Con riferimento al lancio ANSA 06 marzo 2019 20:21 News la Commissione Tecnica Torino-Lione (*) risponde alla Commissione Europea considerando come estremamente scorretta la forma di comunicazione adottata dal vicepresidente della Commissione Ue Jyrki Katainen che vorrebbe inviare un promemoria annunciando, nel caso in cui il Governo italiano fermi il progetto Torino-Lione, la perdita di circa 800 milioni di cui 300 milioni entro marzo e il resto successivamente.

Tale messaggio appare piuttosto come una minaccia e un’inaccettabile interferenza nella libertà dell’Italia di compiere scelte sovrane di carattere economico e politico.

La Commissione tecnica Torino-Lione ricorda che ai sensi dell’Art. 17 comma 3 Programmi di lavoro pluriennali e/o annuali  del Regolamento (UE) N. 1316/2013 dell’11 dicembre 2013 (CEF):

”I progetti descritti nella parte I dell’allegato I (e quindi il progetto Torino-Lione, N.d.R.) non sono vincolanti per gli Stati membri nelle loro decisioni di programmazione. La decisione di attuare tali progetti spetta agli Stati membri e dipende dalle capacità di finanziamento pubblico nonché dalla loro fattibilità socioeconomica conformemente all’articolo 7 Regolamento (UE) n. 1315/2013 (TEN-T).”

I residui fondi UE (CEF) attualmente a disposizione per la Torino Lione sono già persi anche in presenza di ogni proroga che la Commissione volesse adottare. Le attività finanziate sono in ritardo da anni a causa di comprovate inefficienze di TELT. La Commissione Europea e l’INEA sono perfettamente a conoscenza della situazione. Anche lanciando ora le gare TELT, essi saranno comunque obbligati a decurtare oltre 300 milioni di sovvenzioni già assegnate. Tale situazione è l’esatta replica di quanto già visto nel 2013 (cfr. Decisione C(2013) 1376 final – durante il Governo Monti): TELT (allora Ltf) perse circa 300 milioni di euro per la sua incapacità a completare le attività promesse.

Come ampiamente riscontrato dalle analisi chieste, volute e pubblicate dal MIT, i costi certi della Torino Lione superano ampiamente i suoi potenziali benefici, sia dal punto di vista europeo che francese o italiano. Pertanto, qualora TELT procedesse comunque al lancio delle gare, questo si tradurrebbe in una completa sconfessione dell’operato dell’attuale titolare del MIT e del suo staff. In base a quanto esplicitamente previsto dai Regolamenti CEF, Italia e Francia hanno tutte le prerogative per richiedere una revisione dei programmi di investimento sulla base di ACB che indichino il mutamento dei presupposti.

Gli interventi di miglioramento e potenziamento della linea esistente sono urgenti e ineludibili. Dovranno essere realizzati in ogni caso. Il grave ritardo cui assistiamo è diretta responsabilità di chi doveva agire per tempo e non ha agito, a cominciare dai Commissari di Governo. L’attuazione di tali interventi è decisamente più rapida, cantierabile e a basso costo del Tunnel di Base. Una risposta immediata e pratica ai bisogni del mondo produttivo.

Il lancio delle gare TELT (con o senza clausole, notoriamente inapplicabili) sarà interpretato dal territorio come atto politicamente ostile e con conseguenze politiche irreversibili.

(*) Commissione Tecnica Torino-Lione

La Commissione è stata nominata dall’Unione Montana Valle Susa (già Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone e precedentemente Comunità Montana Bassa Valle di Susa e Val Cenischia), dalla Città di Torino e dal Comune di Venaria Reale. Nel territorio amministrato da questi enti vive la maggior parte delle popolazioni (circa 1 milione di persone) interessate dai progetti della Torino Lione in Italia.

ANSA 06 marzo 2019 20:21 News – La Commissione europea è pronta a inviare una nuova lettera all’Italia per ricordargli che l’eventuale ‘no’ alla Tav comporterà la violazione di due regolamenti Ue del 2013 e la perdita di circa 800 milioni di cui 300 milioni entro marzo e il resto successivamente: è quanto si apprende a Bruxelles. Di Tav ieri avrebbero parlato al telefono il vice premier Matteo Salvini e il vicepresidente della Commissione Ue Jyrki Katainen.