Come vincere un Nobel è un ottimo saggio che prende in esame la lunga storia del premio Nobel e degli scienziati premiati (Massimiano Bucchi, Einaudi, 2017, 208 pagine effettive, euro 17,50).

La storia del premio Nobel inizia ufficialmente nel 1901, ma la prima scintilla cognitiva nasce molto probabilmente nella mente di Alfred già nel 1888 grazie al suo necrologio sbagliato a causa della morte del fratello. Un quotidiano francese ha scambiato la morte del fratello maggiore Ludvig per quella di Alfred. Non è l’errore che colpisce Alfred, ma è il titolo che gli infuoca la mente: “Il mercante di morte è morto”.

Alfred ha registrato 355 brevetti e ha fatto la sua grande fortuna con l’invenzione della dinamite e della gelatina esplosiva, ma “quasi mai le sue invenzioni sono state impiegate in contesti bellici” (p. 3). Alfred inventò anche dei detonatori, ma era il padre Immanuel che si era arricchito grazie alla fiorente industria degli armamenti russi (Wikipedia) e alla guerra di Crimea. Mentre il fratello Ludvig Immanuel Nobel diventò un grande petroliere (possedeva i giacimenti russi di Baku).

Alfred Nobel è stato un personaggio cosmopolita che ha vissuto in Svezia fino ai nove anni di età. Successivamente ha vissuto e lavorato in molti paesi, tra cui Russia, Germania, Austria, Francia (a Parigi dal 1895) e Italia (a Sanremo dal 1890). Alfred è cresciuto in Russia e in Germania, ed è morto in Italia a Sanremo il dieci dicembre 1896 a causa di un’emorragia cerebrale (ora le sue ossa riposano nel cimitero di Stoccolma).

Comunque la creazione operativa della Fondazione Nobel e l’avviamento della premiazione sono in gran parte merito del fedele assistente personale di Alfred, l’allora ventiseienne ingegner Ragnar Sohlman. Nobel non si era sposato, però aveva un’amante austriaca ufficiosamente riconosciuta. Le sue grandi eredità passarono in parte ai nipoti e in parte alla Fondazione, grazie a un testamento ufficioso scritto da Alfred Nobel in persona senza nessuna assistenza legale. Il testamento viene comunque firmato in presenza di quattro membri del Club svedese-norvegese di Parigi nel 1895 (il Regno di Norvegia si separò dal Regno di Svezia in modo pacifico nel 1905).

Alfred era una persona molto riservata e durante la sua vita “schiva in modo quasi patologico la celebrità che inevitabilmente si associa alle sue invenzioni e successi economici… rifiuterà sempre di farsi intervistare e perfino ritrarre” (p. 5). Però, grazie a quel testamento che neppure i parenti conoscevano “Alfred Nobel entra definitivamente nella storia. Il suo nome diventa noto a chiunque, lui che in vita detestava ferocemente ogni pubblicità e fama” (p. 8).

Inoltre la storia del premio offre delle “straordinarie opportunità per fotografare i rapporti di forza, collaborazione e competizione tra le discipline scientifiche e i loro cambiamenti nel tempo. Un’opportunità che serve naturalmente anche per guardare al’’interno delle singole discipline, ai rapporti tra i diversi settori specifici” (p. 70).

Tuttavia l’invito testamentario di Nobel richiedeva di considerare le invenzioni nelle premiazioni e quasi tutti i premiati sono degli accademici che hanno studiato o lavorato nelle migliori università. Però esistono delle eccezioni, come quella di Jack Kilby, l’ingegnere che ha inventato il circuito integrato  (l’insieme di resistenze, transistor e condensatori inseriti in un unico semiconduttore). In ogni caso per avere più probabilità di vincere un premio Nobel conviene collaborare con un premio Nobel e lavorare nelle migliori università in Germania, nel Regno Unito o negli Stati Uniti.

In conclusione bisogna sottolineare il grande difetto del premio, che risiede nella “focalizzazione sui singoli scienziati, quando negli ultimi cinquant’anni la ricerca è divenuta sempre più un’impresa collettiva, con grandi gruppi di ricerca e articoli firmati da centinaia e perfino migliaia di ricercatori” (p. 20). La Fondazione Nobel preferisce mantenere il limite dei tre premiati per ogni disciplina, ma per fortuna continua a promuovere gli scienziati e a dare “un volto e un corpo” alla scienza, che “resta per il grande pubblico un’entità perlopiù astratta e imperscrutabile” (p. 205).

 

Massimiano Bucchi ha insegnato e insegna in molte università internazionali ed è professore di Scienza, Tecnologia e Società all’Università di Trento: https://mb.soc.unitn.it. Ha scritto per varie testate e collabora alla trasmissione televisiva Superquark (https://twitter.com/MassiBucchi). Per un approfondimento video: www.youtube.com/watch?v=GZY8oDYi1gY.

 

Nota aforistica – “Un recluso senza libri e inchiostro è un uomo morto già da vivo”; “Non ho meritato la celebrità e non ho nessun amore per il chiasso” (Alfred Nobel, p. 5); “Per punirmi del mio disprezzo per l’autorità, il destino ha fatto di me stesso un’autorità” (Albert Einstein, p. 132); “Anche le idee migliori devono nascere nei posti giusti per riuscire a crescere” (Amian Azzott).

Nota sul premio Nobel per l’Economia – Il Nobel per l’economia non era previsto nel testamento di Nobel, ma è nato solo nel 1969, viene promosso dalla Banca di Svezia e viene gestito dalla Fondazione Nobel (da allora la Fondazione Nobel si è rifiutata di gestire altri premi). I premi indicati da Alfred erano cinque: Fisica, Chimica, Fisiologia o Medicina, Letteratura e infine quello per la Pace, nato probabilmente grazie alla pressione psicologica di un probabile amore platonico: la contessa austriaca Bertha Kinsky von Wchinitz und Tettau, molto attiva sul versante pacifista grazie al libro Giù le armi (Bertha von Suttner da sposata).

