Abbiamo parlato con Lisa Pelletti Clark, pacifista storica italiana, tra le numerose cose Co-Presidente dell’ International Peace Bureau; la intervistiamo nella sua veste di Coordinatrice per l’Italia di Mayors for Peace, una delle organizzazioni internazionali che fanno parte di ICAN.

Sia Mayors for Peace che International Peace Bureau sono tra le organizzazioni internazionali che sono partner di ICAN. Come del resto lo è Pressenza! Quindi stiamo parlando tra collaboratori alla stessa campagna internazionale per la messa al bando delle armi nucleari, sebbene ognuna delle nostre organizzazioni abbia un focus specifico.

Intanto se ci puoi fare il punto della situazione internazionale ed italiana di Mayors for Peace con le ultime notizie.

A livello internazionale Mayors for Peace (MfP) ha sostenuto le attività di ICAN con due importanti appelli scritti dal Sindaco di Hiroshima, Presidente di MfP, a tutti gli oltre 7000 membri, invitandoli a far sentire la voce delle città nell’incoraggiare i governi nazionali a partecipare al percorso verso il trattato. I Sindaci Matsui e Taue sono stati presenti ad ambedue le tornate della conferenza degli Stati in cui si discuteva il testo del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari: hanno espresso, con tutta l’autorevolezza che deriva dall’essere i rappresentanti eletti delle due città distrutte dalle bombe atomiche, un sostegno pieno a chi si batteva per la messa al bando delle armi nucleari. Insieme agli Hibakusha, i sopravvissuti alle bombe, hanno convinto molte delegazioni della necessità di votare secondo umanità, e non secondo convenienza diplomatica.

Mayors for Peace contribuisce attivamente alla campagna “Italia Ripensaci!”, promossa da Rete Disarmo e Senzatomica, affinche’ l’Italia firmi il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari: come e’ andata la campagna finora? Quali eventi ti hanno colpito di piu’?

In Italia, proprio in questi giorni, abbiamo raggiunto la cifra di 500 membri! Io ho iniziato ad impegnarmi nella promozione di MfP nel 2005, in occasione degli eventi che organizzammo in Lombardia,  Veneto e Friuli Venezia Giulia per il 60° anniversario dei bombardamenti del 1945. E ricordo che in quegli anni le amministrazioni comunali avevano molte più energie per occuparsi di questioni internazionali: Firenze era Vicepresidente di MfP. Con l’ospitalità del Sindaco Domenici e del Presidente del Consiglio Comunale Eros Cruccolini si tenne nel Salone dei Cinquecento un’assemblea degli iscritti italiani a cui furono invitati i Sindaci di Ghedi (BS) e Aviano (PN), le due città che (ancora oggi) ospitano armi nucleari statunitensi. A nome di tutti i membri MfP, Firenze strinse un patto d’amicizia con i Sindaci Annamaria Guarneri (Ghedi) e Stefano Dal Cont Bernard (Aviano), con la finalità di lavorare insieme per la rimozione delle armi nucleari dalle basi in quei due territori, un passo verso la totale eliminazione di tutte le armi nucleari. Eravamo molto attivi!
E ogni anno, come Beati i costruttori di pace, abbiamo sempre organizzato eventi in occasione degli anniversari di Hiroshima e Nagasaki (6 e 9 agosto): la manifestazione Pace in Bici, che si conclude sempre davanti alla base USAF di Aviano il 9 agosto, ha come obiettivo anche quello di raccogliere adesioni a MfP: in 13 anni abbiamo quasi triplicato il numero degli iscritti!
Negli ultimi anni, e in particolare da quando abbiamo lanciato la Campagna “Italia Ripensaci”, nell’ottobre 2016, non abbiamo riscontrato lo stesso livello di protagonismo da parte degli enti locali. Le difficoltà economiche dei Comuni in molti casi hanno azzerato le iniziative, anche se ci sono eccezioni: il Segretariato di MfP a Hiroshima aiuta ad organizzare eventi a costo zero o quasi, come per esempio incontri via Skype tra scuole e Hibakusha, oppure la condivisione di sementi e piantine discendenti dagli alberi sopravvissuti alle bombe atomiche, o firme di petizioni online a sostegno del Trattato di messa al bando (siamo arrivati a 2.662.841 firme!).

All’interno della campagna MfP ha spinto in modo particolare perché, dal basso, venissero presentate mozioni in tutti i consigli comunali invitando il Governo a firmare: come sta andando? Ci puoi dare delle cifre? 

Sì, in Italia abbiamo spinto molto per l’approvazione di mozioni dei consigli. Questo è il paese di Giorgio La Pira: e quando ho raccontato qualcosa al Sindaco Akiba (sindaco di Hiroshima fino al 2011) sull’impegno politico del sindaco fiorentino mi ha risposto, “Ma allora La Pira era il profeta di Mayors for Peace!” La Pira rivendicò il diritto delle Città a fare politica internazionale, a intessere relazioni di amicizia e collaborazione con altre città oltre i confini degli Stati. Invitò a Palazzo Vecchio, in piena Guerra Fredda, i sindaci di una cinquantina di capitali: seduti uno accanto all’altro, i sindaci di Washington, Mosca, Praga, Londra mostrarono di avere una visione diversa dai loro governo nazionali. La Pira, che era rimasto colpito proprio dall’urbicidio di Hiroshima e Nagasaki, scrisse che nessuno ha il diritto di uccidere una città, e che – comunque – la storia ci mostra che le Città restano, mentre gli Stati vanno e vengono. E il Sindaco Akiba amava dire che la Città sanno risolvere i problemi senza ricorrere alle armi, che le Città non possiedono eserciti.
Per tutto questo, crediamo che la voce dei Consigli comunali sia importante. Ad oggi sono solo pochi i comuni che hanno adottato una risoluzione specifica in cui si chiede al Governo italiano di “ripensarci” e aderire al percorso del Trattato sulla messa al bando delle armi nucleari. Ma la seconda fase di “Italia Ripensaci”, da febbraio fino al 7 luglio 2018, spingerà proprio per raggiungere una valanga di mozioni di enti locali da consegnare al nuovo Governo!

Alleghiamo:
Ordine del giorno Firma Nuclearban gen 2018 M4P

3 Lettera e Appello di Mayors for Peace versione italiana