Si sgretola la propaganda che ha coperto il bombardamento di Francia, Regno Unito e Siria

Nell’ospedale di Douma entra la troupe di RT ed emergono nuovi elementi sul presunto attacco “chimico” preso a pretesto da Francia, Gran Bretagna e Usa per i bombardamenti illegali della settimana scorsa di Francia, Usa e Gran Bretagna.

La troupe di RT è riuscita ad intervistare il ragazzo che nei video diventati virali prima del bombardamento si è trasformato in una delle icone del “massacro con armi chimiche di Assad”. E’ nota la propaganda “umanitaria” che serve a far tollerare quello che è umanamente non è tollerabile: le bombe. Conosciamo la storia che si ripeta dalla Jugoslavia ad oggi. Ma è incredibile come un numero sempre minore ma comunque consistente di persone possano ancora dar fede ai vari Saviano, Littizzetto, Volo e compari.

Ebbene, Hassan Diab, ragazzino di 11 anni, tremante nel video diffuso dai media mainstream dopo essere stato pubblicato dal gruppo Douma Revolution su Facebook, racconta la sua versione dei fatti.

L’organizzazione in questione, insieme alla controversa “Elmetti Bianchi”, è stata tra le principali fonti delle accuse contro il governo siriano. Nel tentativo di far luce sulla storia,RT ha intervistato il giovane, che è stato ritratto come una “vittima” nel filmato. Hassan Diab sostiene che era con sua madre quando sono stati invitati a correre verso l’ospedale. “Siamo stati portati fuori e ci hanno detto a tutti di andare all’ospedale. Sono stato immediatamente portato al piano superiore, e hanno iniziato a riversarmi acqua addosso”, ha ricordato il ragazzo.

“I medici hanno iniziato a filmarci qui [nell’ospedale], stavano versando acqua e facendo video”, ha aggiunto. Il padre di Hassan più tardi si è precipitato in ospedale. “Sono rimasto molto sorpreso e ho chiesto cosa fosse successo, perché gli occhi di mio figlio erano così rossi. Ho scoperto che era acqua, ma faceva freddo, avrebbe potuto ammalarsi. Ed era stato spogliato”, ha raccontato l’uomo a RT.

L’emittente russa VGTRK è stata la prima a trovare il ragazzo e suo padre e ha fatto circolare la storia. Ora, Mosca ha in programma di mostrare il video su Hassan alla prossima riunione del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Lo ha annunciato oggi l’inviato delle Nazioni Unite in Russia, Vassily Nebenzia.

Nonostante i dubbi, la mancanza di prove, i post dei social media non confermati da nessuna autorità e la non attendibilità manifesta dei famigerati White Helmets, tre paesi hanno ritenuto di poter bombardare la Siria. La verità inizia ad emergere e l’ennesimo crimine internazionale di membri della Nato resterà impunito come quelli precedenti.

 

 

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