Sabato 19 gennaio, sala delle conferenze di Palazzo Reale a Milano piena per il forum Laudato Sì promosso dal gruppo consiliare Milano in Comune, con la partecipazione di Casa della carità, Osservatorio Solidarietà, Associazione Diritti e Frontiere (ADIF), CostituzioneBeniComuni, Energia Felice ed Ecoistituto della Valle del Ticino.

Tanti i temi trattati, dal clima alle migrazioni, dall’accoglienza alla difesa dei territori  e alla povertà, dalla pace ai beni comuni, dal lavoro all’educazione, declinati in moltissimi interventi qui impossibili da rendere in tutta la loro varietà. Filo conduttore a partire dall’enciclica di Papa Francesco ed enunciato fin dall’inizio il rifiuto della logica dei compartimenti stagni e il tentativo di comprendere la realtà in tutta la sua ampiezza e complessità, ma anche di trovare collegamenti tra temi solo in apparenze distinti come i diritti umani, il lavoro, l’ambiente e la pace.

Si è ribadito più volte che siamo davanti a un’unica crisi socio-ambientale causata da un modello economico predatorio, dal “mostro dell’avidità e del profitto” che produce scarti di ogni tipo, ambientale e umano. Una logica che va rovesciata a partire da quella solidarietà oggi sotto attacco soprattutto nel campo delle migrazioni, richiamandosi ai valori universali custoditi nelle Costituzioni, superando la frammentazione e facendo rete tra le tante lotte in difesa dei territori e contro lo sfruttamento e le grandi opere.

Altro tema ricorrente è stata le necessità di un cambiamento radicale nel rapporto con la natura, non più risorsa da sfruttare in modo indiscriminato, senza curarsi delle conseguenze per il presente e soprattutto il futuro, ma Madre Terra da rispettare e con cui convivere, attingendo tra l’altro alla sapienza dei popoli indigeni.

Alla minaccia rappresentata dal cambiamento climatico e dalla crisi ambientale si aggiunge poi quella della distruzione nucleare – ormai l’Orologio dell’Apocalisse segna due minuti alla mezzanotte, ossia il momento in cui si può arrivare alla guerra atomica, con il rischio dell’estinzione dell’umanità. Una luce di speranza è data dall’approvazione all’ONU del Trattato per la proibizione delle armi nucleari, che entrerà in vigore quando 50 Stati lo avranno ratificato. Un obiettivo ritenuto raggiungibile entro la fine di quest’anno, nonostante l’aperto boicottaggio delle potenze nucleari e di paesi vassalli come l’Italia. In questo senso c’è molto da fare in quanto a pressione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica.

Nelle conclusioni si sottolinea l’intento di continuare a sviluppare e approfondire i temi trattati negli interventi attraverso tavoli di lavoro e la necessità di portarli nelle periferie. C’è bisogno di scuole popolari radicate nei territori e capaci di contrastare la narrazione tossica dell’odio e dell’intolleranza, sostituendola con la solidarietà e la fraternità alla base di tante delle iniziative illustrate nel corso del forum.