Stiamo seguendo attimo per attimo quello che sta succedendo in Senegal da questa mattina quando in occasione della presentazione della legge di riforma del sistema elettorale all’assemblea nazionale in tutte le città sono scoppiate proteste represse con ampio spiegamento di forze dell’ordine.

In particolare a Dakar la situazione è tesa. Vari leader dell’opposizione sono stati temporaneamente sottoposti allo stato di fermo in diversi commissariati per aver cercato di forzare il divieto di organizzare manifestazioni di protesta in strada. La risposta non si è fatta attendere e gruppi di militanti si sono confrontati duramente con le forze dell’ordine in diverse zone di Dakar.

Nell’assemblea nazionale la seduta è stata sospesa due volte per disinnescare episodi di aggressione tra deputati.

La riforma, molto controversa, prevede tra le altre cose la presentazione di liste di firme autenticate per legittimare l’esistenza dei partiti politici. Dall’opposizione e dalla società civile è stata interpretata come una mossa nemmeno troppo velata del presidente Macky Sall per ridurre sempre di più l’accesso alle competizioni elettorali. La discussione di oggi arriva anche a 20 giorni dalla conferma della condanna a cinque anni di Khalifa Sall, il sindaco di Dakar detenuto con l’accusa di appropriazione indebita e utilizzo improprio di fondi, che senza entrare nel merito della vicenda giudiziaria, ha eliminato il miglior competitor nelle prossime elezioni presidenziali del 2019.

N.b. Per prudenza l’”Ecole unautremonde”, che si trova nei pressi della piazza dell’obelisco, teatro di tutte le manifestazioni più importanti a Dakar, oggi è rimasta chiusa per garantire la massima incolumità di tutti gli allievi e famiglie.

Continueremo a seguire i prossimi sviluppi.