di Horacio Verbitsky per Pagina12 – Traduzione di Pressenza

Il potente segretario generale del governatorato Freddy Morales e undici legislatori (sette radicali, tre peronisti e un conservatore popolare) hanno acquistato 150 ettari di terreno dalla Banca di Jujuy per 720 mila pesos e alcuni mesi dopo li hanno rivenduti al governo provinciale per un programma di costruzione di alloggi a 30 milioni. Gerardo Morales fa autorizzare le lottizzazioni al suo vice. Per coloro che traggono profitto dalla speculazione edilizia l’opera sociale di Milagro Sala è un esempio intollerabile che deve essere punito.

Milagro Sala è conosciuta in tutto il paese per la costruzione di alloggi sociali nel quartiere di Alto Comedero, lo stesso sobborgo di San Salvador nel cui penitenziario, in maniera illegale, è privata della sua libertà da un anno. Molto vicino a lì, nello stesso Alto Comedero, l’uomo forte del governo di Jujuy, Freddy Morales, insieme a sette dirigenti dell’Unione Civica Radicale, a tre del peronismo e a uno del populismo jujeño dell’ex governatore Horacio Guzman e di sua figlia Maria Cristina, ha realizzato un grande affare immobiliare. La prigionia di Sala e gli affari di Morales e dei suoi soci sono un’eccellente espressione del sistema politico di Jujuy, il cui asse resta la Ingenio Ledesma, che è il principale proprietario terriero nel NOA.

Servizio comunitario

L’organizzazione di quartiere Tupac Amaru ha costruito unità popolari a basso costo grazie al lavoro in cooperativa di chi avrebbe occupato gli alloggi. Dei fondi ricevuti per il Programma Federale di Emergenza Abitativa (PFEH), una parte si assegnava all’acquisto di materiali e infrastruttura, un’altra a fornire reddito ai lavoratori della cooperativa e un residuo si reinvestiva in infrastrutture per il quartiere e in opere sociali: un parco acquatico delle dimensioni del Parco Nord di Buenos Aires e piscine affinché i bambini potessero intravedere che una vita degna è possibile; una piscina coperta climatizzata con attrezzatura che consente l’accesso a disabili in sedia a rotelle; scuole dei tre livelli di insegnamento, centri sanitari, fabbriche e anche luoghi cerimoniali come una replica del tempio del Tiahuanaco boliviano, dove statue di Tupac Amaru e di Micaela Bastidas presiedono le cerimonie spirituali dei popoli originari. La riduzione dei tempi di costruzione e l’economia sui materiali grazie all’acquisto all’ingrosso hanno generato eccedenze che i contratti firmati dalle cooperative permettevano di disporne ad altri scopi. Nel caso delle cooperative della Tupac, quelle eccedenze furono destinate alle infrastrutture del quartiere e alla fornitura di servizi di base ad accesso libero per tutta la sua popolazione. In queste opere, che non erano contemplate nei programmi nazionali, provinciali e municipali di alloggi assunti dalle cooperative, sono state riversate le risorse che il contabile Gerardo Morales pretende essere state “rubate” da Milagro e dall’organizzazione di quartiere Tupac Amaru. Il governo provinciale ha abbandonato e lasciato al degrado queste opere, finché il confronto con il revanscismo dei generali del ’55, che ha riempito di cemento le piscine della Fondazione Eva Perón, lo ha indotto a cambiare tattica, riabilitarne alcune e utilizzarle per la propria propaganda politica.

In contrasto con questa concezione comunitaria della Tupac, l’imprenditorialità di Freddy Morales e dei suoi soci politici ostenta le caratteristiche della tradizionale speculazione immobiliare, in cui terreni pubblici vengono acquistati da dirigenti politici a prezzi irrisori e poi rivenduti allo stesso Stato a prezzi astronomici, o lottizzata per costruire abitazioni di alto livello. Questa differenza concettuale, organizzativa ed etica è alla base dell’esasperata persecuzione contro Milagro Sala, venuta a sconvolgere affari sicuri realizzati dal potere alle spalle delle necessità popolari, vera ragione per la quale si trova in carcere.

