I diritti dei cittadini sono calpestati e si conferma la predazione del Governo e del Parlamento delle risorse pubbliche e dell’ambiente.  Gli Accordi prevedono che l’Italia finanzierà per circa 2661 milioni di € la parte francese della galleria.

Stamattina il Senato ha ratificato l’Accordo di Parigi del 24 febbraio 2015 tra Italia e Francia e il Protocollo di Venezia dell’8 marzo 2016 e il Regolamento dei Contratti del 7 giugno 2016.

All’inizio dei lavori è stata sottolineata l’urgenza di tale ratifica, che Italia e Francia dovrebbero concludere entro il 31 dicembre 2016 secondo il diktat della Commissione Europea.

Il progetto contenuto negli Accordi tra Italia e Francia si riferisce alla costruzione di una galleria di 57 km tra Italia e Francia il cui vero costo – al di là degli importi riferiti in Senato – e secondo quanto previsto all’art. 18 dell’Accordo di Roma del 30 gennaio 2012, non potrà essere inferiore a quello del tunnel svizzero del Gottardo di eguale lunghezza, inaugurato nel giugno del 2016 e per il quale la Svizzera ha investito 11,3 miliardi di €. Come conseguenza degli Accordi con la Francia l’Italia finanzierà per circa 2661 milioni di € la parte francese della galleria. E’ utile sapere che la galleria lunga 57 km insisterà per soli 12 chilometri sul suolo italiano (cfr. http://www.presidioeuropa.net/blog/?p=9871).[1]

Questo ennesimo grave atto rappresenta un ulteriore tassello verso la realizzazione di un tunnel alpino a servizio della linea Torino-Lione e conferma la volontà del Governo e della maggioranza del Senato di imporre una Grande Opera Inutile e Imposta a tutti i cittadini italiani, a partire da quelli della Valle Susa che vi si oppongono da oltre 25 anni.

La decisione di stamane in Senato è un atto predatorio perché aumenterà il debito pubblico italiano, perché permetterà di devastare la natura, perché calpesta i diritti dei cittadini ai quali non è stato e non è tuttora permesso di esprimere il loro dissenso secondo quanto previsto nella Convenzione di Århus.

A questo proposito è utile consultare la Sentenza del Tribunale Permanente dei Popoli “Diritti Fondamentali, Partecipazione, delle Comunità Locali e Grandi Opere, dal TAV Torino-Lione alla realtà globale”, che ha condannato l’Unione europea, l’Italia e la Francia per avere aver violato i diritti fondamentali dei cittadini, nella quale è scritto tra l’altro “i governi sono al servizio dei grandi interessi economici e finanziari e sono ignorate le opinioni delle popolazioni. Ciò rappresenta, nel cuore dell’Europa, una minaccia gravissima all’essenza dello stato di diritto e del sistema democratico che deve essere fondato sulla partecipazione e la promozione dei diritti, del benessere e della dignità delle persone”.

Ricordiamo inoltre che il Movimento No TAV chiede da sempre non solo l’abbandono del progetto ma il trasferimento degli importi previsti a carico dell’Italia verso la realizzazione di Opere Utili per la sistemazione dei territori.

Ricordiamo infine che l’Unione dei Comuni della Valle Susa ha ribadito il 4 novembre 2016 l’opposizione degli Amministratori valsusini al progetto Torino-Lione e ha deliberato di chiedere “al Senato di non ratificare l’Accordo tra Italia e Francia, al Governo di ripensare a questo progetto, di interrompere le procedure di esproprio e di dedicare tutte le risorse disponibili alla ricostruzione dei Paesi distrutti e a interventi di prevenzione sul rischio sismico e idrogeologico su tutto il territorio nazionale.”

Numerosi gli interventi delle opposizioni M5S e Gruppo Misto contro questa Grande Opera Inutile e Imposta che tuttavia non sono stati in grado di convincere la sorda e colpevole  maggioranza.

Perché la Ratifica sia completata occorre che si esprimano in Italia la Camera e in Francia l’Assemblea Nazionale e il Senato.

 

[1] Storiella del bazar delle gallerie, tra aumenti pazzi e sconti da capogiro http://www.presidioeuropa.net/blog/?p=9871

– l’Italia va nel bazar dove si vendono gallerie di ogni tipo, e compra con soddisfazione il suo tunnel di 12 km: lo paga 4340 milioni invece del prezzo di mercato di 1680 milioni, con un aumento del 258%, (€ 362 mil. al km)

– la Francia si reca nello stesso bazar e compra un tunnel uguale a quello italiano, solo un po’ più lungo (45 km): lo paga, con ancor maggior soddisfazione, 3520 milioni invece del prezzo di mercato di 6180, con uno sconto del 57% ! (€ 78 mil. al km)