L’Isis ha rivendicato l’attacco con un tir al mercatino di Natale di Berlino che lunedì sera ha causato 12 morti e quasi 50 feriti. L’agenzia di stampa dello stato islamico, la Amaq news agency, ha sostenuto che un proprio soldato ha compiuto una vendetta per gli attacchi in Siria

Dopo Parigi, Bruxelles, Nizza, Monaco di Baviera ora l’ISIS ha colpito anche Berlino, uno dei cuori d’Europa, in periodo natalizio. Continuano, quindi, le azioni del terrorismo islamista. L’intera Europa è preoccupata, in allarme e si pensa di intensificare le già esistenti misure di sicurezza.

Gabriele Iacovino, responsabile degli analisti del Centro Studi Internazionale ha affermato: “Ci troviamo davanti a una minaccia orizzontale che colpisce tutti i paesi occidentali.” Anche in Italia vi sono gli stessi sentimenti che negli altri paesi e l’ordine pubblico sarà aumentato.

Esiste, però, un pezzo d’Italia anche in Iraq, dove a una cinquantina di chilometri da Mosul un’impesa di Cesena, la Trevi, la riparando la diga, l’ex Saddam Dam, impiegando una settantina di tecnici italiani. Lavoratori e lavori sono protetti da 500 militari italiani.

Recentemente il premier iracheno Haidat al Abadi ha dichiarato che le forze governative e quelle d’aiuto, curdi e milizie scite, hanno ottenuto a Mosul grandi  risultati, ma di fatto Il Califfato tiene ancora la maggior parte della città. In oltre due mesi solo il 40% di Mosul è stato liberato.

A quanto si sa i militari italiani schierati a protezione della Diga di Mosul, hanno recentemente rafforzato le misure di sicurezza nella zona, con lo scopo di aumentare la protezione dei lavoratori della Trevi. Sono aumentati i posti di blocco all’esterno e all’ interno della diga, l’accesso è permesso solo se si ha un’autorizzazione scritta e il controllo è strettissimo.

In Iraq continuano le dichiarazioni tecnici di alti funzionari ed esponenti politici che non vi è alcun rischio che la struttura crolli causando una catastrofe.  Queste dichiarazioni, anche recenti, vedere quella Furat al Tamini, presidente della commissione parlamentare per l’agricoltura e le risorse idriche, fanno seriamente pensare se non sia più ragionevole sospendere i lavori di riparazione che comportano una considerevole concentrazione di personale e riprenderli quando la situazione sarà realmente sicura senza la minaccia reale di attentati terroristici da parte dell’ISIS.

I lavori i diga proseguono normalmente è stato riparato uno scarico di fondo della diga (sfioratore) che non funzionava, mentre deve ancora iniziare l’opera di rinforzo delle fondamenta.

Trevi sta informando correttamente la situazione tecnica dei lavori. Interessante è stato un recente intervento, inizi dicembre, al Politecnico di Milano  della dott.ssa Rafaella Granata del Dipartimento Progetti, Ricerca e Sviluppo della Trevi sugli Interventi di messa in sicurezza della diga.

La Diga di Mosul è una diga in terra, situata sul fiume Tigri, circa 60 km a nordovest della città di Mosul, Iraq. La diga, costruita nella prima metà degli anni ottanta, è un progetto polifunzionale, per irrigazione, controllo delle inondazioni, approvvigionamento idrico e generazione di energia idroelettrica. La diga, lunga 3500 m e alta fino a 113 m, è fondata su un complesso geologico che include gessi e anidriti, marne, dolomiti e calcari.

L’integrità strutturale della diga e la sua capacità operativa negli ultimi anni sono state motivo di preoccupazione, soprattutto a causa di fenomeni di dissoluzione in acqua dei banchi solfatici. I fenomeni dissolutivi creano fessure e vuoti che, a causa del forte gradiente idraulico, consentono importanti percolazioni d’acqua nei terreni di fondazione della diga. Tali flussi, da monte a valle della diga, in un circolo vizioso a loro volta innescano e favoriscono nuovi e più importanti fenomeni di dissoluzione.

Il manifestarsi di sink-hole nelle zone circostanti la diga, verificatosi già dalle prime fasi d’invaso (1985), aveva da subito evidenziato le problematiche poi resesi sempre più importanti negli anni. Fin dalla messa in servizio della diga, erano stati perciò previsti ed eseguiti interventi per la continua manutenzione della cortina d’iniezione, già realizzata in fase di costruzione lungo tutto l’asse della diga per garantirne la tenuta idraulica. Gli eventi bellici che hanno coinvolto l’area hanno comportato però una forte riduzione degli interventi inizialmente previsti, che si sono ulteriormente ridotti negli ultimi anni.

Data la situazione critica della diga, nell’ottobre 2015 il governo Irakeno, supportato da USACE, ha perciò emesso con procedura d’urgenza una gara internazionale per la manutenzione e la messa in sicurezza della diga. Trevi ha vinto la gara, e ha firmato il contratto all’inizio del mese di marzo 2016; l’intervento è in corso d’esecuzione.

Il lavoro da realizzare nell’ambito del contratto include, oltre agli interventi d’iniezione per la riparazione della cortina d’iniezione, opere per la riparazione dei manufatti in corrispondenza dello scarico di fondo, con interventi sulle parti elettromeccaniche. Per quanto riguarda invece la manutenzione della cortina, si richiedono iniezioni capaci di andare a intercettare e chiudere le fessure e i vuoti generati dai fenomeni di dissoluzione. Data la stratigrafia e l’ubicazione degli strati solubili, si dovranno realizzare e iniettare fori profondi fino a 200 m, per lo più operando dal cunicolo ubicato alla base del nucleo sotto un importante battente idraulico.