Nota sulla dinamite – La nitroglicerina fu inventata dall’italiano Sobrero, ma è una sostanza instabile e molto pericolosa. Nobel ha conosciuto il professore di Sobrero a Parigi a 17 anni. Alfred stabilizzò la nitroglicerina con la farina fossile (una pietra molto porosa che trovò vicino a una delle sue industrie), e più tardi con la segatura compressa, e si inventò la dinamite, che produsse in varie nazioni. In realtà Nobel riconobbe anche il merito del collega chimico Sobrero nell’invenzione della dinamite, riconoscendogli un vitalizio (fonte Wikipedia).

Nota sulla concorrenza – Esistono anche “i Breakthrough Prizes istituiti dal milionario russo Yuri Milner” (http://formiche.net/2013/11/yuri-milner-silicon-valley), del valore di “tre milioni di dollari per ciascun premio contro i circa novecentomila del Nobel”. In questo caso possono essere premiati anche i gruppi di ricerca e settori alternativi come le scienze naturali, la matematica e la fisica teorica (https://twitter.com/brkthroughprize, questo premio è stato istituito nel 2013).

Nota sulla medicina – Naturalmente la Fondazione Nobel non è infallibile e “la percezione dell’originalità, della rilevanza e del carattere benefico o meno di scoperte e risultati scientifici è legata al contesto e alla sensibilità di ogni epoca. Questo è ancora più evidente nel caso della medicina, dove la percezione del rapporto tra rischi e benefici e perfino dell’eticità di certe sperimentazioni è profondamente cambiato nel tempo”, come nel caso della lobotomia (p. 96). Inoltre, fino a oggi, solo un premio in medicina è stato assegnato a una tecnica chirurgica. È stato nel 1912, nel caso del medico Alexis Carrel, “per il suo lavoro sulla sutura vascolare e il trapianto di organi”. Quindi la medicina “è stata intesa dal comitato Nobel come ricerca biomedica” (p. 71).

Nota su Einstein – Il premio Nobel ad Albert Einstein è stato assegnato dopo vent’anni dalle sue scoperte e dopo mille polemiche, evitando il grande problema cognitivo, culturale e politico della teoria della relatività e premiando solo “i suoi servigi alla fisica teorica, e in particolare per la scoperta della legge dell’effetto fotoelettrico” (fu Carl Wilhelm Oseen a insistere, p. 82).

Nota anagrafica – “L’età media dei premiati con il Nobel è di 59 anni, e la maggioranza lo riceve tra i 60 e i 64 anni” (p. 25). Molto probabilmente questo fenomeno riflette l’età media dei membri del Comitato e della Fondazione Nobel. Questo fatto rappresenta un grande limite del premio Nobel.

Nota curiosa – Esiste il difetto della mente umana di voler suddividere in categorie. In Natura le cose non funzionano così. Chi può dire se un fenomeno è prevalentemente fisico o chimico? Chi può dire in quale secondo preciso si passa dal giorno alla notte? Nikola Tesla aveva in parte capito questo fenomeno e aveva già intuito la nascita della telefonia senza fili (p. 107). Ma il grande inventore e scienziato serbo non ricevette mai il premio Nobel (non era supportato e non era un accademico). Anche Sigmund Freud non venne premiato nonostante le trentatre nomine (p. 114). Le sue scoperte e riflessioni erano molto impalpabili, ma avrebbe meritato sicuramente il premio Nobel per la Letteratura. Questo premio venne invece assegnato a Winston Churchill nel 1953 per il suo saggio La Seconda Guerra Mondiale. Forse avrebbe meritato di più quello per la pace: in caso di vittoria dei tedeschi oggi il premio sarebbe probabilmente gestito in modo totalmente diverso.

Nota parascientifica – Nell’attuale società ipertecnologica il nuovo culto parareligioso della scienza si fonda su tre figure accorpate: lo scienziato come santo, come genio e come eroe nazionale. “La narrativa del genio enfatizza la creatività dello scienziato, la sua eccezionalità intellettuale… La narrativa dell’eroe nazionale permette allo scienziato premiato con il Nobel di parlare a nome di una nazione, surrogando e sublimando in una più pacifica e nobile competizione le tensioni e le rivalità nazionali. La narrativa del santo incarna l’eccezionalità morale dello scienziato… come asceta laico” (p. 202).

Nota personale – Nel 2014 un italiano ha ideato il Premio Europeo di Scienze Umane per promuovere le principali discipline e tematiche che non sono prese in esame del Premio Nobel: la Filosofia, la Psicologia, la Sociologia, l’Antropologia, il Giornalismo, la Libertà, la Giustizia, la Saggistica. Ma finora non sono stati trovati dei partner accademici e degli sponsor istituzionali.

Nota paradossale – “Oggi considero la mia fede precedente nella superiorità della scienza su altre forme di pensiero e comportamento umano come un auto-inganno” (Max Born, Fisica, 1954, p. 187); “La modestia si addice allo scienziato, ma non alle idee che sono in lui e che egli ha il dovere di difendere” (Jacques Monod, Il caso e la necessità, Nobel per la Medicina nel 1965, p. 188).

Link utili: https://twitter.com/NobelPrize, www.nobelprize.org/educational, www.youtube.com, www.galileofestival.it (festival e premio per i migliori libri di divulgazione scientifica; la conferenza di Massimiano Bucchi è prevista alle ore 18 di venerdì 18 maggio, al Caffè Pedrocchi di Padova).