La giustizia minorile italiana è un sistema che funziona e del quale dobbiamo essere fieri in Europa. Riesce realmente a residualizzare il carcere e relegarlo a numeri minimi. Tuttavia, in questi numeri ci sono sempre le stesse persone: gli stranieri, i ragazzi più marginali del sud Italia, tutti coloro per i quali la fragilità sociale e l’assenza di legami sul territorio rende difficile trovare percorsi alternativi alla detenzione.

E’ questo ciò che emerge da Guardiamo Oltre, il 4° Rapporto di Antigone sugli Istituti di Pena per Minorenni (IPM) presentato oggi a Roma durante una conferenza stampa.
In particolare dal Rapporto emerge che al 15 novembre 2017 i presenti nei sedici Istituti Penali per Minorenni d’Italia sono 452 (da pochi giorni ha aperto il 17° Istituto a Firenze). I minorenni sono il 42%, i maggiorenni il 58%. Le ragazze sono 34 (pari all’8%) mentre gli stranieri sono in totale 200 e rappresentano il 44% della popolazione detenuta.
Il 48,2% di chi è attualmente detenuto in un IPM è in custodia cautelare. E ad esserlo sono soprattutto i minorenni. Tra loro l’81,6% non ha ancora una condanna definitiva. Inoltre gli stranieri in custodia cautelare sono più degli italiani, rappresentando il 53,5% del totale.
Negli ultimi anni si è assistito ad una forte crescita dell’istituto della messa alla prova. Dai 778 provvedimenti del 1992 si è arrivati ai 3.757 casi del 2016. Una crescita di quasi cinque volte che avrebbe dovuto comportare una crescita corrispondente del personale di giustizia e dei servizi sociali, cosa non accaduta.

“Nonostante questo quadro – dichiara Susanna Marietti, responsabile dell’Osservatorio Minori di Antigone – possiamo fare di più e di meglio e, dunque, guardare oltre. Possiamo cancellare ogni forma di selezione sociale nella giustizia minorile e spingere ovunque quella capacità di attenzione alle problematiche del singolo che gli operatori hanno sempre dimostrato”.

“Guardiamo oltre – sottolinea Patrizio Gonnella, presidente di Antigone – anche relativamente ai contenuti della riforma voluta dal Governo per le carceri italiane che a giorni dovrebbe essere presentata”.

“La speranza – gli fa eco Alessio Scandurra, altro curatore del rapporto insieme a Susanna Marietti – è quella che finalmente si scriva un ordinamento penitenziario organico specifico per i minori detenuti, nuove regole che mettano al centro in maniera radicale un progetto educativo e non repressivo e l’apertura al territorio. I ragazzi in carcere non possono essere gestiti con le stesse regole degli adulti”.

Durante la conferenza stampa è stato anche presentato Ragazzi Dentro, un sito realizzato da Antigone dedicato esclusivamente alla giustizia minorile dove, oltre ad essere confluiti tutti i precedenti rapporti, si possono trovare le schede relative ai sedici istituti di pena per minorenni presenti in Italia accompagnati da gallerie fotografiche e video inediti girati all’interno degli stessi, nonché approfondimenti sul tema.

A questo link la cartella stampa con tutti i dati presentati oggi.