Tra i firmatari di una lettera pubblicata dal Guardian a favore della decisione della cantante neozelandese di non esibirsi a Tel Aviv ci sono Mark Ruffalo, Peter Gabriel, Roger Waters. John Cusack, Ken Loach, Angela Davis e Alice Walker.

di Michele Giorgio

Nena News/Il Manifesto, 09.01.2018

http://nena-news.it/100-artisti-intellettuali-e-attivisti-si-schierano-con-lorde-e-contro-israele/

Gerusalemme, 9 gennaio 2018, Nena News – Nelle settimane passate la cantante neozelandese Lorde è stata attaccata e accusata persino di essere «una antisemita». Gruppi pro-Israele hanno comprato pagine di quotidiani importanti – come il Washington Post – per protestare contro la sua decisione di non esibirsi a Tel Aviv la prossima estate di fronte alle politiche di Israele verso i palestinesi. Ora però giungono importanti sostegni a Lorde. 100 artisti, musicisti, scrittori, attori e registi hanno firmato una lettera aperta, pubblicata su The Guardian a sostegno del diritto della pop star di cancellare il suo spettacolo in Israele. Tra i firmatari ci sono l’attore Mark Ruffalo, il cantante Peter Gabriel, Roger Waters dei Pink Floyd (particolarmente attivo nel Bds), l’attore John Cusack, il regista britannico Ken Loach, la storica attivista dei diritti civili Angela Davis e la scrittrice Alice Walker.

«Deploriamo le tattiche di bullismo utilizzate per difendere l’ingiustizia nei confronti dei palestinesi e per sopprimere la libertà di coscienza di una artista.Sosteniamo il diritto di Lorde di prendere posizione», è scritto nella lettera che inoltre critica le organizzazioni che hanno attaccato la cantante neozelandese. A Lorde si erano rivolte nelle scorse settimane due attiviste, la palestinese Nadia Abu-Shanab e l’ebrea Justine Sachs, chiedendole di annullare che la performance programmata a Tel Aviv. «L’esibizione a Tel Aviv sarà vista come un supporto alle politiche del governo israeliano anche se non farai alcun commento politico», avevano sottolineato Abu Shanab e Sachs nel loro messaggio. Lorde successivamente ha annunciato l’annullamento della data in Israele affermando di aver fatto «la scelta giusta». Nena News