Nel 2009, con la richiesta di rapporto nella quale dichiarò guerra a Milagro Sala, l’allora senatore Morales la accusò di “mettere nell’agenda pubblica della provincia di Jujuy la legge di riforma edilizia, anche con il rifiuto dell’allora governatore e delle organizzazioni dei professionisti del settore”. Questa legge, alla quale si sono opposti l’UCR e il Fronte di Rinnovamento che oggi governano Jujuy, ha aperto alle cooperative di lavoratori la riserva chiusa dei grandi costruttori che ora la recuperano, con il terzo fratello, Walter Morales, a capo dell’Istituto per le abitazioni e l’urbanizzazione provinciale, IVUJ.

Dove c’è una necessità

Il 21 luglio 2011, durante la classica Marcia del Apagón che commemora i sequestri e gli assassnii del 1976 all’Ingenio Ledesma, 3.500 persone guidate dalla Corrente Classista Combattiva occuparono 15 ettari di terra dell’Ingenio Ledesma, il principale proprietario terriero della provincia con 157.556 ettari. Dopo dieci giorni di tensione due giudici provinciali ordinarono la repressione e la polizia locale, insieme alle forze di sicurezza private dell’Ingenio, aprirono il fuoco sugli occupanti. Quando già si contavano quattro morti e 50 feriti, Milagro Sala e la Rete delle Organizzazioni Sociali fecero un giro persuadendo gli occupanti a ritirarsi e chiedendo al governo una soluzione razionale.Il governatore peronista Walter Barrionuevo creò, con decreto-accordo 9190-H-11 del 7 agosto 2011, il piano “Un lotto per ogni famiglia che ne ha bisogno”, per il cui fine autorizzò l’espropriazione o l’acquisto diretto di terre. Questa emergenza fu un’opportunità su misura per Freddy Morales e una dozzina di dirigenti radicali, peronisti e appartenenti all’estinto Movimento Popolare di Jujuy, che avevano accumulato centinaia di ettari in attesa di un’occasione. Quelle terre avevano acquistato valore grazie alla loro prossimità con il quartiere El Cantri della Tupac Amaru, che aveva realizzato complesse opere di ingegneria civile per stabilizzare un terreno dalla base mobile prima di procedere alla sua urbanizzazione.

Il decreto n. 9861 che il governatore Barrionuevo firmò tre mesi dopo, il 22 novembre 2011, dice che il dirigente radicale René Jesús El Jadue e il populista jujeño Martín Durbal Jorge offrirono “in vendita una frazione di ripartizione dei beni posseduti in comproprietà individuati come Anagrafe A-96881, Matricola A-73230, Lotto 1156, Circ. 5, Sez. 2, del dipartimento Dr. Manuel Belgrano” e che la Corte di Valutazione l’aveva stimata in 240 mila pesos per ettaro, nelle condizioni in cui si trovava. Il governo provinciale gli propose quindi l’acquisto di 150 ettari divisi da quella comproprietà, “individuati come Circ. 5, Sez. 2, Lotto 1170, Anagrafe A-98566”. Ma invece dei 240 mila pesos per ettaro della valutazione, la provincia ne offrì 200 mila e la trattativa si chiuse per un totale di 30 milioni di pesos. I venditori erano gli ex legislatori provinciali Freddy Morales, Miguel Angel Giubergia, Facundo René Giubergia (tramite la moglie Teresa Sadir), Carlos Alberto Toconas, Hugo Daniel Zamar, Raul Alberto García Goyena, Mario Ramón Puig e René Jesús El Jadue (tutti radicali, diversi dei quali testimoni nella causa contro Milagro Sala, funzionari del governo nazionale di Maurizio Macrì, di quello provinciale di Gerardo Morales o giudici); Pedro Teófilo Lozano, Luis de la Zerda e Daniel Almirón (peronisti di diverse linee) e Martín Durbal Jorge (del Movimento Popolare Jujeño dei Guzmán). Ma li avevano acquistati nove mesi prima per 727.540 pesos dal contabile Luis Miguel Jiménez, come registrato nell’atto pubblico n. 26 del registro del Notaio C.R. Frías, datato 15 febbraio 2011, e come rilevato nel blog El Disenso dai giornalisti Mariana Escalada e Agustín Ronconi. Nessun affare decente consente un guadagno superiore al 4000 per cento in nove mesi.

