era inserito nel cosiddetto consenso di Washington che ridusse il più possibile il ruolo dello Stato per dare via libera ai movimenti di capitale. I costi sociali erano considerati improduttivi, in seguito arrivò l’eliminazione della differenza tra conto bancario di deposito e conto di investimento (Clinton 1999), che diede vita alla finanza di cui soffriamo ora.

Tra gli altri cambiamenti dovuti all’accumulo di ricchezza sregolato, non dimentichiamo la Terza Via di Tony Blair, un’accettazione della globalizzazione da parte della sinistra, per darle una faccia umana e renderla meno dannosa. Il risultato è stato il distacco della sinistra europea dalla sua base e la progressiva sparizione di un dibattito basato sui valori, che mette gli esseri umani al suo centro, in favore dei nuovi valori: la competizione, il successo individuale, la ricchezza alla base delle relazioni sociali, i mercati come centro delle relazioni internazionali.

2) Tutto questo è stato accompagnato dal declino del multilateralismo, della pace come valore e della cooperazione internazionale. Gli Stati Uniti furono il più grande motore per la creazione delle Nazioni Unite, con l’impegno di mettere a disposizione i propri quartier generali e di pagare il 25% del budget. Ma nel 1981 Ronald Reagan prese le distanze dichiarando che il suo paese non poteva accettare di avere un solo voto come gli altri e che non avrebbe accettato di far dipendere le risoluzioni da una maggioranza di paesi più piccoli. E infine è arrivato Trump con l’ultima goccia, con la campagna dell’”America first” che di fatto significa “America da sola”, predicando che gli Stati Uniti non possono avere amici o alleati che limitino le loro azioni. Questo è stato l’atto finale contro il multilateralismo.

3) Nel 2008 si è diffusa in tutto il mondo una crisi economica mondiale a partire dal sistema bancario americano, creando un’ondata di paura, disoccupazione, riduzione dei salari, perdita di lavoro e precarietà che il sistema politico fu gravemente incapace di gestire perchè le sue dimensioni globali erano andate oltre la capacità di risposta nazionale, il tutto accompagnato dal declino della competenza nella politica. A questo si aggiunse l’aumento della corruzione dato che i politici erano diventati a breve termine e si occupavano solo di problemi amministrativi senza alcun inquadramento ideologico.

4) Trump ha creato una situazione bollente con la Nuova Destra (o Destra Alternativa, come la chiama Steve Bannon), priva delle considerazioni morali ed etiche che erano emerse dopo la Seconda Guerra Mondiale. La Nuova Destra può attuare politiche basate sull’accumulo di ricchezza e molta più paura, usando gli immigrati e le minoranze come i nemici da combattere per difendere l’identità e la storia nazionali. Questa narrativa ha creato nuove divisioni: comunità rurali contro quelle urbane, le élites come nemiche del vero popolo, qualsiasi accordo internazionale come camicia di forza della nazione, il recupero di un passato glorioso come la base per il futuro. Trump ha legittimato comportamenti prima considerati inaccettabili e nel suo molto probabile secondo mandato cambierà ancora di più il mondo che avevamo costruito sulle rovine della Seconda Guerra Mondiale.

5) Internet è andato male. Invece di essere il nuovo strumento di comunicazione e condivisione orizzontali è diventato il creatore di mondi frammentati e virtuali in cui gruppi di persone lungo trincee di parte non scambiano più visioni ed idee. È un’arena per insulti e odio, condotti da identità false con false notizie e in cui i cittadini vengono venduti come consumatori da un numero di logaritmi, basati sulla massimizzazione del profitto.

Ha creato la più grande ricchezza della storia dell’umanità, multimilionari che non si sentono responsabili dei valori e degli interessi sociali. Questo ha aiutato a creare la perdita di qualità nel dibattito politico e l’utilizzo di sentimenti e pancia invece della razionalità politica. Trump ha 60 milioni di followers su Twitter, più di tutti i media americani messi insieme. Loro non comprano giornali e credono a tutto quello che dice Trump. Tutto ciò porterà alla sua rielezione a meno che non succeda qualcosa di sconvolgente ma con la barra della tolleranza che viene continuamente alzata.

Fermiamoci qui. Ci sono naturalmente molti più punti su cui riflettere ma qualsiasi riflessione facciamo, ricordiamoci che le idee politiche vanno e vengono nella storia. Sicuramente il sovranismo non è così strutturato come il comunismo o il fascismo. Era normale per i politici scrivere libri. Ora Trump si vanta addirittura di non leggerlo, per evitare che le sue idee vengano influenzate. La Nuova Destra è di fatto senza sostanza sebbene esperta nel muovere i sentimenti delle persone. Quindi anche questa ondata finirà.

La domanda è: il genere umano sarà in grado di creare di nuovo un sistema politico basato sui valori? E prima che ciò accada, la Nuova Destra con il suo nazionalismo porterà a guerre e sangue? Se guardiamo la mobilitazione sul cambio climatico, condotta da una giovane ragazza proveniente dalla Svezia, una carta vincente nelle elezioni europee, ci sono ragioni per sperare (ma ora il cambio climatico è diventato un problema di sinistra).

CI troviamo di fronte ad un rischio drammatico: se falliamo, una volta che la mitologia del sovranismo sarà collassata di fronte ad una realtà drammatica irrisolta, la gente che avrà perso la speranza e la fiducia nella politica tenderà a cercare la via di uscita dal caos in un “Uomo della Provvidenza”, come Pio XI definì Benito Mussolini.