Sono una filosofa, amo Socrate e Platone che sanno ispirare le mie riflessioni ed il mio scrivere. Non sono schierata politicamente, nel senso partitico, sono una cittadina che vive nella polis e vorrei una società equa, solidale, nonviolenta e con la mente aperta al futuro. I governi non ci vanno bene? Lecito dissentire, in democrazia si può contestare chiunque usando le parole e, nel caso della politica, la scelta nell’urna. Un grande uomo del passato scacciò gli Inglesi dall’India con la disobbedienza civile, sembra non ricordarsene più nessuno.

Sono cresciuta con i nonni che mi hanno raccontato quanto la guerra fosse una realtà terribile, loro che hanno visto sgretolarsi la propria casa a Milano nel ’43, che hanno faticato a trovare cibo sufficiente in quegli anni bui, pieni di dolore e di morte, loro che sono rinati con il boom economico degli anni ’60. Ecco, la guerra non l’ho solo studiata a scuola ma l’ho appresa da racconti vivi, vissuti sulla pelle e in anime segnate per sempre dalla violenza.

Prima di criticare qualcuno ci penso a lungo, ma in certi casi mi esplode dentro qualcosa di incontenibile e non posso più tacere, costi quel che costi. Diego Fusaro, il tenero filosofo bambino dai riccioli d’oro, ha messo la barba, ma continua a proferire in modo sconsiderato, e pensare che qualche anno fa l’ho intervistato, di mia iniziativa, intenerita dal suo successo editoriale costruito autonomamente. Gli errori di valutazione fanno parte della nostra natura, ma nessuno ci obbliga a perseverare nelle impressioni errate. Lui usa Marx in modo molto personale e “creativo” tirandosi addosso le critiche di addetti ai lavori e ciò fa parte del gioco, ma il nostro va oltre quando prende in prestito Hegel dimenticando quanto quest’ultimo fosse parte delle élite. Basti pensare alla dinamica hegeliana del servo e padrone, ossia tutti abbiamo l’opportunità, acquisendo l’autocoscienza grazie all’evoluzione dello spirito, di cambiare la nostra condizione e da servi diventare padroni… andiamolo a raccontare ai poveri raccoglitori di pomodori che vivono nelle favelas italiane.

Curioso come Fusaro voglia combattere i poteri forti avvalendosi di una filosofia, la sua rielaborazione creativa, che con il popolo non ha nulla in comune.

Quando, recentemente e casualmente su Twitter, ho letto qualche giorno fa un suo post l’ho trovato eccessivo, l’ho avvertito esagerato nel suo soffiare sul fuoco della rivolta dei gilet gialli. Quella protesta ha causato morti e anche se capisco le ragioni del loro dissentire, i governi non fanno che aumentare le tasse e chi le paga sa di cosa sto parlando, non tollero che con leggerezza il Fusaro dica al presidente francese di iniziare a tremare che la rivolta è iniziata. Anche se i potenti sono da combattere, non è con la rivoluzione che si arriva al traguardo: la rivoluzione porta morte nel popolo e non nei poteri forti che Diego vuole combattere e, non essendo lui Diego de la Vega, ossia Zorro, soffia su di un fuoco che ma mai lo scotterà perché in caso di rivoluzione, si sa il contagio è possibile, lui siederà sulle sue poltrone di velluto tenendo il sederino al caldo, mentre i poveri disgraziati che dalle parole sono passati ai fatti soccomberanno: comodo fare la guerra con le braccia degli altri!

Dobbiamo ricordare al nostro filosofo che Marcuse, dovrebbe averlo presente, ci ha insegnato quanto le rivoluzioni, a causa del senso di colpa, portino alla restaurazione dello status quo, quindi tanta morte per nulla. Comunque, solidarietà ai gilet gialli e a tutti coloro che protestano con la speranza di ottenere giustizia sociale fuggendo da pericolose strumentalizzazioni e dagli infiltrati violenti che usano il malcontento per i propri fini.