Ma come sono arrivati al possesso di quelle terre i dodici apostoli legislativi e chi è il contabile Jiménez? La versione che è sempre circolata tra i politici di Jujuy è che avevano fatto causa alla provincia per una questione salariale, dato che non gli era stato pagato un aumento a causa della crisi finanziaria cronica della provincia. Il Banco residuale di Jujuy (un ente provinciale rappresentato dall’allora vice governatore e senatore Guillermo Jenefes, che amministrava i contenziosi dopo la privatizzazione del 1998 a favore del Banco Macro di Jorge Brito) decise di confiscare 350 ettari che erano stati ipotecati da un’impresa fallita con la banca della provincia di Jujuy e con questi pagare il debito ai legislatori. Questa indulgente versione nasconde una storia più interessante.

Per essere Franco

Il 20 ottobre 2013 il giornalista Franco Mizrahi citò, in un’inchiesta pubblicata dal quotidiano Tiempo Argentino, il procedimento A-61817/92, cominciato presso la 7° Corte Civile e Commerciale di San Salvador de Jujuy dall’allora giudice María González de Prada. Un’azienda della famiglia Bustamante Pérez offrì un terreno ubicato in Alto Comedero, Los Alisos, a garanzia di un prestito del Banco di Jujuy. Quando l’azienza di famiglia fallì, le terre ipotecate cambiarono di mano. Secondo la documentazione della causa, che Mizrahi mi ha gentilmente concesso, il 29 maggio 1997 i Bustamante Pérez firmano un contratto di acquisto con il commercialista Luis Miguel Jiménez in base al quale “vendono, cedono e trasferiscono al compratore una frazione rurale di trecento cinquanta ettari (350 Hs), parte del lotto rurale n. 48-I1 con Anagrafe A-53849, ubicato nel distretto Los Alisos del dipartimento Dr. Manuel Belgrano”. Il mese successivo, il 2 giugno 1997, la giudice María González de Prada, tramite la segreteria di Marisa Rondón de Dupont (che oggi sono state elevate, rispettivamente, al ruolo di membro della Camera e a giudice civile e commerciale) autorizzò la vendita pattuita con il commercialista Jiménez, che a pagina 471 di quel procedimento viene citato come “prestanome”. Cioè non agiva per proprio conto bensì in nome di uno o di vari clienti fino ad allora non identificati.

Mizrahai, nel suo articolo del 2013, aggiunse che Jiménez cedette i diritti e le azioni su quelle terre ai legislatori perché la legge di etica pubblica provinciale gli proibiva di fare affari con lo Stato. Altre fonti sostengono che Jiménez acquistò anche delle terre vicine alle stesse eccezionali condizioni. Terre che si vendono a nuovi progetti immobiliari nella misura in cui si valorizzano e cresce la domanda.

Secondo la documentazione del Registro Immobiliare della Direzione Provinciale degli Immobili, la proprietà originale, identificata con il citato Anagrafe A-53849, era costituita da 849,6 ettari. Nel 2005 venne suddivisa in altri lotti, di 385 e 463 ettari. Uno di questi, identificato con la matricola A-73230, è quello che poi originerà i 305,3 ettari della matricola A-76611, lotto 1254, Anagrafe A-98960, che appare nella dichiarazione giurata del Fratello Freddy. Nel Registro compare la comproprietà dei dirigenti del bipartitismo jujeño, grazie all’acquisto da Jiménez per 727.540,97 pesos, realizzato il 15 febbraio 2011, “a perfezionamento del contratto preliminare del 29.05.97”. E’ notevole che un contratto preliminare di compravendita sia perfezionato appena 14 anni più tardi, proprio quando appare la possibilità di guadagno speculativo, grazie alle necessità insoddisfatte di migliaia di persone senza alloggio, l’aumento di valore della zona grazie all’azione dei tupaqueros e alla generosità dello stato con i legislatori. Nel caso di Freddy il registro dice che la sua partecipazione ha avuto origine come “PAGAMENTO A SALDO PART. INDIV. $70.000- EP N. 30, datato 16/02/2011” (il giorno successivo alla compravendita degli altri undici), con iscrizione definitiva il 15/4/2011. Inoltre appaiono come comproprietari vari membri delle famiglie Palomares e Abud, storici compagni e amici del Fratello Freddy durante i suoi vari periodi nella Ragioneria Generale della Provincia.

