Smentendo tutte le previsioni della vigilia il 9 novembre 2016 l’America si era svegliata con l’incontrovertibile fatto che Donald Trump sarebbe stato il 45mo Presidente degli Stati Uniti.  “Come cazzo è potuto accadere?” si è chiesto Michael Moore. Per rispondere a questa domanda ha creato il suo nuovo documentario Fahrenheit 11/9, data inversa ma echeggiante quella delle torri gemelle, che allude a una nuova tappa distruttiva per l’America. Presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, il film sarà dal 22 al 24 ottobre nelle sale.

La cronaca ricostruita da Moore è una realtà che supera la fantasia: Donald Trump inizialmente si era candidato per scherzo, facendo il verso alla satira televisiva statunitense che prendendolo in giro rendeva gli attori più ricchi di lui. Presentatosi in carne e ossa sui palchi a parodiare la fiction, Trump ha scoperto che la gente accorreva ad ascoltare i suoi discorsi in quantità inimmaginabile: da lì l’idea di correre realmente alle primarie per la Presidenza degli Stati Uniti. Per far comprendere l’affermazione di un Presidente dal linguaggio volgare, razzista e misogino, Michael Moore ha spiegato in conferenza stampa che Trump è stato se stesso, una persona che agendo in maniera spregiudicata in pubblico, ha reso lecito agli occhi del popolo il suo modo di essere.

Moore, che dichiara di aver votato due volte per Obama e di essersi commosso fino alle lacrime quando ha potuto scegliere il primo candidato di colore, non risparmia tuttavia gli errori del partito democratico, le responsabilità disattese che diventano colpe. Attraverso il racconto di Flint (città natale del regista governata da un trumpiano), dove l’acqua è stata inquinata con del piombo per speculazioni economiche, causando malattie gravi e irrisolvibili a migliaia di bambini, spiega come Obama abbia deluso perché arrivato a Flint per fare un discorso, bagnandosi appena le labbra con quell’acqua ha preteso di sdoganare la salubrità di una sorgente avvelenata. Uno dei tanti motivi, dice Moore, per cui i Democratici hanno perso. “Fahrenait 11/9” documenta i fatti del West Virginia, dove gli insegnanti per ricevere l’assistenza sanitaria erano obbligati a un device che controllava i passi, pena una multa salata. E ancora i fatti di Parkland in Florida, dove per mano di un adolescente armato sono morti 17 ragazzi. Le grandi rivolte degli insegnanti e degli studenti sono lette da Moore come nuova energia per cambiare il futuro degli Stati Uniti.

Il film termina con un monito tragico: Donald Trump che parla attraverso un filmato di Hitler; l’annuncio di un attacco missilistico, vero ma rivelatosi un falso allarme, che scuote nel profondo una città americana. Moore teme il rischio della perdita della democrazia, che non è assodata solo perché lo dice la Costituzione. Teme che se il popolo non gira pagina si può autodistruggere. Per Salvini usa gli aggettivi di razzista e bigotto. Saluta la platea dicendo che è necessaria un’azione da parte di ciascuno, italiano o americano che sia, perché andiamo verso una forma inedita di fascismo che si esprime attraverso bugie perpetrate pubblicamente.

Regia di Michael Moore. Un film con Donald TrumpMichael MooreIvanka TrumpHillary Clinton, Donal Trump Junior.  Titolo originale: Fahrenheit 11/9. Genere Documentario – USA2018, durata 128 minuti. Uscita cinema lunedì 22 ottobre 2018 distribuito da Lucky Red.

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