È oggi chiaro a tutti che nel nome della “guerra contro il terrorismo” l’Afghanistan è praticamente diventato terra di nessuno, e si trova in una situazione peggiore che nel 2001.

Io mi domando: ma cosa significa nella pratica la parola corruzione in Afghanistan? Qual è il problema principale dell’Afghanistan? Il 59% degli intervistati risponde “la corruzione”; i servizi e gli impieghi pubblici in Afghanistan sono visti da molti come se fossero in vendita. La polizia, il sistema giudiziario, le amministrazioni municipali ed i dipartimenti doganali sono considerati ampiamente le istituzioni più corrotte. L’estorsione ed altri crimini di corruzione commessi dalla polizia e dalle reti legati al traffico e commercio di droga sono le questioni più urgenti da affrontare. l’Afghanistan è diventato un buco nero che assorbe in modo insaziabile il denaro che arriva dall’estero. La corruzione si è diffusa in tutto il sistema. In teoria le donne hanno nuovi diritti e libertà. Ma, nella pratica, la loro situazione è cambiata di poco. Il burka continua a far parte del paesaggio afghano e le donne continuano a essere discriminate. Il narcotraffico è diventato l’industria più prospera del Paese. Esperti Onu confermano l’aumento progressivo ogni anno dei terreni coltivati. L’Afghanistan è al secondo posto tra i paesi più corrotti al mondo e per quanto il nuovo presidente Ashraf Ghani, un economista della Banca Mondiale, si sia messo di impegno a sradicare la corruzione, sembra un’impresa quasi impossibile in un paese dove tutto gira intorno ai soldi, alle mazzette e ai favori. Il problema maggiore degli afghani non è l’insicurezza, e nemmeno la povertà, ma la corruzione. A questa conclusione è giunto il rapporto condotto dall’Unodc, l’ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine.

L’Unodc ha compiuto un’indagine a tutto campo sull’idea che gli afghani hanno di se stessi, del loro Paese e del governo.
L’inchiesta ha coinvolto 7.600 persone in 12 capitali provinciali e in 1.600 villaggi sparsi per l’intero territorio. Lo scopo dello studio era  migliorare la percezione del Paese reale anche all’estero e favorire il progresso verso una forma più compiuta di democrazia.  Con i talebani sempre più forti grazie a oppio e corruzione, un altro grave problema è l’assenza di controlli transfrontalieri terrestri relativamente al trasporto di denaro contante e più in generale la scarsa chiarezza delle norme doganali previste per le merci e i soldi: la maggior parte delle zone di confine, siano terrestri o aeroportuali, sono definite dal governo statunitense “scarsamente o per nulla sorvegliate” e nonostante gli accordi transnazionali firmati negli ultimi anni dal governo di Kabul con i Paesi vicini i traffici illeciti si sono moltiplicati, invece che diminuire.

Tra gennaio e novembre sono morti 6.785 tra soldati e poliziotti afghani, i feriti sono stati oltre 11.777, rispetto ai circa 5.000 caduti del 2015, questi numeri significano il vertiginoso aumento del 35% delle perdite in combattimento. Così pure un anno di perdite record tra i civili: 11.418 (3.498 morti e 7.920 feriti) come pubblicato dalla missione dell’ONU (UNAMA) con un aumento del 3% rispetto al 2015.
La produzione e il traffico di droga  e la corruzione in Afghanistan sono aumentati da quando la guerra è iniziata, nel 2001. La missione di pace della Nato, che aveva promesso anche un contenimento e uno sradicamento di questa economia illegale, ha miseramente fallito. Un susseguirsi di episodi che vedono i signori della droga profondamente connessi al potere politico del governo afghano di Karzai (agente CIA dalla fine degli anni 80) e con frange di militari in missione. Molti esperti raccontano come la “missione di pace” sia in realtà una copertura per favorire la produzione di droga in Afghanistan e come la CIA sia coinvolta in essa. Un finale a sorpresa prende in esame il coinvolgimento della CIA in traffici di droga legati a guerre in tutto il mondo, spiegando come questo sia un mezzo spesso usato dall’intelligence americana (e non solo) per reperire fondi; e infine il ruolo della ‘ndrangheta in questo traffico, i luoghi che la droga afghana attraversa per arrivare in Italia, per poi essere smistata nel resto del mondo.
La corruzione è uno dei maggiori ostacoli per lo sviluppo dell’Afghanistan, in quanto rappresenta una delle più gravi violazioni dei diritti umani poiché implica discriminazione, ingiustizia e non rispetto della dignità umana. mNon ci sarà alcuna giustizia nel mondo né l’abolizione della povertà finché la corruzione minaccerà l’educazione, la salute, il mercato e l’ambiente. Se vogliamo migliorare la vita di milioni di persone che vivono nella povertà più estrema allora alla lotta contro la corruzione deve essere data il massimo della priorità a tutti i livelli. Tutti siamo responsabili della povertà, dal più povero alle nazioni più benestanti.
L’Afghanistan ha cambiato la sua facciata, ma non la sua essenza. A livello formale è stata fatta una grande rivoluzione, ma al governo ci sono gli stessi signori della guerra che c’erano prima: per questo non devono stupire i negoziati tra le istituzioni e i Taliban. Sono la stessa cosa.
Atai Walimohammad