Il 12 maggio, alle 12, sarà proiettato a Madrid il documentario RBUI, il nostro diritto alla vita. La proiezione avverrà al Centro Civico El Pozo nell’ambito del Forum Umanista Europeo 2018. Parliamo con il regista e sceneggiatore Álvaro Orús Andreu di questo nuovo progetto, che tocca un argomento attuale come la Rendita (in italia impropriamente detta ‘reddito’ – NdT) di Base.

Come si arriva alla proposta della Rendita di Base?

Bene, è stato proprio facendo un’intervista per conto di Pressenza a Mayte Quintanilla, che poi è diventata sia intervistata che intervistatrice nel documentario. E’ stato quello il momento in cui ho smesso di prendere le distanze da quell’idea, da cui non ho più smesso di emozionarmi. Poi ho iniziato a illustrare questo tema con altri articoli della nostra agenzia.

Perché creare un documentario su questo argomento?

Perché lo trovo assolutamente necessario ora. L’economia sta subendo enormi cambiamenti a causa della tecnologia e della globalizzazione e ciò richiede un cambiamento che garantisca, almeno, la copertura dei bisogni fondamentali di tutti.

Lo poni come un diritto universale.

Come afferma una delle nostre intervistate, la rendita di base è la monetizzazione del diritto contenuto nell’articolo 25 della Dichiarazione dei Diritti Umani delle Nazioni Unite. Per di più sono convinto che tutti in fondo riconosciamo questo diritto. Quando questo diritto non viene preso in considerazione in tutti i modi possibili, la società diventa triste e ostile.

Quali conseguenze prevedi per una misura come la rendita di base?

Nelle diverse interviste vengono snocciolate tante conseguenze dell’attuazione della rendita di base. Ma, per evidenziarne alcune, da un lato metterebbe fine alla povertà con la violenza economica più crudele ad essa legata fin dal momento del suo esordio. D’altro lato libererebbe un enorme potenziale per la creatività, per i miglioramenti sociali, per i progressi in tutti i campi perché questo potenziale è imprigionato in un sistema economico assurdo.

Ci sono molte donne intervistate nel documentario …

Credo che, come in molti altri aspetti, ci sia un cambiamento nella nostra storia recente sulla rendita di base. All’inizio, negli anni ’80, c’erano prevalentemente uomini. Ora i tavoli sono cambiati e abbiamo intervistato per lo più donne che stanno attualmente portando avanti la proposta in vari campi. Mi sembra che la rendita di base sia una proposta concreta e fattibile per la vera emancipazione delle donne, per esempio.

Ti conosciamo come regista e ti muovi come un pesce nell’acqua in argomenti che possiamo definire più “intimisti” ma ogni tanto torni ad argomenti sociali come questo. Come fai a muoverti in entrambi i mondi?

Immagino che per “intimisti” tu intenda argomenti che abbiamo trattato in documentari precedenti, come la vendetta o il lutto. In realtà, quegli argomenti sono sempre stati trattati come qualcosa di sociale, o di culturale, se preferisci; come sistemi di credenze o problemi sociali che vengono vissuti o sofferti individualmente. È una caratteristica degli umanisti considerare che la trasformazione necessaria è sia sociale che personale. Anche nel documentario sulla rendita di base trattiamo questioni psicologiche o esistenziali, come convinzioni, valori, sofferenza causata dalla situazione economica, il futuro che può essere aperto…

Come i protagonisti, sei diventato anche tu un difensore, un attivista di questa causa…

Oh certo, perché ci avrei messo tanta energia se non perché sono un “convertito” alla rendita di base? Ho visto qui la possibilità di fare qualcosa di efficace, di aiutare in modo reale. A mio avviso, la rendita di base si imporrà in un modo o nell’altro, perché non abbiamo altre possibilità. L’importante è che questa proposta raggiunga le persone in modo che ci sia un ambiente favorevole, come sta già accadendo in diversi paesi in cui c’è consenso maggioritario alla rendita di base, secondo le indagini. Se la gente è favorevole, alla fine i politici dovranno piegarsi; dopo tutto, il potere sta nelle persone e nelle loro convinzioni.

Link al trailer (per i sottotitoli -in spagnolo e inglese- attivare il pulsante in basso a destra)

 

Traduzione dallo spagnolo di Leopoldo Salmaso