I risultati delle Elezioni Europee in Italia, nonostante fossero previsti con una discreta precisione, non smettono di impressionarmi. La campagna elettorale non è stata incentrata del tutto sul tema migratorio ma sono quasi certa che la maggior parte dei votanti a destra pensava a quello e non alle riforme ancora non attuate (flat tax, giustizia ecc.).

Alcune persone hanno posto degli striscioni ai loro balconi per manifestare il loro dissenso a questo governo o a certe misure in particolare o all’aria di show pre-dittatoriale che si respira. Alcuni di loro hanno visto le forze dell’ordine entrargli in casa per togliere quegli striscioni.

Vorrei porre l’attenzione su alcuni dettagli poiché, se è certo che ancora possiamo andare a votare e che ancora possiamo scrivere i nostri articoli e pubblicarli liberamente in Internet (nelle TV e nella carta stampata la censura non è mai stata sradicata del tutto), ci sono però dei segnali di qualche significato che ci ricordano che la democrazia non è mai garantita e che la storia non elaborata tende a ripetersi.

In quest’anno di governo gli sbarchi di migranti nel nostro paese sono diminuiti dell’82% e in Europa, come in Italia, le maggiori politiche sul tema hanno riguardato il tema del controllo dei confini esterni e del blocco delle partenze. Il 62% dei migranti partiti dalla Libia è stato riportato indietro prima di poter approdare in un porto sicuro (contro il 7% del periodo precedente), il 13% dei migranti che sono partiti, sono morti o dispersi (contro il 2% del periodo precedente). La delega del salvataggio in mare alla Libia e la guerra sferrata contro le navi delle ONG ha dato i suoi effetti.

Inoltre l’abolizione dell’istituto della protezione umanitaria e il taglio economico brutale delle risorse per l’accoglienza, hanno prodotto un netto peggioramento delle condizioni dei migranti già sul territorio, che non possono più seguire un programma di integrazione, e un chiaro aumento della presenza di migranti illegali, poiché non sono stati certo rimpatriati coloro che sono stati buttati fuori dai Centri di accoglienza. Risulta evidente chi paga il costo delle politiche di sicurezza.

Viene da pensare che quel gruppo di quattordicenni siciliani non avessero poi tanto sbagliato nelle loro analisi, paragonando il 1938-9 con il 2018-19. E la loro professoressa è stata scagionata dopo una protesta incredibile e immediata. Ma la cosa grave e inammissibile, in una democrazia antifascista per definizione, è che fosse stata sospesa.

Anche allora quello cattivo era da un’altra parte (Hitler in Germania e oggi i mercanti di umani in Africa), anche allora chi moriva era gente che, dopo un’attenta e intensa propaganda denigratoria, non era considerata poi tanto umana (gli Ebrei, i Sinti e Rom, gli omosessuali ecc. e oggi gli africani o extra-comunitari o i musulmani). Chi ha visto i corpi qualche elaborazione l’ha dovuta fare, ma il mare di oggi occulta più dei forni e dei lager di ieri. E, inoltre, gli africani e i medio-orientali di oggi non sono gli Ebrei di ieri che, nonostante l’orrendo genocidio, avevano dei partners d’elite negli Stati Uniti che hanno imposto la creazione dello stato di Israele, forti anche del peso delle vittime e della spinta della rivincita di un popolo che di identità ne ha da vendere da sempre. No, questi africani che muoiono nel Mediterraneo fin dalla fine degli anni ’80 continuano a essere i “nessuno” della storia, senza diritti, senza dignità. Non contano.

Però non possiamo dire ai governi Europei che sono i responsabili di un immane genocidio. Anche se, in fin dei conti è proprio così. Non vogliamo rielaborare la nostra storia, non vogliamo sentirci responsabili di quello che sta accadendo. E questo ci porta alla follia. Solo così posso spiegarmi quel 34% e quella crescita del sovranismo.

E allora, per capire ancora meglio la follia di questa Europa così spaventata dalle onde migratorie, guardiamo altri dati dell’UNCHR e scopriamo che i paesi che hanno il numero assoluto di rifugiati di gran lunga superiore ai dati dei paesi europei sono la Turchia, il Pakistan e l’Uganda, quelli che hanno il maggior numero di rifugiati pro capite rispetto alla popolazione sono il Libano, la Giordania e la Turchia.

Meditiamo.

Vedi articolo di F. Colombo su Lenius

rifugiati completo