Parlare di novità sarebbe un successo della giustizia contro la violenza del più forte, nella fattispecie di Israele.

In realtà quel che sta avvenendo a Khan Al Ahmar non è una novità ma solo il proseguimento del progetto illegale di Israele, quello che, una volta eseguito, si configurerà come crimine di guerra secondo quanto affermato, tra gli altri, anche dall’Alto Rappresentante UE Federica Mogherini.

Khan Al Ahmar sta vedendo la partecipazione di tanti pacifisti internazionali e tra questi anche alcuni israeliani, ma Israele, con passo per così dire leggero, giorno per giorno sta spianando il villaggio per preparare l’illegale oltre che illegittimo cordone che unirà i due insediamenti, anch’essi illegali di Kfar Adumin e Ma’ale Adumin tagliando in due la Cisgiordania per impedire la pur vaga possibilità di formazione di uno Stato palestinese.

Il tutto in grave violazione di decine di Risoluzioni ONU, violazione che ad Israele è consentita senza mai subire sanzioni, forse in virtù dell’olocausto degli ebrei subirono nel secolo scorso e di cui l’Europa, ma non certo i palestinesi, porta le colpe.

L’olocausto che da tragedia subita si è trasformato in arma difensiva contro ogni possibile critica perfino delle affermazioni indiscutibilmente fasciste di un ministro come Lieberman è ormai un dato di fatto riconosciuto anche da molti ebrei israeliani e non.

Proprio per questo le numerose proteste, anche istituzionali,  che sono seguite alla sentenza di demolizione della scuola e del villaggio, non hanno fermato, ma solo rallentato l’azione israeliana. La sentenza di una Corte che sebbene definita suprema è comunque un’espressione domestica non può o meglio non potrebbe confliggere con la legalità internazionale ma, lo ripetiamo, il privilegio di essere al di sopra della legge, anche utilizzando strumentalmente l’olocausto, Israele ce l’ha da oltre 70 anni e questo gli consente di seguitare ad essere, come dice il giornalista israeliano Gideo Levy, una specie di bambino viziato al quale si concede tutto impedendogli così di crescere in modo corretto, ovvero di rispettare i canoni veri della democrazia.

La determinazione e la generosità dell’associazione Vento di Terra che ha costruito la famosa scuola di gomme, ha richiamato decine e decine di pacifisti che stanno resistendo alla demolizione accanto agli abitanti del villaggio ma Israele manda i suoi soldati e i suoi bulldozer e questo genera scontri. Scontri che, esaminando i video che li documentano, sarebbe più corretto definire aggressioni militari e resistenza pacifica alle aggressioni.

Tutto è documentato ma sappiamo che Israele andrà avanti e seguiterà a dar prova di essere al di sopra della legalità internazionale anche usando armi proibite come sta facendo in questi giorni alla luce del sole senza alcuna remora. Infatti l’uso dei taser, pistole che producono scariche elettriche per paralizzare i muscoli  dei manifestanti e considerate dall’ONU strumenti di tortura, è documentato da numerosi filmati, ma questo lascia indifferente lo Stato ebraico  proprio perché sa che in 70 anni di violazione di tutto, dalle convenzioni di Ginevra al Diritto universale umanitario, alle Risoluzioni ONU non ha mai pagato con sanzioni ed ha potuto ridere sui rimproveri verbali che non gli hanno impedito di espandersi e proseguire nelle sue illegittime azioni.

Allora ci chiediamo che fine abbiano fatto le parole di Federica Mogherini che prometteva a Israele sanzioni in caso di demolizione, essendo questa configurabile, come scritto sopra, come crimine di guerra?

E la presa di posizione della Merkel che ha imposto a Israele la non demolizione durante la sua visita altrimenti avrebbe disdetto l’incontro creando un caso diplomatico? Era solo un gioco delle parti?

Mentre Israele picchia i pacifisti e gli abitanti di Khan AlAhmar, distrugge passo passo il villaggio, prepara l’accoglienza dei due volte profughi della comunità Jahalin in una zona insalubre vicino a una discarica, l’Alto Rappresentate per gli Affari Esteri della UE avrà dimenticato che sta per concretizzarsi il crimine di guerra o sta preparando le sanzioni da proporre all’Unione Europea per far tornare finalmente il Diritto al posto occupato dalla forza? La società civile un suo peso ce l’ha e i numerosi appelli a qualcosa possono servire. Anche a ricordare alla Mogherini che alle parole debbono seguire i fatti se realmente si crede alla giustizia.

I nostri lettori che volessero sostenere il diritto contro la prevaricazione possono clicccare qui e firmare la petizione che chiede di salvare la scuola di  gomme e il villaggio di Khan Al Ahmar  che Israele vuole illegittimamente confiscare.

Un modo come un altro di scegliere tra la giustizia e la legge del più forte. In fondo, un modo come un altro per affermare i principi sottesi alla linea editoriale della nostra Agenzia di stampa e di cui andiamo fieri.

AGGIORNAMENTO REDAZIONE: In data 12 settembre il Parlamento Europeo ha adottato una risoluzione in merito alla “minaccia di demolizione di Khan al-Ahmar e di altri villaggi beduini” che si limita così: «esorta il governo israeliano a porre immediatamente fine alla sua politica di minacce di demolizione ed espulsione di fatto nei confronti delle comunità beduine che vivono nel Negev e nell’area C della Cisgiordania occupata; sottolinea che la demolizione di case, scuole e altre infrastrutture essenziali nei territori palestinesi occupati è illegale ai sensi del diritto umanitario internazionale».