In occasione della Giornata Internazionale della Donna Indigena (5 settembre), l’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) vuole portare all’attenzione il caso della guaritrice Mapuche Francisca Linconao che in Cile difende i diritti del suo popolo. Nel 2009 Francisca Linconao è stata la prima donna indigena a essersi contrapposta con successo a una potente multinazionale del legname. Da allora continua a doversi difendere da accuse inconsistenti. Attualmente è accusata insieme ad altre dieci persone, tutte Mapuche, della morte della coppia proprietaria terriera Luchsinger-MacKay nonostante nel 2013 la donna sia già stata assolta dalla stessa accusa. Successivamente è apparso d’improvviso un nuovo testimone oculare che però ha già ritrattato l’accusa. Francisca Linconao vuole dimostrare la sua innocenza e denunciare l’arbitrarietà delle istituzioni di cui sono vittime molti Mapuche.
L’APM teme che durante il processo venga usata la famigerata legge 18.314, la cosiddetta legge antiterrorismo emanata ancora durante la dittatura militare di Augusto Pinochet. La legge prevede condanne draconiane che possono essere comminate anche grazie all’ammissibilità di testimoni anonimi, le cui dichiarazioni non sono verificabili. La Machi (guaritrice) 61enne rischia fino a 40 anni di carcere.
Finora l’accusa non ha nemmeno potuto provare la presenza della donna sul luogo del delitto. Il testimone principale José Peralino ha dichiarato di essere stato messo sotto pressione affinché firmasse una dichiarazione che accusasse gli undici indagati. Il processo, al quale l’APM partecipa con osservatori volontari, è iniziato lo scorso 21 agosto.
L’APM si è più volte impegnata nei confronti delle istituzioni cilene affinché la Machi avesse un processo giusto e potesse attendere l’inizio del processo agli arresti domiciliari. L’appello lanciato dall’APM è stato sostenuto a inizio 2017 da oltre 1.000 firmatari. Con uno sciopero della fame durato diverse settimane durante il periodo natalizio nel 2016, Francisca Linconao ha protestato contro la sua detenzione in carcere e finalmente nel gennaio 2017 è stata trasferita agli arresti domiciliari. Prima ha dovuto fare diverse volte avanti e indietro tra la sua casa e la cella in carcere. A causa del trattamento ricevuto Francisca Linconao si è ammalata e finora non si è ripresa del tutto.
La Giornata Internazionale della Donna Indigena è nata in Bolivia per onorare il ricordo di Bartolina Sisa che nel 18esimo secolo aveva guidato una rivolta indigena contro gli invasori spagnoli ed è stata uccisa nella capitale boliviana La Paz il 5 settembre 1782. La Giornata Internazionale della Donna Indigena ricorre fin dal 1983 e viene festeggiata soprattutto nei paesi latinoamericani.