La mano dietro il sabotaggio elettrico che ha lasciato al buoi gran parte del territorio venezuelano per oltre 24 ore è stata chiara fin subito. Il senatore statunitense Marco Rubio, uno degli esponenti politici più impegnati nel golpe contro il Venezuela, aveva infatti scritto un tweet appena 3 minuti dopo il cyber sabotaggio al sistema di controllo automatizzato della centrale idroelettrica Guri che rifornisce di elettricità circa l’80% del paese.

Come poteva essere al corrente da subito su quanto accaduto? «Come ha fatto sapere Marco Rubio pochi minuti dopo (l’attacco) che i generatori d’emergenza erano andati in crash? In quel momento, nessuno lo sapeva ancora», questa la domanda retorica che pone il ministro per la Comunicazione, nonché vicepresidente della Repubblica Bolivariana, Jorge Rodríguez.

Il dirigente di Caracas ha inoltre smentito che vi siano stati dei morti negli ospedali a causa della mancanza di energia elettrica nel paese. A tal proposito il presidente Nicolás Maduro aveva ordinato la fornitura di impianti d’emergenza per prevenire qualsiasi attacco del genere.

Intanto, però, gli sciacalli festeggiavano sui social network: «Poche settimane fa il regime Maduro ha accusato le iguane di causare una grande mancanza di corrente nella rete elettrica. Abbiamo ora ricevuto il primo video di ciò che ha causato il blackout nazionale di stasera senza precedenti in Venezuela», questo è quanto scritto ancora da Marco Rubio accompagnando al testo un’immagine di Godzilla che spara fuoco dalle sue fauci.
Per Mike Pompeo «la carenza di energia e la fame (in Venezuela) sono il risultato della incompetenza del ‘regime’ di Maduro».

A costoro si è unito l’ex presidente autoproclamato Juan Guaidó adesso declassato al ruolo di semplice leader dell’opposizione dopo che il tentativo di golpe è miseramente fallito.

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