In occasione dell’inizio del quinto anno di conflitto armato nel Sud Sudan, Amnesty International ha sollecitato un’urgente iniziativa globale per porre fine alle terribili violazioni dei diritti umani in corso nel paese africano.

Dal 15 dicembre 2013 decine di migliaia di persone sono state uccise e altre migliaia hanno subito violenza sessuale. Gli sfollati sono quasi quattro milioni.
“Un’iniziativa forte e coordinata è oggi più che mai necessaria per porre fine alla sofferenza della popolazione sudsudanese, soprattutto col passaggio dalla stagione delle piogge a quella secca, che solitamente favorisce un aumento delle ostilità”, ha dichiarato Sarah Jackson, vicedirettrice di Amnesty International per l’Africa orientale, il Corno d’Africa e i Grandi Laghi.

“Gli stati africani e la comunità internazionale devono lavorare insieme per trovare una soluzione definitiva alla crisi e porre fine alle violazioni dei diritti umani”, ha aggiunto Jackson.

Questi quattro anni di conflitto hanno avuto un impatto devastante sulla popolazione civile. Migliaia di uomini, donne e bambini sono stati sottoposti ad atti di violenza inimmaginabili, compresa la violenza sessuale, da parte sia delle forze governative che di quelle dell’opposizione, in alcuni casi equivalenti a crimini di guerra o crimini contro l’umanità.

Nella regione di Equatoria Amnesty International ha verificato che il governo e l’opposizione hanno bloccato le forniture di cibo dirette verso alcune zone, hanno sistematicamente saccheggiato il cibo dalle abitazioni e dai mercati e preso di mira chiunque attraversasse la linea del fronte portando con sé anche la minima scorta di cibo.

“Il cibo è usato come arma di guerra e l’insicurezza alimentare riguarda ormai 4.800.000 persone. La situazione peggiorerà se non saranno assunte iniziative rapide per porre fine alla crisi umanitaria”, ha sottolineato Jackson.

“Le iniziative per porre fine al conflitto dovranno comprendere l’imposizione di un embargo sulle armi rispetto a tutte le parti coinvolte e misure concrete per fornire giustizia alle vittime di gravi violazioni dei diritti umani, soprattutto attivando finalmente la Corte ibrida per il Sud Sudan”, ha commentato Jackson.

Nel corso del conflitto giornalisti, difensori dei diritti umani e sostenitori dell’opposizione sono stati intimiditi, arrestati arbitrariamente e in alcuni casi torturati mentre agli operatori umanitari è stato impedito di portare avanti il loro lavoro.

“Le autorità del Sud Sudan devono consentire alle agenzie umanitarie di distribuire senza alcun ostacolo le indispensabili forniture di cibo e di medicinali e devono permettere agli attori della società civile di agire liberamente”, ha concluso Jackson.