Firmerò e guadagneranno Millone

L’acquisto da Jiménez passò senza scandalo, ma la rivendita al governo provinciale fu contestata dal Procuratore dello Stato, invocando l’art. 64 della Costituzione Provinciale che proibisce a “ogni pubblico ufficiale di ricevere, direttamente o indirettamente, vantaggi originati da contratti, concessioni, franchigie o assegnazioni posseduti o concessi dallo Stato”. Nel gennaio 2012 neppure il Consigliere contabile della Corte dei Conti, René Barrionuevo, approvò la vendita. Invece la Consigliera legale Mariana Bernal (sorella dell’allora deputata nazionale del PJ María E. Bernal), diede l’interpretazione secondo cui il vantaggio citato dalla Costituzione non sussisteva perché la terra era stata venduta a 200 mila pesos per ettaro anziché a 240 mila. Omette però che lo stesso anno dell’operazione quello stesso ettaro era stato pagato 4.850 pesos. Lo spareggio venne fatto dalla presidente della Corte dei Conti nominata dal governatore Eduardo Fellner, Nora Millone Juncos. Secondo il quotidiano “El Libertario”, che intitolava il suo articolo del 3 febbraio 2012 “Affari immobiliari dei deputati di Jujuy”, per Millone Juncos “la Costituzione non proibisce al funzionario di commerciare con lo Stato” se i venditori non ottengono benefici attraverso l’operazione. Hanno accettato di guadagnare solo 41 volte quello che avevano pagato. Se questo non è un vantaggio bisognerebbe ridefinire il vocabolo. Millone venne riconfermata in carica dal governatore Gerardo Morales, che inoltre mise a libretto paga l’opportuno commercialista Jiménez come Segretario della Spesa Pubblica.

L’anno scorso il governatore Morales ha annunciato che il piano “Un lotto per ogni famiglia jujeña che ne ha bisogno” si sarebbe chiamato “Jujuy Habitat”, e che i lotti sarebbero stati aggiudicati tramite sorteggio a coloro che si fossero iscritti a partire dal 2011. Il processo di aggiudicazione è gestito dall’Istituto di Abitazione e Urbanesimo di Jujuy, il cui titolare è Walter Morales, il fratello di Gerardo e Freddy. Il ministro delle infrastrutture, Jorge Rizzotti, ha affermato di aver “disarticolato gli affari di intermediari senza scrupoli che cercano di trarre profitto dallo stato e dalle necessità dei cittadini”. Ottimo.

Lottizzazioni all’Alba

Il decreto di acquisto del terreno dei legislatori è stato firmato il 22 novembre 2011. Il 4 agosto, Freddy Morales aveva registrato, insieme a sua moglie Patricia Reyna, il marchio “L’Alba” presso l’Istituto Nazionale della Proprietà Industriale, all’interno della classe 36, che consente, tra le altre cose, la realizzazione di affari finanziari e immobiliari. Ma questa relazione non risultò evidente perché il decreto del governatore Barrionuevo venne pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale solo nel maggio 2012, un lasso di tempo meno dilatato dei 14 anni intercorsi tra il contratto preliminare e la scrittura, ma in ogni caso fuori dal comune.

Quell’articolo di Tiempo Argentino elencava quattro immobili iscritti da Freddy Morales nel Registro della Proprietà di Jujuy, secondo le sue stesse dichiarazioni giurate.

– Anagrafe 57033; matricola 48844.

– Anagrafe 98962; matricola 76613.

– Anagrafe 82973; matricola 59939 (in comproprietà con la moglie).

– Anagrafe 98960; matricola 76611.

