Oggi è la giornata della Salute Mentale, termine tratto dalla letteratura anglosassone che traduce Mental Health.

Salute è una cosa che hai o non hai, igiene è una cosa che cerchi di mantenere e per la quale ti devi adoperare.

E allora oggi, come ai tempi di mio nonno, preferirei parlare di Igiene Mentale, ovvero di quella condizione che devi perseguire ogni giorno e che parte da lontano, dall’infanzia, che tende a preservare la salute mentale, un buon adattamento socio-lavorativo, la felicità o se preferite la serenità, unici veri obiettivi della nostra vita.

E infatti, molto spesso, la sofferenza sta proprio nel considerare obiettivi gli strumenti con cui si possono raggiungere gli obiettivi.

Un cellulare nuovo, la seconda casa, il denaro, il lavoro persino, sono strumenti per raggiungere la serenità ma allorquando dovessero essere considerati obiettivi, saranno fonte soltanto di infelicità perché a questi e solo a questi si tenderà senza più valutare se il raggiungimento dell’acquisizione di essi ci apporti solo sofferenza e sacrificio.

E’ altrettanto vero che l’incidenza di alcune malattie mentali è indipendente da luoghi, tipo di società, condizioni economiche ecc. ma il modo di gestirle e quindi la qualità di vita di chi ne è affetto varia in funzione di questi parametri.

Allora diviene inutile riempirsi la bocca di: lotta allo stigma, salvaguardia della salute mentale, Piani Nazionali ed al contempo depauperare di risorse economiche e di personale i servizi di salute mentale, ridurre le offerte necessarie per affrontare le nuove sfide del terzo millennio, ignorare le richieste che vengono dagli operatori sanitari che costituiscono la vera risorsa di un SSN.

I dati epidemiologici sono sotto gli occhi di tutti, per chi non li conosce basta andare su internet dove ormai si trova di tutto, anche le diagnosi e le terapie volendo, rendendo apparentemente inutili medici e medicine …

D’altronde i costi della ricerca farmaceutica sono alti, gli utili per le multinazionali del farmaco si assottigliano, la gente ricerca sempre più sostanze naturali indotta dalla cattiva pubblicità relativa ai medici ed alle medicine (vedi articoli sulla malasanità pubblica per giustificare sempre più la progressiva “necessità”, indotta, di transitare al privato), e quindi perché non puntare su integratori, farmaci generici già in uso e sostanze da erboristeria …?

In salute mentale sono pochissime le sostanze nuove, come se anche da questo punto di vista si volesse sancire che a dispetto della giornata della Salute Mentale, del crescente disagio psicologico della popolazione, dei dati epidemiologici, non ci sia un reale interesse per la materia se non per fare audience, share o scoop.

Si scrive oggi su “Salute e benessere“, a proposito del Mental Health Day: “Il 50% dei problemi di salute mentale inizia a 14 anni ed il suicidio è la seconda causa di morte negli under 25. E’ l’allarme lanciato dagli psichiatri in occasione della Giornata mondiale della salute mentale, che si celebra oggi e quest’anno è dedicata proprio ai giovani.

La metà di tutte le malattie mentali inizia dunque all’età di 14 anni, ma nella maggior parte dei casi non viene rilevata, o viene sottovalutata, e quindi non viene trattata. In termini di importanza, la malattia mentale più diffusa tra gli adolescenti è la depressione. Senza considerare l’uso di alcool e droghe illecite tra gli adolescenti.

In Italia oggi vivono circa 8 milioni e 200 mila giovani tra i 12 e i 25 anni. Di questi circa il 10% (dati ISTAT) si dichiara globalmente insoddisfatto della propria vita, delle relazioni amicali [NdR.: una soluzione potrebbero essere i Centri Civici], familiari e della salute”.

Ed allora cosa stiamo facendo?

Si sono potenziati realmente i servizi per la salute mentale o per le tossicodipendenze? No.

Si è provato a far davvero tesoro della scuola per agganciare i giovani in difficoltà? No

Si è attuata una vera politica di sostegno alle famiglie in difficoltà nei rioni “difficili”? No.

Si è dato spazio alle forze dell’ordine garantendo mezzi, possibilità, incolumità e certezza della pena per allontanare chi non è recuperabile e mette in difficoltà chi non lo è? No.
Ecc.

Allora permettetemi di dire che la Scienza va controcorrente rispetto al Welfare, rispetto ai dictat di austerity imposti dalla finanza, alla politica clientelare, alla sanità politicizzata, al disinteresse diffuso delle ASP per il disagio che sembra manifestarsi e trovare un suo spazio solo sui social, l’unico posto dove non dovrebbe stare.

Mio nonno paragonava la Salute Mentale ad un corridoio in cui si aprono tutte le porte della altre branche della medicina, intendendo che per star bene non basta curarsi il cuore, la prostata, il cancro, i polmoni o altre parti del corpo o malattie, bisogna prima di tutto star bene emotivamente e cognitivamente altrimenti il resto non conta.

[NdR: Alessandro Graziadei, su Pressenza, aveva affrontato il tema del’incidenza dell’ambiente nella depressione]

Abituatevi quindi a vedere persone fisicamente ben curate e mentalmente distrutte, ai suicidi, ai femminicidi, agli omicidi, a divenire genitori dei vostri genitori e balie o carnefici dei vostri figli, a litigare per la strada, ad andare in tribunale per futili motivi, a vivere sempre più una vita virtuale ed ad essere sostituiti da macchine, programmabili, ubbidienti, capaci, instancabili, emotivamente stabili, sostituibili, economiche e perché no, più utili…

dott. Gabriele Tripi

L’autore inizia la sua formazione con la Neuropsichiatria Infantile e si arricchisce di esperienza con gli adulti prima e con gli anziani dopo attraverso il suo lavoro nel Dipartimento di Salute Mentale, una esperienza di alcuni anni in Geriatria, poi l’interesse per le demenze ovvero per una materia che coniuga i tre aspetti della medicina interna, della neurologia e della psichiatria. Ha quindi svolto attività di assistenza, clinica, riabilitazione e ricerca in questo ambito dal 1998 ad ora. Nella sua attività privata si occupa anche di Psichiatria Forense soprattutto in ambito penale effettuando consulenze per il tribunale e per la Procura.