Mi hanno tenuto in una cella fredda, ammanettato dietro la schiena per ore…mi hanno accusato di aver lanciato pietre ai soldati durante le manifestazioni a Nabi Saleh, ma io alle proteste (contro l’occupazione) non vado, sono molto debole”. Mohammed Tamimi, 15 anni, racconta come è stato arrestato, prima dell’alba del 26 febbraio, insieme ad altri nove membri della sua famiglia: la famiglia Tamimi, la stessa della cugina, Ahed Tamimi, ancora sotto processo proprio per aver reagito – con uno schiaffo – alle violenze già subite dal cuginetto per mano dell’esercito israeliano. Per questo Mohammed adesso è “molto debole”.

Lo scorso 15 dicembre è stato colpito alla testa da un proiettile di gomma. Gli manca una sezione del cranio, rimossa dai chirurghi per ricostruirla e riposizionarla nella sua sede con una nuova operazione. Motivo per cui il ragazzo non rappresenta certo una minaccia per le forze armate israeliane. I soldati non avevano alcun motivo per portarlo via in manette, incuranti delle suppliche del padre. Quando nel pomeriggio, dopo un lungo interrogatorio, il giovane è finalmente tornato in libertà, sua zia Manal non si stancava di ripetere che “Mohammed è giunto a Nabi Saleh esausto, molto provato fisicamente e psicologicamente. Non si può arrestare un ragazzo in quelle condizioni”.

Le forze di occupazione sono capaci di questo e altro. Alcuni membri della famiglia Tamimi arrestati insieme a Mohammed, ad esempio, non hanno ancora fatto ritorno a casa: tra loro, Abd Al Hafiz, di 60 anni, i fratelli Omar e Islam, di 29 e 21 anni, e Amjad di 28; ma anche Soheib, di soli 14 anni, ancora in carcere insieme ad altri due minorenni: Moayyad e Wiam di 17.

La famiglia Tamimi è da anni protagonista della resistenza popolare nonviolenta di Nabi Saleh contro l’occupazione e la costruzione del Muro dell’Apartheid. Ciò la rende particolarmente fastidiosa agli occhi di una potenza che agisce in modo violento e che si accanisce da decenni su un’intera popolazione. Con un occhio particolare a quella di Nabi Saleh, bersaglio di continue incursioni armate che dopo l’arresto di Ahed si sono ulteriormente intensificate.

Vedi:

https://ilmanifesto.it/guerra-ai-tamimi-israele-arresta-anche-il-15enne-mohammad/

http://english.wafa.ps/page.aspx?id=QUJx2ma96677166234aQUJx2m

http://samidoun.net/2018/02/injured-15-year-old-mohammed-tamimi-seized-by-israeli-occupation-forces-with-21-more-palestinians/

https://www.haaretz.com/israel-news/tamimi-cousin-admits-wasn-t-shot-in-head-but-hurt-by-bike-crash-1.5850598

http://www.middleeasteye.net/news/mohammed-tamimi-still-recovery-after-being-shot-head-arrested-israelis-1964109308

http://www.jpost.com/Israel-News/Tamimi-family-and-IDF-spar-over-truth-in-teens-skull-injury-543738

http://www.assopacepalestina.org/2018/02/lettera-di-luisa-morgantini-al-presidente-mattarella-per-ahed-tamimi-e-i-bambini-detenuti-nelle-prigioni-israeliane/

Ambasciata di Palestina – Roma