Avete mai sentito Di Maio criticare Trump?No.

Ed è bene chiarire il perchè:

Trump aveva chiesto al governo italiano tre cose: MUOS, F-35 e TAP. E il governo italiano sta eseguendo gli ordini, confermando la tradizione della nostra nazione di sudditanza.

Una sovranità limitata che implica l’accettazione di basi militari Usa che un tempo Beppe Grillo e il M5s contestavano. Oggi diventano intoccabili.

Quando il primo ministro Conte è volato da Trump ha dovuto dire tre sì: uno alla costruzione della base satellitare in Sicilia (MUOS), uno all’acquisto dei cacciabombardieri americani (F-35) e uno con il via libera al nuovo corridoio energetico costruito in funzione anti-Russia (TAP).

Conte ha chinato tre volte il capo portando a casa il sostegno dell’amministrazione americana e un prezioso regalo di Trump: un trattamento di riguardo nelle relazioni commerciali. L’Italia infatti potrà godere di uno status economico che la Francia e la Germania non hanno. Infatti Trump ha stravolto il panorama del commercio internazionale con due diktat: il protezionismo sul mercato interno e l’embargo su nazioni sgradite, come l’Iran. Chiunque commercia con l’Iran viene sanzionato, chiunque vuole esportare negli Usa deve passare sotto le forche caudine dei dazi di Trump. “L’America prima di tutto”, è stata la parola d’ordine di Trump, e questo ha generato un impatto ovviamente negativo su tutte le altre nazioni, come ha ben sottolineato la trasmissione di ieri Presa Diretta, di Riccardo Iacona, dedicata alla guerra dei dazi.

Che fanno Di Maio e Di Battista di fronte a questi diktat? Si ribellano? No, se la prendono con la Francia, esattamente come vuole Trump.

Di Maio chiede che la Francia venga sanzionata per il suo colonialismo in Africa mentre Di Battista sventola in pubblico il “franco delle colonie”.

Accusano la Francia di colonialismo mentre l’Italia è colonizzata dalle basi militari Usa e – ultimamente – anche dai diktat commerciali di Trump.

Quella di Di Maio e Di Battista è un’azione di depistaggio talmente chiara che solo gli sprovveduti non capiscono.

Alle domande sul MUOS, la base Usa in Sicilia, le risposte della ministra pentastellata Trenta sono sempre vaghe, mentre Trump sa di aver incassato l’assenso di Conte.

Elisabetta Trenta recentemente in un’intervista risponde alle accuse di tradimento del movimento che si batte contro il MUOS, risponde: “Sono pronta a dialogare con chiunque, anche con chi parla di “tradimento”, come dice lei, perché non c’è nessun tradimento, al contrario. Ma bisogna anche capire che su certi temi non basta uno schiocco di dita”. Come si stia opponendo al MUOS resta un mistero, dato che la ministra ha lasciato le cose come stanno, esattamente come le avevano lasciate i precedenti governi, favorevoli al MUOS.

E alla domanda se “la base USA di Sigonella sarà ancora più strategica”, la ministra risponde:

“L’avvio della pianificazione per il Sud della Nato è stato un grande successo perché dopo decenni, ora, l’Alleanza inizierà a studiare le possibili minacce anche nella regione mediterranea, un’area di forte interesse per l’Italia e a essere determinante sarà l’Hub per il Sud a Napoli”.

Più chiaro di così. Vanno completamente in fumo le illusioni di coloro che avevano sperato in un M5s pacifista che imprime una svolta all’Italia nella pianificazione militare.

Sono infatti in arrivo in Italia le bombe nucleari americane di nuova generazione, il governo ammoderna i bunker atomici e il M5s non prova neppure a chiedere l’adesione dell’Italia al trattato per la messa al bando delle armi nucleari, frutto della campagna ICAN premio Nobel per la pace 2017.

Che l’Italia sia una nazione a sovranità limitata lo conferma chiaramente il fatto che il M5s, giunto al governo, non abbia promunciato una sola frase di critica al presidente americano Trump. E lo dimostrano le frecciate alla Francia, ovviamente graditissime a Trump. Un tempo Trump attaccava direttamente la Francia su Twitter. Adesso non ve ne è più bisogno: ci sono Di Maio e Di Battista. Utilissimi.

L’articolo originale può essere letto qui