Il decreto Lorenzin è ora diventato una legge dello Stato. 296 voti a favore, 92 contrari e 15 astenuti: questa l’ultima votazione avvenuta nella mattinata di oggi dopo che ieri, con una maggioranza leggermente superiore, si era votata la fiducia al governo che – di fatto – blindava la legge inchiodandola al testo del Senato. Questa procedura si era resa necessaria per evitare la decadenza dell’originario decreto legge del Ministro della Sanità. Col senno di poi qualcuno fa notare che il fatto di presentare un decreto legge, che doveva essere velocemente convertito in Legge,  ha di fatto appiattito il dibattito e le possibilità migliorative della legge che istituisce ben 10 vaccini obbligatori e che si pone come avanguardia di un nuovo modello di gestione della sanità pubblica che ha suscitato perplessità da più parti. Sull’opportunità del decreto legge e sul suo uso proprio secondo i dettami della Costituzione è interessante rileggersi l’articolo di Rocco Artifoni che abbiamo pubblicato.

I movimenti, soprattuto di genitori, hanno sottolineato che la soluzione coercitiva (pur leggermente edulcorata nel dibattito) finisce per andare a scapito di una corretta politica di informazione; su questo era stata presentata, qualche giorno prima del decreto legge, un disegno di legge in Parlamento che andava in questa seconda direzione e che, ovviamente è ora lettera morta.

L’altro aspetto che ha caratterizzato la civile ma ferma protesta dei movimenti di genitori, medici ed infermieri è stata la questione della libertà di cura sancita dalla Costituzione, nonché l’acceso dibattito sull’esistenza di un reale pericolo epidemico e per quali malattie. A tal proposito, l’ultimo tentativo dei movimenti è stato quello di inviare lettere personali ad ogni singolo deputato.

Ovviamente la già annunciata battaglia per l’abrogazione della legge consisterà di numerosi passi: ricorsi al TAR, alla Corte Costituzionale, fino ad una raccolta di firme per un possibile referendum abrogativo.