I colleghi de “El Disenso” hanno pubblicato il decreto 1234-ISPTYvV/2016, del 11 maggio 2016, che approva la misura e il progetto preliminare di lottizzazione dell’ultimo di quei terreni, lo stesso che comprarono e vendettero i legislatori, su richiesta del procuratore Miguel Giubergia, attuale segretario del Comitato Nazionale della UCR (Unione Civica Radicale), direttore dell’Ente Nazionale di Comunicazioni che ha sostituito l’AFSCA (Autorità Federale dei Servizi di Comunicazione Audiovisiva) una volta abrogato per decreto la legge audiovisiva, e uno dei testimoni offerti da Gerardo Morales nel giudizio contro Milagro Sala. Un’ulteriore curiosità è che il decreto che autorizza la lottizzazione non è stato firmato da Morales, bensì dal suo vicegovernatore Carlos Guillermo Haquim. In questo modo è stata rispettata la formalità per cui non fosse direttamente Gerardo ad autorizzare l’affare di Freddy, cosa che ha tranquillizzato il selettivo ufficio anticorruzione dell’ex deputata macrista Laura Alonso. La sorella del vice, Susana Haquim, è la segretaria dei Diritti Umani di Morales, che ha giustificato la detenzione di Milagro Sala di fronte agli organismi nazionali che le hanno fatto visita.

  • Cosa vi serve ancora per convincervi che è una ladra? – gli ha chiesto infastidita.
  • Una condanna certa e un giudizio con garanzie del dovuto processo – hanno risposto.

Due culture incompatibili, tra cui il dialogo è improbabile.

El Disenso” continua con una domanda retorica: “Sapete chi si sta dedicando a commercializzare lotti a Los Alisos? Si… indovinato”, e continua con il logo de L’Alba, tanto reminescente da identificare l’IVUJ di Walter Morales. L’offerta del Progetto Alba nel Quartiere Alto Comedero dice che le abitazioni saranno appaiate e/o duplex con due camere da letto, cucina, stanza da pranzo e bagno, tra i 45 e i 50 mq e un’“eccellente qualità nei materiali e nel disegno costruttivo”. Aggiunge che usufruiranno di acqua potabile, servizi igienici, gas naturale, energia elettrica, illuminazione pubblica, strade asfaltate, spazi verdi, spazi pubblici e centro commerciale. Alba Solidale è una cooperativa con sede a Balcarce 128, lo stesso ufficio in cui operano altre aziende di Freddy Morales, come Viaggi del Capricorno Srl o VC Turismo, un’ovvia facciata per altre attività: quando Mizrahi ha chiesto informazioni su un tour a Purmamarca, non hanno saputo dirgli se fosse possibile e gli hanno chiesto di ritornare in un altro momento.

Colpi e minacce

L’articolo di Mizrahi è stato pubblicato il 20 ottobre 2013. Lunedì 21, un atto del Fronte Unito e Organizzato per la Sovranità Popolare (FUYO), con cui Milagro Sala si presentò per la prima volta alle elezioni legislative di quell’anno e ottenne il 14 per cento dei voti, venne attaccato con colpi di arma da fuoco in un’imboscata che il procuratore Aldo Hernán Lozano qualificò come un tentativo di omicidio contro Milagro Sala. Secondo l’avvocato della Tupac, Luis Paz, “i militanti fecero da scudo a Milagro” e due dei suoi membri furono feriti dalle pallottole. Uno degli aggressori, Cristian Mario Llanes, era un impiegato del municipio, già nelle mani dell’UCR. Nell’ottobre 2015 venne condannato a cinque anni e mezzo di prigione, per la stessa ragione, Alejandro Sequeiros, cognato dell’ex deputata radicale Natalia Sarapura, che organizzò le cerimonie alla Pachamama per Morales e Macrì a Humahuaca e a Purmamarca, e oggi è Segretaria delle Questioni Indigene di Jujuy. Martedì 22 ottobre 2013 Freddy Morales pubblicò una dichiarazione sulla stampa jujeña, nella quale qualificò l’articolo di Mizrahi come “diffamatorio, malintenzionato e chiaramente supportato da informazioni false”. Aggiunse che aveva “incaricato i suoi legali affinché procedessero a intentare le azioni legali e penali necessarie a chiarire ciascuna delle ingiurie e delle calunnie sostenute nell’articolo citato”. A quanto pare non gli interessava perché quattro anni dopo né Morales né i suoi undici soci nell’affare del traffico di terre pubbliche hanno iniziato alcuna azione legale contro Mizrahi, o spiegato quali fossero le informazioni false, le calunnie o le ingiurie.


Un contratto preliminare di compravendita firmato nel 1997.

E una registrazione che viene firmata solo nel 2011. Un guadagno per i dirigenti politici del 4000 per cento.

 

Qui il link all’articolo originale

 

Traduzione dallo spagnolo di Matilde Mirabella