Non lasciamoli soli (Chiarelettere, 2018) raccoglie le storie dei migranti passati dalle prigione più o meno clandestine della Libia.
Di solito chi fa la recensione di un libro ce l’ha a fianco a sè.

In questo caso non ce l’ho e vi spiego perché.

Ho letto questo libro, non d’un fiato, perchè non è possibile. Bisogna leggerlo finché il nostro cuore e il nostro stomaco reggono, poi bisogna appoggiarlo e riprenderlo, leggerlo quasi in apnea, perchè gli occhi non si riempiano di lacrime, le mani non lo accartoccino di rabbia fino a distruggerlo, non si spacchi lo schermo della TV quando si sentono dire idiozie e volgarità da parte di uomini di potere.

E’ un libro che ci fa togliere la testa da sotto la sabbia, è davvero un libro che poteva essere scritto, mutatis mutandis, nel 1944 da un inviato in Germania. E noi avremmo passato, dopo, il tempo a dire: “Ma chi leggeva quel libro non faceva nulla???” “Sapendo cosa avveniva nei campi di concentramento, non c’era una reazione umana e popolare diffusa?” “Ma è possibile?”

Bene, credo che sia quella che si auspica questo libro. Per questo non ce l’ho in mano, perchè l’ho subito passato ad un amico invitandolo caldamente a leggerlo e poi a passarlo e ripassarlo, come un testimone. E via e via. Se saranno vendute 10mila copie di questo libro, ogni copia deve essere letta da 10 persone. Si deve sapere.

Sono un maestro elementare, insegno italiano agli immigrati, la maggior parte di loro arriva dal centro Africa, ha fatto un viaggio omerico: deserto, fame, sete, maltrattamenti, furti, mare. Me ne hanno parlato dopo mesi che ci conoscevamo, in una chiacchierata che è iniziata senza alcuna premeditazione…. Ma i miei alunni se devono associare una parola all’aggetttivo CATTIVO, dicono: Libia. Il peggio, l’incubo, peggio del mare, del deserto, di tutto. E’ la lotteria che ha portato in carcere buona parte di loro, col semplice ricatto di farsi mandare soldi. I miei alunni mi hanno raccontato: “Ogni mattina entra uno nella cella con un bastone e picchia, per dare il buongiorno, in attesa che tu ti faccia mandare dei soldi”.

Con i miei alunni basta nominare la Libia perchè gli sguardi cambino e si legga in quegli occhi quello che cercano di dimenticare.

In questo libro c’è il racconto completo di quello che è l’inferno della Libia, sostenuto dai governi dell’Europa e dal nostro governo. Un libro “osceno”, ovvero che svela ciò che c’è dietro la scena.

Già il titolo è un invito, un grido disperato, che parla alla prima persona plurale, a noi, NOI. Rafforzo questo grido. Comprate, leggete, prestate, regalate questo libro. Che nessuno dica: Non sapevo..

Grazie a Francesco Viviano e Alessandra Ziniti che l’hanno scritto.

Andrea De Lotto