In occasione della Giornata del Servizio Pubblico delle Nazioni Unite che ricorre il 23 giugno, il Coordinamento invita ad una riflessione sul prezioso contributo di dipendenti pubblici e amministratori nello sforzo per fare del mondo un posto migliore in cui i diritti umani costituiscano universale indicatore della buona politica.

La buona politica dei diritti umani, però, prescinde da interessi economici internazionali e punta alla semplice, naturale e universale fermezza del rispetto degli esseri umani a cui spettano eguali diritti innati.

A controllare, sostenere e correggere le politiche sui diritti umani dal 2006 esiste un’istituzione dell’ONU molto importante: il Consiglio dei diritti umani. Esso supervisiona il rispetto e le violazioni dei diritti umani in tutti gli stati aderenti alle Nazioni Unite e informa l’opinione pubblica mondiale in merito allo stato dei diritti umani nel mondo al fine di adottare le migliori politiche internazionali per dirimere i rischi di ulteriori violazioni.

I giornali di questi giorni riferiscono che, in base a quanto afferma, l’ambasciatore degli Stati Uniti alle Nazioni Unite Nikki Haley gli Stati Uniti d’America lasceranno il Consiglio dei diritti umani, accusando l’istituzione di essere “un protettore dei molestatori dei diritti umani e un pozzo nero di pregiudizi politici – definendola – un’organizzazione ipocrita e egoista che deride i diritti umani”.

Il Coordinamento Nazionale dei docenti delle discipline dei Diritti Umani, impegnato da diverso tempo sul fronte della sensibilizzazione delle generazioni future circa il rispetto dei diritti umani, esprime una ferma condanna dinanzi alle predette dichiarazioni.

Riteniamo che mettere in dubbio la sacralità del rispetto dei diritti umani e delle istituzioni che se ne fanno garanti sia la via sbagliata per l’educazione umanitaria dei popoli.

Alle generazioni future occorrono unità, pace, politiche internazionali concertate, fratellanza in primo luogo; certamente anche confronti e dibattiti accesi sono ammissibili, purché non si diserti mai il tavolo delle trattative o si delegittimi l’istituzione che agisce con rigore nel rispetto e nel ripristino della legalità.

Ogni funzionario esercita un ruolo tale da dover non solo osservare la normativa vigente del paese in cui opera per espletare al meglio i compiti connessi al proprio mandato, ma anche perseguire una “missione” educativa globale, lata, e pervasiva all’interno delle istituzioni.

Il Coordinamento rivolge un appello a tutti gli educatori, affinché diano origine a un movimento internazionale umanitario, la cui base sia costituita principalmente dagli attori della scuola, che possa influenzare positivamente l’orientamento politico/socio-culturale degli Stati in funzione della difesa della dignità umana nel mondo.

Prof.ssa Veronica Radici e Prof. Romano Pesavento
Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani