”È chiaro dalle evidenze che la questione dei prodotti chimici nel nostro cibo è una questione di democrazia. La libertà dei cittadini da ciò che è nocivo dovrebbe essere garantita. È ciò per cui le comunità lottano nel mondo. Un’altro aspetto della democrazia è la tutela del bene comune e dell’interesse comune. Ogni volta che i diritti democratici vengono messi al primo posto delle decisioni allora c’è una distorsione per silenziare le persone. La democrazia come ogni cosa vivente cresce dal basso verso l’alto, come sancisce il principio di sussidiarietà dell’Unione europea. Quando ciò non avviene tale principio viene violato.” Così Vandana Shiva, presidente di Navdanya International, alla Conferenza della Camera dei Deputati per il lancio della Campagna globale Poison-free Food and Farming 2030 – Cibo e Agricoltura liberi da pesticidi 2030.

La Campagna, come ha spiegato Vandana Shiva  vuole essere un invito a creare un movimento unificato per il cambiamento. Si rivolge a tutte le donne, uomini, giovani, cittadini e cittadine, popoli indigeni, contadine e contadini, produttori e consumatori, comunità locali dal nord e dal sud del mondo, interessati/e ad impegnarsi ed agire per difendere il nostro pianeta, garantire un futuro vivibile alle future generazioni.

Presenti alla conferenza rappresentanti dei movimenti locali che stanno protestando contro il massiccio uso di pesticidi che stanno avvelenando le campagne italiane.

Ha portato la propria testimonianza il Comitato genitori Asilo San Giacomo di San Giacomo di Veglia, frazione di Vittorio Veneto: “Siamo genitori di un asilo che rischia di chiudere a causa dell’avvio di un vigneto, nonostante l’ordinanza del comune di sospendere i lavori. L’anno scorso abbiamo raccolto 2000 firme anche di agricoltori che non condividono l’atteggiamento dei proprietari del terreno. Il sindaco di Vittorio Veneto ha anche approvato una delibera di giunta che vieta l’uso agricolo della zona perché di interesse sociale (zona F). Il vigneto è andato avanti nonostante tutto e sono state già piantumate le barbatelle. Il nostro è un caso di speculazione. Questi non sono agricoltori tradizionali, ma imprenditori che vogliono investire nel business del prosecco, che lo stesso Prefetto di Treviso ha definito sui rotocalchi “mine vaganti”. Le stesse associazioni di viticoltori si sono dissociate perché questo modo di fare agricoltura mina la credibilità della categoria. Considerando che la zona è di nuovo candidata ad essere dichiarata patrimonio dell’Unesco, un giudice deciderà sul destino del vigneto e del nostro asilo, ma noi genitori andremo avanti a combattere, perché la salute è un diritto costituzionale”.

Tiziano Quaini – coordinatore dell’Associazione Veneta dei Produttori Biologici e Biodinamici è intervenuto in rappresentanza della Marcia Stop Pesticidi, ha dato voce agli abitanti delle campagne avvelenate dall’agricoltura industriale: “La marcia è iniziata 3 anni fa dal Veneto, da Treviso, e dall’Alto Adige, cioè dai luoghi più colpiti dalle monocolture e dai pesticidi. Parliamo di più di mille kg per ettaro. A Verona i vigneti sono arrivati a quota 800 metri. Al posto dei pascoli e delle malghe, ci sono vigneti e cantine. Stiamo inquinando anche le montagne. Non è “agricoltura eroica” come viene definita, gli eroi sono gli agricoltori biologici. Si faranno 7 marce quest’anno, dal Veneto, al Trentino Alto Adige, alla Romagna,  fino alla Toscana, con centinaia di associazioni. Noi agricoltori biologici, inoltre, ogni anno dobbiamo rinunciare a parte della produzione perché contaminata dai pesticidi dei vicini. Invitiamo tutti a partecipare alla marcia di quest’anno che terrà il 19 maggio”.

Ulrich Veith – Sindaco di Malles, in Val Venosta, Alto Adige, è intervenuto a nome dei suoi abitanti, che hanno scelto di vietare l’uso dei pesticidi su tutto il territorio comunale per mezzo di un referendum e grazie all’impegno politico e il coinvolgimento dei cittadini. L’esito del referendum è stato impugnato dal TAR: “Il messaggio che i pesticidi non fanno bene a noi e alla natura è già arrivato tanti anni fa. In Alto Adige la media di uso pesticidi per ettaro è molto più alto che nel resto d’Italia a causa della monocoltura delle mele. Al referendum, più del 70% della popolazione ha partecipato e il 76% ha detto no ai pesticidi. L’agricoltura biologica sta aumentando, ma ancora tanti pesticidi vengono usati. Per noi liberare il comune dai pesticidi è l’unica cosa da fare. Domani terremo una conferenza stampa a Malles per diffondere i risultati degli studi che abbiamo fatto sul territorio. Anche nelle aree più lontane dai campi sono presenti fino a14 pesticidi diversi. Noi siamo convinti, andremo avanti comunque, speriamo ci arrivi una mano da Roma perché da Bolzano è molto difficile”.

