La famiglia è un’organizzazione sociale composta da due genitori e un numero svariato di figli, a volte nel nucleo sono presenti parenti stretti quali nonni, zii e nipoti. In questi ultimi tempi, ma anche da qualche anno, si parla di famiglie arcobaleno per garantire i diritti ad un altro modo di essere coppia e genitori. Da filosofa non voglio indicare quale sia il “luogo” migliore dove crescere i bambini, considero solo il fatto che dove c’è amore, rispetto e solidarietà c’è famiglia. Purtroppo nascono e si sviluppano con grande velocità prese di posizione estreme che annullano il dialogo: ognuno rimane rigidamente ancorato al proprio punto di vista, influenzato dall’orientamento politico di appartenenza, senza voler ascoltare le ragione dell’altro. Tutta questa premessa per dire che lo scontro non è proficuo: difendendo la famiglia tradizionale da un lato e dall’altro le famiglie “alternative” non si fa che creare un solco invalicabile fatto di stereotipi e quindi di nuove ripetute discriminazioni. Le posizioni rigide conducono alle generalizzazioni che sono anti-filosofiche e soprattutto non aiutano il singolo con le sue proprie difficoltà. Credo sia fondamentale invece instaurare un dialogo vero fatto di ricerca del punto di incontro.

Quando parliamo di famiglia tradizionale ci riferiamo, ciò è nell’immaginario collettivo, ad un nucleo formato da padre madre e due figli possibilmente un maschio ed una femmina. Un tempo la mamma stava a casa e la sua occupazione era la famiglia in forma esclusiva, oggi la donna, nella maggioranza dei casi grazie all’emancipazione, studia, lavora e quindi ha una vita paritaria con l’uomo. Questa innovazione ci mostra come la famiglia tradizionale abbia subito un cambiamento significativo che l’ha condotta alla “corruzione” cioè alla distruzione dello stereotipo sociale. Non si tratta di una corruzione in senso dispregiativo, ma di un mutamento rispetto alla tradizione patriarcale. Non è necessario proseguire in questa descrizione per comprendere che il progetto antico si è evoluto come è normale che sia una società capace di evolversi.

Da dove discende la famiglia come immagine sociale? Nella nostra cultura occidentale è rimasta influenzata dalla Sacra Famiglia, un modello di solidarietà genitoriale profonda, ma allo stesso tempo, forse non ce ne siamo accorti a sufficienza, portatrice di una rottura delle regole ante litteram. Giuseppe era infatti il padre adottivo di Gesù eppure si occupava di lui come un vero padre, forse, anche se non è paragonabile, come oggi accade nelle famiglie allargate. E le famiglie composte da genitori dello stesso sesso desiderose di dare amore a bambini abbandonati come le possiamo collocare? Ritorna con forza il bisogno di etichettare a seconda del proprio schieramento politico, dimenticando che famiglia vuol dire amore, solidarietà e condivisione, un amore per i figli, qualsiasi sia il loro essere e il loro orientamento.

I comportamenti da mettere all’indice credo siano insiti nella società al di là della composizione e del genere di famiglia: troviamo infatti, statistiche alla mano, padri di famiglia all’apparenza irreprensibili e rispettabili pronti a partire per viaggi esotici in cerca di bambine da stuprare. Qualcosa non torna e continuerà a non tornare se si insisterà a circoscrivere il proprio pensiero in steccati ideologici. La famiglia dove regna amore, solidarietà e rispetto, è un bene dell’umanità che andrebbe riconosciuta dall’UNESCO e di conseguenza sostenuta con politiche adeguate dalle istituzioni di turno. Il dialogo, la famiglia e il rispetto della natura sono strumenti della nonviolenza capaci di migliorare i rapporti interpersonali per aiutare tutti noi a camminare spediti verso un mondo in grado di trovare la salvezza dall’autodistruzione. In una famiglia che si possa definire tale vige la regola del dialogo, delle decisioni collegiali, della solidarietà tra i membri; l’equilibrio che si instaura in una simile organizzazione sociale rende possibile un confronto che esce dal nucleo per estendersi alla società. E l’ecologia che cos’è se non l’unione di tutti per la salvezza del Pianeta? E quando si dice tutti si intende ogni singolo, ogni gruppo al di là del proprio colore e del proprio essere. Il mondo è un “tutto organico gerarchizzato”, un tutto costituito da parti ognuna indispensabile al funzionamento dell’intero; le parti da sole non sopravvivono e il tutto senza la collaborazione delle parti va incontro ad un inesorabile declino. L’ecologia non discrimina perché è nonviolenta, il sentimento ecologico si sviluppa nell’ambito di un’educazione familiare nonviolenta che insegna e mostra il rispetto delle differenze e del fondamentale apporto dei singoli al beneficio dell’intero.