Quattordici persone sono morte in un attacco jihadista avvenuto a Kain, in Burkina Faso vicino al confine con il Mali. Non molti anni fa il Burkina Faso era uno dei paesi più sicuri e anche più piacevoli da visitare per l’accoglienza della popolazione e per l’Islam professato dai burkinabè che sono tra i più tolleranti. Oggi il Burkina Faso è diventato un paese difficile, un paese a rischio aggressioni e attacchi di matrice jihadista.

L’attacco di Kain è l’ennesimo episodio di violenza che, ovviamente, richiede risposte da parte del governo. L’esercito infatti ha subito dichiarato aver condotto raid di terra e aerei in risposta all’assalto e “neutralizzato”, cioè ucciso, 146 terroristi.

L’attacco è avvenuto alla vigilia del summit a Ougadougou dei cinque paesi del Sahel Burkina Faso, Ciad, Mali, Mauritania, Niger. Non solo. L’attacco potrebbe essere una intimidazione per il Panafrican Film and Television Festival, tra i maggiori festival di cinema africano, che festeggia il 50esimo anniversario e che si terrà a fine febbraio.

A fine dicembre il Burkina Faso ha annunciato l’introduzione dello stato d’emergenza in diverse regioni del nord dopo un consiglio dei ministri straordinario, ma nelle ultime settimane sono continuate le violenze e i rapimenti come quello dell’italiano Luca Tacchetto e della sua compagna canadese, Edith Blais, scomparsi da metà dicembre, e l’uccisione del geologo canadese Kirk Woodman, trovato morto in una miniera d’oro nel nord-est. Gli attacchi, che sono attribuiti ai gruppi terroristici Ansarul Islam e al “Gruppo per l’affermazione dell’islam e dei musulmani”, affiliato ad al-Qaeda per il Maghreb Islamico, hanno provocato oltre 255 morti dal 2015. Da allora, Ouagadougou è stata colpita da tre attentati che hanno ucciso almeno 60 persone.

Insomma il Burkina Faso è diventato impraticabile. Come i deserti del nord in Niger e Mali, come buona parte della costa orientale africana, come l’ovest del Ciad e il nord est della Nigeria e il nord e l’ovest del Camerun. Le organizzazioni jihadiste responsabili di tutto ciò sono le varie fazioni di Boko Haram, tutti quei gruppi legati al cartello di Al Qaeda e al cartello rivale dello Stato Islamico.

Così il terrorismo internazionale ha “scoperto” l’Africa. Forse è una conseguenza del fatto che anche l’economia ha “scoperto” l’Africa, si veda l’interventismo cinese nel continente e quello di molte potenze arabe. Che una cosa sia conseguenza dell’altra? Di certo si può affermare che le due cose si “tengono”, insomma in qualche modo sono legate.

https://www.africarivista.it/burkina-faso-sempre-piu-sotto-attacco-del-terrorismo/135751/