Claudio Bizzotto, agricoltore biologico e rappresentante dell’associazione Terra Chiama ha dichiarato: ”Sono partito da Bassano del Grappa in treno per venire a Roma e ho attraversato l’Italia, mi sono quasi commosso a vedere questo paesaggio così ricco e vario. Abbiamo questa risorsa sotto i piedi e tra le mani, non possiamo piangerci addosso. Faccio agricoltura biologica da prima che venisse definita così, oggi molti giovani mi chiedono come si fa. La mia preghiera ai politici: facciamo una rivolta, intendo quella cosa che si fa in ottobre in campagna quando abbiamo calpestato troppo il terreno: rivoltiamo la terra per ossigenare i veri coltivatori, che sono i microorganismi dell’ecosistema. Con Terra Chiama vogliamo che il cambiamento parta dai cittadini. Se saremo capaci di fare una nuova alleanza con la terra avremo prosperità e benessere per tutti”.

Come sottolineato nell’ambito della conferenza, importanti report internazionali hanno rivelato che il maggior contributo alla perdita di biodiversità è rappresentato dall’agricoltura industriale,  che ha cambiato l’uso e la gestione della terra e dell’acqua, oltre alla deforestazione e ad altri eccessi tipici del sistema alimentare industriale globalizzato. Il recentissimo rapporto della FAO sullo stato della biodiversità mondiale per l’alimentazione e l’agricoltura o una recente analisi globale, pubblicata sulla rivista Biological Conservation, hanno messo in evidenza i dati e i modi in cui la biodiversità mondiale sta drasticamente diminuendo. In particolare gli insetti, che si stanno estinguendo in tutto il mondo ad un ritmo talmente preoccupante, che potrebbe provocare un “crollo catastrofico degli ecosistemi naturali. Non a caso la stessa Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato che la decade tra il 2021 e il 2030 deve essere dedicata alla rigenerazione degli ecosistemi e ha emesso un forte “appello all’azione” globale per mobilitare il sostegno politico e finanziario necessario”.

Come sottolineato ancora da Vandana Shiva, la nostra sicurezza alimentare e la nostra sopravvivenza si basano infatti sulla conservazione della biodiversità, che è minacciata da quella che gli scienziati definiscono “la sesta estinzione di massa. Questi stessi fattori  contribuiscono fortemente anche  al cambiamento climatico. Migliaia di studi confermano i danni per la salute umana causati dall’uso indiscriminato delle sostanze chimiche di sintesi in agricoltura. Vi è ormai evidenza di una forte correlazione fra esposizione a pesticidi e patologie croniche degenerative in costante aumento.

Patrizia Gentilini, oncologa ed ematologa, membro del comitato scientifico di Isde, Medici per l’ambiente ha confermato che “La ricerca scientifica dimostra in modo inequivocabile che qualsiasi esposizione a pesticidi è un fattor causale dell’aumento nell’incidenza di: cancro, malattie respiratorie, Parkinson, Alzheimer, sclerosi laterale amiotrofica (Sla), autismo, deficit di attenzione e iperattività, diabete, infertilità, disordini riproduttivi, malformazioni fetali, disfunzioni metaboliche e tiroidee. In particolare sono suscettibili all’esposizione i bambini, fin dalla fase della gravidanza, che può causare danni neurologici importanti, quali la diminuzione quoziente intellettivo e l’autismo. Come medici per l’ambiente ci battiamo per un cibo senza residui, la politica deve sostenere qualsiasi iniziativa a favore della salute della popolazione”.

