Il 23 dicembre 1899 nasceva a Perugia Aldo Capitini, che a Perugia morì cinquant’anni fa il 19 ottobre 1968.
Antifascista, liberalsocialista, apostolo della nonviolenza, ideatore della marcia per la pace Perugia-Assisi, fondatore del Movimento Nonviolento, Aldo Capitini resta un punto di riferimento per tutte le persone impegnate per la pace, per la difesa della biosfera, per la giustizia sociale ed il bene comune dell’umanità intera e dell’intero mondo vivente.
Fosse vivo oggi, chiamerebbe alla lotta contro la violenza razzista del governo della disumanità; organizzerebbe l’obiezione di coscienza contro la violenza razzista del governo della disumanità; promuoverebbe l’insurrezione nonviolenta contro la violenza razzista del governo della disumanità.
Fosse vivo oggi, si adopererebbe ancora per salvare tutte le vite e per liberare tutte le persone; con la scelta della nonviolenza opponendosi alla violenza razzista del governo della disumanità che condanna innumerevoli esseri umani innocenti a patire violenze indicibili negli artigli dei trafficanti schiavisti, a subire indicibili orrori negli infernali lager libici, alla morte nel Mediterraneo, alla schiavitù qui.
Fosse vivo oggi, s’impegnerebbe con tutte le forze affinché fosse riconosciuto a tutti gli esseri umani in fuga da guerre e fame, da dittature e disastri ambientali, il diritto di giungere nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro; ed affinché fosse riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese, fondamento della democrazia essendo il principio “una persona, un voto”.
Ricordare Aldo Capitini significa meditare, suscitare e condurre noi oggi qui le lotte che lui mediterebbe, susciterebbe e condurrebbe, e nel farlo sentirne viva la presenza – in quella che lui chiamava la compresenza dei morti e dei viventi, il sentimento della solidarietà che unisce l’umanità intera, passata, presente e ventura, nel comune impegno per il bene comune.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite è il primo dovere.
Solo la nonviolenza può salvare l’umanità dalla catastrofe.
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Nel ricordo di Aldo Capitini denunciamo ancora una volta che il governo della disumanità da mesi sta attuando una politica di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia; denunciamo ancora una volta che esponenti di primario rilievo del governo della disumanità da anni conducono una forsennata propaganda xenofoba e di istigazione al razzismo; denunciamo ancora una volta che il recente decreto-legge n. 113 del 4 ottobre 2018 del governo della disumanità (il cosiddetto “decreto sicurezza”, convertito in legge dal Parlamento con legge n. 132 del primo dicembre 2018) introduce nell’ordinamento italiano misure di discriminazione razzista – che sono state autorevolmente definite “apartheid giuridico” – palesemente incompatibili con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, con la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, con la Dichiarazione universale dei diritti umani, con lo stato di diritto, con la civiltà giuridica e il diritto internazionale.
Alla scuola di Aldo Capitini chiamiamo ancora una volta ogni persona di volontà buona ad impegnarsi per ottenere l’immediata cessazione di ogni atto criminale, persecutorio, razzista ed incostituzionale da parte del governo della disumanità; chiamiamo ancora una volta ogni persona di volontà buona ad impegnarsi per ottenere le dimissioni del governo della disumanità; chiamiamo ancora una volta ogni persona di volontà buona ad impegnarsi per ottenere che l’Italia torni a rispettare la sua stessa Costituzione e con essa i diritti umani di tutti gli esseri umani.
All’ascolto di Aldo Capitini riaffermiamo che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignità, alla solidarietà; riaffermiamo che vi è una sola umanità in un unico mondo vivente casa comune dell’umanità intera; riaffermiamo che salvare le vite è il primo dovere.
Camminando sulla via di Aldo Capitini – e di Lev Tolstoj e di Rosa Luxemburg, di Virginia Woolf e di Simone Weil, di Mohandas Gandhi e di Martin Luther King, di Hannah Arendt e di Danilo Dolci, di Wangari Maathai e di Berta Caceres, e di innumerevoli donne e uomini che hano contrastato il male facendo il bene -, ricordiamo la regola aurea dell’agire morale: agisci nei confronti delle altre persone come vorresti che esse agissero verso di te; l’altro dell’altro sei tu; sii tu l’umanità come dovrebbe essere.
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Nel ricordo di Aldo Capitini la nonviolenza è in cammino.
Solo facendo il bene si contrasta il male.

Peppe Sini, responsabile del “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” di Viterbo

Viterbo, 23 dicembre 2018