Dall’Uzbekistan ecco la notizia che aspettavamo dalla fine del secolo scorso: Muhammad Bekzhanov non è più il giornalista in carcere da più tempo al mondo.

Bekzhanov era in prigione dal luglio 1999, con la falsa accusa di aver collaborato all’organizzazione di una serie di attentati orditi dall’esilio dal capo del partito di opposizione Erk. Bekzhanov era il capo redattore del quotidiano del partito.

In un mese di interrogatori in isolamento e sotto tortura, mediante pestaggi, soffocamenti e uso della corrente elettrica, gli inquirenti lo convinsero a rilasciare una “confessione” che gli costò una condanna a 15 anni di carcere.

Bekzhanov avrebbe dovuto essere rilasciato nel 2014, ma poco prima della scadenza della pena fu condannato ad altri quattro anni e otto mesi per una presunta violazione del regolamento interno della colonia penale di Kasan, dove era detenuto.