Davide Marino – Università Roma Tre, ha spiegato come i problemi sanitari legati all’uso dei pesticidi siano solo un tassello del quadro più complesso dei sistemi alimentari: dalla produzione, alla trasformazione, alla distribuzione, alla gestione dei rifiuti. Quale esempio di un sistema malato ci ha ricordato che: “In Italia per ogni ettaro vengono utilizzati in media 530 kg di diversi composti chimici, vale a dire 50 gr per ogni kg di prodotti coltivati. Stiamo vivendo un ‘paradosso alimentare’, con 2 miliardi di persone con problemi legati alla sovra-alimentazione, come obesità, diabete, intolleranze alimentari da un lato, e  800 milioni che soffrono per fame e malnutrizione dall’altro. Le politiche devono affrontare la questione del cibo con una prospettiva ampia: dalla produzione, alla trasformazione, alla distribuzione, al consumo e al post-consumo e considerare le ricadute anche in termini di giustizia sociale. Il sistema agro-industriale globalizzato riduce la biodiversità, concentra la ricchezza nelle mani di pochi, mentre i redditi dei contadini che secondo la FAO producono il 75% del cibo nel mondo si riducono sempre di più”.

Quanto ci costa in realtà l’agricoltura convenzionale? Chi paga i costi? Ha risposto a questa domanda Nadia El-Hage Scialabba – TMG Think tank for Sustainability-Berlin, con 30 anni di esperienza alla FAO: “A causa delle contraddizioni a volte presenti nei dati scientifici, come ad esempio il glifosato, prima dichiarato cancerogeno dall’OMS e poi dichiarato non cancerogeno l’anno dopo dall’Efsa, abbiamo voluto effettuare uno studio incrociando dati certi. Abbiamo messo a confronto diverse aree del Minnesota, negli Stati Uniti: alcune coltivate con mais ogm, altre con mais non ogm. Nella coltivazione del mais ogm si fa ampio uso di erbicidi, in quanto si tratta di coltivazioni Roundup Ready, resistenti appunto agli erbicidi. Abbiamo rilevato un aumento dello 0,67% nell’incidenza di malattie nelle aree coltivate con ogm. Soltanto in Minnesota il costo sanitario è pari al 28,8% del valore del prodotto. Si può dire che un terzo del valore del prodotto va perso in costi sanitari. Mentre è stato calcolato il valore globale della produzione alimentare a 2.800 miliardi di dollari, i costi ambientali sono stati calcolati a 3.000 miliardi di dollari, a cui ne vanno aggiunti altri 2.800 per costi legati alla perdita di benessere sociale e a conflitti causati dalla perdita di risorse naturali come suolo e acqua. Noi oggi per ogni Euro di cibo prodotto ne abbiamo già spesi 3”.

Mariagrazia Mammuccini, Federbio e portavoce di Cambia la Terra: ”Il nostro slogan è no ai pesticidi si al biologico. Serve un cambio di paradigma, la chimica di sintesi non ha futuro. L’alternativa c’è ed è agricoltura biologica e biodinamica. Sono i cittadini stessi che hanno iniziato a richiederla sempre di più, perché produce ricadute positive per la salute e l’ambiente. Purtroppo ancora i fondi pubblici vanno soprattutto a chi usa la chimica. Più le reti di agricoltori e cittadini si diffondono più avremo speranza”.

Presenti alla conferenza la parlamentare Sara Cunial (5 stelle) che nel suo intervento ha precisato: “un’agricoltura senza veleni non solo è possibile ma è già realtà. Compito della politica non deve essere altro che proteggere e incentivare le esperienze positive che già oggi sono diffuse sul nostro territorio. Tanti agricoltori stanno portando avanti modelli virtuosi senza veleni, al servizio delle persone e della loro salute. Sono i custodi della terra e noi siamo determinati a difenderli e supportarli senza compromessi: nelle loro mani c’è il nostro futuro su questo Pianeta”.

Susanna Cenni (PD) che ha sottolineato l’importanza delle  leggi nate dal basso, sulla biodiversità da agricoltori custodi e regioni. Questa alleanza – ha sottolineato la Cenni – è la direzione giusta”.

Il Senatore Saverio De Bonis (gruppo misto) ha dichiarato di aver presentato una mozione sul glifosato presente nelle derrate che arrivano sui nostri porti dall’estero, per chiedere al governo di controllare di più e di seguire i” principio di precauzione secondo cui il diritto alla salute e all’ambiente deve prevalere sulla logica del profitto. “Abbiamo notato – ha sottolineato il senatore – un abbassamento dei livelli con analisi autofinanziate, ma sappiamo che il carico degli interferenti endocrini è sempre alto”.

Rossella Muroni (Leu) ha sottolineato come “oggi, il lancio da Roma della campagna Poison Free Food and Farming 2030 abbia dato forza a noi parlamentari che lavoriamo trasversalmente e alle associazioni che si impegnano per un’agricoltura biologica e sostenibile. A tutela di qualità, ambiente e salute”.

 

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