Di StopFake.org si può dire tutto tranne che predica bene e razzola male: qui il fake è strutturale, intrinseco, una perfetta antinomia alla Russell.

Se un gruppo che indaga sulle fake news afferma di essere esso stesso un fake, le sue rivelazioni sono non-fake o no?

Questa potrebbe essere una formulazione moderna di una antinomia alla Bertrand Russell, filosofo, logico, matematico, che con estremo rigore formulò enunciati intrinsecamente contraddittori. Una delle versioni più popolari è l’antinomia del barbiere: “In un villaggio l’unico barbiere rade tutti quelli che non radono se stessi. Chi rade il barbiere?”…

Ora abbiamo Stopfake.org che, nel proprio sito[1], afferma di essere un hub di informazioni dove viene analizzato il fenomeno della propaganda del Cremlino sotto tutti gli aspetti e tutte le sue manifestazioni.
Oltre all’influenza della propaganda sull’Ucraina cerchiamo anche di studiare i suoi metodi di influenza su altri paesi e regioni – dalla Siria alla Turchia verso l’Unione europea e l’ex Unione Sovietica”.

Fin qui niente di male, anzi, magari tutti i giornalisti dichiarassero con altrettanta onestà da quale postazione pregiudiziale operano!
Poi, però, in ogni occasione Stopfake.org cerca di spacciarsi come “indipendente”, “obiettivo”, “neutrale”, a cominciare dal proprio logo che recita:La Lotta contro i fake riguardanti gli eventi in Ucraina (tout court-NDA)“.
Poco più sotto: Siamo un’organizzazione giornalistica il cui obiettivo principale è la verifica delle informazioni e la lotta per una chiara delimitazione tra il giornalismo e la propaganda”.

Pressenza ieri ha pubblicato un’intervista[2] a Mauro Verzio, responsabile dell’edizione italiana di Stopfake.org, che afferma: Riceviamo donazioni da elementi esterni dall’Ucraina proprio per evitare di essere assoggettati all’una o all’altra parte”…
“Nonostante siamo chiaramente un progetto Ucraino che ha il compito di svelare le FakeNews provenienti dalla Russia, non ci consideriamo parte integrante di una parte e non partecipiamo mai alla propaganda”.

Memore del detto “Chi paga la band sceglie la musica”, a me sfugge come siano conciliabili fra di loro le affermazioni sopra riportate, comunque, anche sforzandomi di accettare codesta cecità premeditata verso le identiche porcherie commesse dalla NATO, credevo che il signor Verzio fosse ferratissimo almeno sui fatti che riguardano i suoi indagati, invece egli afferma che il Donbass (la principale regione ‘ribelle’ assieme alla Crimea) è “una piccolissima porzione di terreno paragonabile alla provincia di Torino in Italia”.
Ora, il Donbass non è una entità amministrativa, perciò la sua estensione non è misurabile inequivocabilmente, però la sua principale provincia, il Donetsk Oblast, copre da sola 26.517 kmq, cioè mille kmq in più dell’intero Piemonte…

Dice Verzio che il loro sito è tradotto in 11 lingue e che la redazione conta 29 persone, tutti volontari. Qui abbiamo due non-fake certi: che di soldi ce ne vogliono tanti e che vengono dal fronte occidentale.

Sempre Verzio: Le critiche che riceviamo non sono mai su quanto pubblicato, ma a seconda dei casi di essere agenti della CIA, sponsorizzati da Soros, neonazisti ecc. ecc.” 

1) Il fatto di non essere finanziati da enti governativi ucraini è un chiodo fisso anche nel sito di StopFake.org che, alla sezione “Chi siamo” precisa di ricevere fondi dal crowdfunding (dove si può infilare qualunque compagno di merende), dal ministero degli esteri Ceco e dall’ambasciata britannica in Ucraina (come dire: alcune facce pulite dei servizi occidentali) e dal National Endowment for Democracy (cioè dalla CIA[3]).

2) Digitando su Google un paio di parole chiave si trova subito OBC: Osservatorio Balcani e Caucaso e il suo articolo “Ucraina, i media dopo Maidan”[4].
Proprio in apertura, l’Autore Matteo Tacconi scrive: “Questo servizio è … finanziato da Open Society Initiative in Europe all’interno di Open Society Foundations (di Soros -NDA).
Il servizio, molto equilibrato a mio giudizio, inizia con un’intervista a Eughen Fedchenko, co-fondatore e direttore di stopfake.org, e a codesto gruppo dedica 461 parole mentre le rimanenti 312 parole coprono altri 5 gruppi simili, compreso quello che lo stesso Tacconi definisce come “il più noto senza dubbio” salvo a liquidarlo con 44 parole…
…A me viene da “pensare male andreottianamente”[5]

3) Il terzo ‘fake’ sarebbe l’accusa a StopFake.org di essere di stampo neo-nazista. Presto smentito, almeno sul fronte italiano, con l’accusa a Fratelli d’Italia di avere da tempo espresso la propria vicinanza al Cremlino[6].

Infine, un fondamentale ‘strabismo’ di StopFake.org riguarda la sua dichiarata guerra contro gli ‘Oligarchi’ che dominavano l’Ucraina sia nel periodo sovietico che in quello precedente la cacciata di Yanukovic ‘a furor di Piazza della Dignità’. Ma come si può definire se non ‘oligarca’ il coniglio uscito dal cilindro di quella piazza, il presidente Poroshenko (il re del cioccolato) che fa e disfa i governi[7], avendovi inizialmente installato tre stranieri ai quali conferì la cittadinanza ucraina poco prima di farli giurare come ministri?[8]

In conclusione, mi pare che di StopFake.org si possa dire tutto tranne che predica bene e razzola male: qui il fake è strutturale, intrinseco, Russellianamente antinomico!

 

[1] http://www.stopfake.org/it/chi-siamo/

[2] https://www.pressenza.com/it/2017/07/ucraina-proteggersi-fake-news/

[3] http://www.controinformazione.info/la-national-endowment-for-democracy-e-ora-dichiarata-ufficialmente-indesiderata-in-russia/

[4] https://www.balcanicaucaso.org/aree/Ucraina/Ucraina-i-media-dopo-Maidan-170078

[5] Secondo la celebre frase di Giulio Andreotti: “A pensare male si farà anche peccato, ma quasi sempre ci si azzecca”.

[6] http://www.stopfake.org/it/di-quale-supporto-politico-italiano-godono-le-milizie-terroristiche-nel-donbas/

[7] http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2016-04-13/nuovo-governo-ucraina-entra-scena-groysman-uomo-poroshenko-212145.shtml?uuid=ACAulE7C

[8] http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-12-02/l-ucraina-vara-governo-ministri-stranieri-selezionati-cacciatori-teste-202117.shtml?uuid=ABjsv6KC