Oggi sono passate tre settimane dalla sparizione forzata di Santiago Maldonado a Chubut, la Patagonia argentina, quando la comunità mapuche Lof de Resistencia a Cushamen è stata perquisita dalla gendarmeria e gli uomini presenti si sono visti obbligati a fuggire per salvare le proprie vite.

Maldonado, che non conosceva molto bene il posto, non ha potuto trovare rifugio come hanno fatto gli abitanti del luogo ed è stato arrestato dai gendarmi, benché la ministra della Sicurezza, Patricia Bullrich, continui a negarlo. Come fa anche il ministro della Giustizia, Germán Garavano, che insiste a negare l’intervento della gendarmeria nella sparizione del giovane.

Continuano le manifestazioni alle porte delle caserme da cui sono usciti i gendarmi che hanno partecipato all’operativo. Le recriminazioni da parte di tutta la popolazione stanno facendo sì che i comandanti dei diversi distaccamenti scarichino la responsabilità della repressione gli uni sugli altri.

La famiglia di Santiago ha percorso chilometri e chilometri cercando l’appoggio dello stato nella ricerca del proprio congiunto, ma solo l’avvocato difensore di Maldonado sembra mettersi nei loro panni in una corsa contro il tempo. Nel corso di recenti dichiarazioni, sia l’avvocato che membri della comunità mapuche cominciano a mostrarsi scettici rispetto alla possibilità che Santiago si trovi ancora in vita.

Questo pomeriggio, durante la manifestazione dei lavoratori che si è tenuta a Buenos Aires per chiedere al governo di modificare la rotta dell’economia, nell’ambito di uno sciopero generale, l’appello affinché Santiago Maldonado venga ritrovato in vita è stata una delle richieste più rimarcate, così come il rispetto immediato della misura cautelare dettata dalla Commissione Interamericana dei Diritti Umani a favore di Milagro Sala.

La CIDU ha inoltre risposto affermativamente a una richiesta di misura cautelare affinché lo Stato argentino informi su dove si trovi Santiago Maldonado, che “l’ultima volta è stato visto mentre veniva colpito e caricato su una camionetta bianca della gendarmeria nell’ambito di un operazione di polizia nel dipartimento di Cushamen”, secondo le sue stesse parole.

Il titolare dell’organismo, Francisco Eguiguren, ha parlato con la radio argentina Radio Rebelde, in cui ha assicurato che la risoluzione su Maldonado sarà consegnata allo Stato argentino affinché “metta in atto tutte le ricerche necessarie al fine di trovarlo e garantire la sua sicurezza”.

 

Traduzione dallo spagnolo di Matilde Mirabella