Il presidente della Colombia e premio Nobel per la pace 2017 si riunisce con Timochenko leader massimo della ex guerriglia delle FARC, la qual sigla significa ora Forze Alternative Rivoluzionarie  del Comune. “Il bicchiere della pace è mezzo pieno” concludono in una dichiarazione congiunta.

 

La riunione era stata concordata da tempo e preparata con cura da Santos in persona. “Sia all’estrema destra sia alle FARC conviene criticare il Governo per supposto in-compimento degli accordi”, avverte Santos.

 

L’incontro tra i due avviene il 24 novembre, vigilia dell’anniversario della firma degli accordi di pace dell’Havana. Al termine dell’incontro avvenuto al Ministero degli Interni entrambi hanno espresso “la loro soddisfazione per i progressi avvenuti. I punti toccati sono stati reintegrazione degli ex guerriglieri, sicurezza, progressi in materia legislativa  e giuridica  rispetto alla JEP Jurisdiciòn Especial por la Paz, la legislazione speciale a cui si sottometteranno anche gli ex guerriglieri.

 

I due confermano il proprio impegno per “riempire il bicchiere il prima possibile” chiarendo che “progressi, sì ci sono stati”. Nel futuro prossimo ci saranno “riunioni periodiche ogni tot di tempo”, annunciano i due ex nemici giurati. “Da qui in poi questo è quello che faremo” assicura Santos. FARC e estrema destra coincidono nel vedere il bicchiere della pace mezzo pieno.


Per il Governo oltre a Santos,
hanno assistito all’incontro il vicepresidente Óscar Naranjo, il commissario della Pace Rodrigo Rivera e Rafael Pardo, consigliere per il post conflitto. Presenti anche Luis Carlos Villegas, Ministro della Difesa, Il ministro degli Interni Guillermo Rivera, Enrique Gil Ministro della Giustizia, quello delle Relazioni Estere María Ángela Holguín.
Per la delegazione della FARC, oltre a Timochenko, hanno assistito Carlos Antonio Lozada, Iván Márquez e due consiglieri giuridici.  “Andrò all’incontro con la migliore disposizione possibile” per risolvere, “nella misura del possibile le inquietudini delle FARC” assicura Santos.

“Abbiamo finalizzato una riunione molto produttiva con Londoño (alias Timochenko) e gli altri capi delle Farc, una revisione esaustiva di tutti i punti: il tema della sicurezza, quello della re incorporazione, progressi in materia giuridico-legislativa, la conformazione delle liste e abbiamo concluso che seguiremo da vicino la implementazione degli accordi. Il bicchiere è mezzo pieno ci sono stati progressi e dobbiamo fare uno sforzo tutti insieme per riempirlo nel minor tempo possibile”, dichiara il Capo di Stato.

Conclude Santos “esco molto soddisfatto dalla riunione e continuiamo a lavorare come abbiamo lavorato in precedenza affinché il perfezionamento degli accordi avvenga”. Parallelamente Rodriguo Londoño alias Timochenko ringrazia Santos e il ministro degli Interni, Guillermo Rivera, per la difesa politica dei punti dell’accordo firmati l’anno scorso e conferma la volontà di “costruire pace per i 44 milioni di colombiani del paese”. “Abbiamo analizzato fin nei minimi dettagli la situazione. Lo scambio è stato necessario, ce ne saranno altri, abbiamo bisogno di più comunicazione”. Viene in mente la frase di Sartre “il terrorismo in una società si produce quando si rompono i canali di comunicazione”.

 

L’Alto Commissariato della Pace, Rodrigo Rivera, dichiara in una conferenza stampa:“la riunione offrirà la opportunità di parlare con franchezza di tutto quello che è successo e di discutere le inquietudini che hanno manifestato i portavoce delle FARC ”.

 

Tra i punti che danno fastidio alle FARC c’è il fatto che, dopo l’intervento della Corte, le terze parti che hanno avuto un ruolo nella partecipazione al conflitto, come imprenditori e latifondisti, già ora non sarebbero obbligati a comparire obbligatoriamente per raccontare la verità di fronte alla JEP, ma potranno farlo volontariamente”, si puntualizza in una conferenza stampa. La società e l’opinione pubblica colombiana civile gridano al tradimento.

 

Seusis Hernández aliasJesús Santrich’, durante la presentazione del nuovo partito politico delle FARC a Barranquillla nell’Atlantico, dichiara di essere preoccupato per il pronunciamento della Corte Costituzionale sull’atto legislativo del gennaio 2017 e stigmatizza la decisione come “escatologica”.  “Ciò che è più grave è che si escludono dalla JEP  le parti terze civili e gli agenti statali non militari”.  Il modello che si è disegnato per permettere a tutti gli attori del conflitto di contribuire alla pace e alla ricerca della verità è stato minato alla base”, continua il portavoce delle FARC. “E con la JEP si insinua perfidia negli aneliti di speranza delle vittime, dice Santrich.”Un colpo di toga all’Accordo, è quello che si è verificato”.

 

Álvaro Uribe Vélez. L’ex Presidente e oggi senatore della Repubblica anche, il venerdì si reca in visita  nell’Atlantico: “ Ad un anno dall’implementazione degli accordi il paese è peggiorato”. E’  decresciuta l’economia, è aumentato il narcotraffico, l’estrazione minerale illegale, le estorsioni, continua Uribe. “Quando ha vinto il NO nel referendum all’accordo noi non eravamo contro la pace. Semplicemente chiedevamo una modifica al testo dell’accordo”.

Santos fu ministro della difesa del Governo Uribe, ma la relazione tra i due dopo gli accordi dell’Havana è ora tutt’altro che facile. “  “Non hanno apportato nessuna modifica importante e hanno fatto procedere il testo dell’accordo in itinere ,violando la volontà popolare e scambiando l’espressione popolare con un posticipo dell’atto legislativo”.

 

“Benvenuti alla politica: ora stanno esercitando politica democratica”, conclude Santos rispondendo alle lamentele delle FARC.