Prende il via la ricorrenza voluta dalle Nazioni Unite che dal 1995, con richiesta specifica dell’Assemblea Generale, coinvolge anche la società civile al fine di promuovere sempre di più nell’opinione pubblica una migliore comprensione delle tematiche del disarmo

Inizia oggi la “Settimana internazionale per il Disarmo” promossa dalle Nazioni Unite e che prende avvio tradizionalmente nell’anniversario della loro fondazione (il 24 ottobre è infatti lo “UN day”). Come ogni anno dal 1978 si tratta di un’occasione per riflettere sui percorsi possibili di disarmo e per sottolineare gli impegni della società civile e delle istituzioni internazionali verso un obiettivo basilare della Carta delle Nazioni Unite.
Di recente, inoltre, l’adozione dell’Agenda internazionale 2030 per lo Sviluppo Sostenibile ha costituito un momento fondamentale per prevenire, combattere, sradicare il commercio illecito di armi: nell’Agenda è infatti inserito un obiettivo specifico per ridurre significativamente il flusso illecito di armamenti entro il 2030.

Anche la Rete italiana per il Disarmo intende promuovere in Italia, come già negli anni scorsi, questa iniziativa e questo momento di ricordo e riflessione e nei prossimi giorni rilancerà nuove informazioni e proposte su una serie di campagne immobilizzazioni già in corso. Dal disarmo nucleare alla riduzione delle spese militari; dal controllo dei trasferimenti di armi alla proposta di una difesa civile non armata e nonviolenta; alla promozione di politiche di Pace (e non di sussidio all’industria militare) a livello europeo alla limitazione e messa al bando di armamenti problematici come mine anti-persona, cluster bombs, droni armati, “killer robots”. Tutte iniziative già in corso e delle quali la nostra Rete di occupa da tempo ma che necessitano di rilancio e nuova energia.

La prospettiva sottolineata nei documenti di istituzione della “Settimana internazionale per il Disarmo” è la stessa che da sempre caratterizza il lavoro della nostra Rete. Lo vogliamo ricordare riprendendo alcune parole della carta di intenti fondativa che tutti i membri del nostro network hanno sottoscritto, in particolare andando a

“Concordare sulla preoccupazione che il sistema politico internazionale sia orientato ad utilizzare la guerra, gli interventi militari e il riarmo come normali strumenti di politica e come metodo per soluzione di controversie e tensioni.
(…)
Condividere le analisi che vedono nella crescente produzione e nella proliferazione e nel commercio di armamenti uno dei fattori fondamentali di insicurezza, instabilità, e della moltiplicazione di guerre tra paesi e popolazioni, di conflitti interni agli Stati e di violazioni dei diritti dell’uomo.

Ritenere che la proliferazione e l’abuso di armi leggere mettano a repentaglio la sicurezza degli individui e la democrazia, e contribuiscano alla violazione dei diritti dell’uomo.

Considerare importante il ruolo della società civile per la promozione di trattati, di convenzioni e di accordi di ogni natura che promuovano: la limitazione del commercio; la messa al bando di armi indiscriminate, convenzionali e non convenzionali, e di nuova generazione; maggiori controlli e divieti sull’esportazione e l’importazione di armamenti; la riconversione al civile delle industrie militari; la riduzione delle spese militari; la nuova destinazione verso attività di interesse sociale di fondi prima destinati alla sfera militare.

Concordare sulla necessità di elaborare e proporre percorsi alternativi non armati e nonviolenti per la risoluzione delle controversie.

Concordare sull’urgenza di promuovere la giustizia e la pace a livello locale, nazionale ed internazionale attraverso misure dire di prevenzione e trasformazione dei conflitti violenti”.