Sono sei le esperienze educative raccontate nel film-documentario Fuoriclasse – La scuola possibile, di Michele Aiello e Stefano Collizzolli, distribuito da Zalab nel 2016. Si racconta di esperienze in una scuola (primaria) fantastica ma possibile, dal nord al sud dell’Italia. Tutto ha inizio a Roma con l’esperienza di Radio Freccia Azzurra, un’emittente in FM gestita dai bambini romani di una scuola del quartiere di Montecucco. Da qui, attraverso la loro radio, i piccoli protagonisti incontrano e intervistano i loro coetanei in tutta Italia che stanno vivendo esperienze “fuoriclasse” altrettanto ricche di stimoli.

Si passa per la scuola “Arcobaleno” di Padova, che si riappropria dell’Antigone di Sofocle elaborando attività nella piazza principale della città e interloquendo con gli adulti su temi come il tradimento, la politica, la libertà personale e il libero arbitrio. A Ronta, un comune tra i boschi dell’Appennino Toscano, le classi sono state chiamate a confrontarsi su un tema più che mai attuale oggi: “chi è il lupo cattivo?”, e hanno accompagnato il percorso di conoscenza con escursioni nel bosco e una notte al rifugio.

In Lucania i bambini della “Padre Pio” di Craco Peschiera hanno intervistato gli anziani del  paese per imparare a conoscere le abitudini di vita nell’antico paese di Craco, un bellissimo borgo tra i calanchi della Basilicata evacuato negli anni sessanta in seguito a una frana. E ancora, nel Rione Ascarelli di Napoli si è cercato di indagare il concetto di libertà ospitando un cavallo gigante di cartapesta tra i corridoi della scuola e, infine, a Rho i bambini si sono presi cura delle asine dell’Associazione Passi e Crinali ospitando gli animali nel cortile della loro scuola.

Anche dopo la realizzazione del film molti di questi laboratori sono continuati e la radio bambina, Radio Freccia Azzurra, continua tutt’oggi a trasmettere in FM grazie anche alla collaborazione con il Circolo Gianni Rodari.

Come ha spiegato Martina Greco, responsabile comunicazione di Zalab, il senso del film, oltre quello di raccontare esperienze positive e ben riuscite, è dimostrare che anche con pochissime risorse si può fare lezione in maniera creativa, coinvolgendo i bambini in prima persona e chiedendo loro di mettersi in gioco attraverso l’espressione fantasiosa del proprio punto di vista.

Elena Risi

 

L’articolo originale può essere letto qui