I risultati elettorali delle elezioni appena concluse, in cui hanno votato il 60,8 per cento degli aventi diritto, sono abbastanza sorprendenti. In sintesi segnano con il 29,6 percento dei voti la vittoria del partito ANO dell’imprenditore slovacco Andrej Babis, conosciuto anche come il Berlusconi ceco, la crescita di partiti populisti ed il crollo della socialdemocrazia e dei comunisti.  Secondo partito è ODS con l’11,3, partito di destra che in anni precedenti è stato diverse volte al governo. Grande novità con il 10,7 i Pirati – partito giovane caratterizzato da una richiesta di libertà soprattutto di internet e trasparenza della vita politica e economica. Quindi  SPD con il 10,6, partito capeggiato da Tomio Okamura e il cui slogan fondamentale è stato: no all’islam, no al terrorismo. Il partito comunista ha preso solo il 7,7, il risultato più basso in assoluto della loro storia, infatti in elezioni precedenti otteneva sempre risultati intorno al 15 per cento. Grande sconfitto di queste elezioni CSSD, il partito socialdemocratico che è stato al governo negli ultimi 4 anni e che dal 20,3 delle ultime elezioni crolla al 7,2. In tutto 9 partiti hanno superato lo sbarramento del 5% su 22 partiti che si sono presentati alle elezioni.

Le elezioni si sono svolte in una atmosfera caratterizzata dalla preoccupazione, se non dal terrore, per le immigrazioni. Una paura “caricata” dai media e da alcuni personaggi, perchè di fatto i richiedenti asilo in Repubblica ceca sono solo poche decine. Soprattutto argomenti degli ultimi mesi sono stati l’indagine giudiziaria su Babis, sospettato di essersi appropriato indebitamente di fondi europei per le sue aziende, e lo scandalo che coinvolge il ministro socialdemocratico dell’industria che ha concesso ad un prezzo bassissimo lo sfruttamento di giacimenti di litio ad una azienda australiana.

L’aria che si respira è di confusione e preoccupazione. Secondo la rivista Reflex con la vittoria di Babis si va verso la perdita di libertà: “Ha vinto le elezioni il movimento antidemocratico di un agente dei servizi segreti comunisti slovacchi, bugiardo, manipolatore e ladro…”  Secondo l’ex presidente della Repubblica e già presidente del consiglio V. Klaus non bisogna esagerare con queste interpretazioni  ma certamente è stato un voto di protesta. Le organizzazioni per i diritti umani sono preoccupate non solo per la vittoria di Babis, considerato un uomo senza scrupoli, ma anche per il risultato ottenuto da Okamura, un partito islamofobo e contro i “dictat” di Bruxelles.

E’ ancora presto per dire come si formerà il governo, forse Babis cercherà di raggiungerà la maggioranza con ODS e con i democratici cristiani.

Sono elezioni che segnalano paura, preoccupazione di perdere la propria identità, e una grande confusione. C’è un sentimento generico di protesta contro i poteri forti e sfiducia contro i soliti partiti, ma è assente in questo momento una forza politica e sociale capace di dare una direzione positiva e non compulsiva a questo grande smarrimento dell’umanità ceca.